E’ strano come i media occidentali trascurino i pur importantissimi fatti che stanno avvenendo in Medio Oriente, presi come sono a seguire (o a inseguire) le sparate propagandistiche dei vari leader europei su problemi effettivamente non sempre fondamentali. Eppure proprio dal Medio Oriente dipendono molti di quei problemi che l’Europa si trova oggi ad affrontare, a partire da quelli derivanti dal conflitto in Siria che hanno di fatto contribuito a cancellare l’area Schengen.

Ne sono invece ben consapevoli di due maggiori leader mondiali, Donald Trump e Vladimir Putin, che il prossimo 16 luglio terranno un vertice bilaterale nel quale verranno con molta probabilità decisi i futuri assetti in Medio Oriente e conseguentemente quelli del resto del mondo vicino, a partire dall’Europa fino all’Africa.

Prima che ad Helsinki si deciderà tutto a Quneitra

Il momento è topico. La guerra in Siria sta volgendo al termine. Il regime di Assad sostenuto dalla Russia e dall’Iran (con il contorno delle milizie sciite) sta accelerando le operazioni per riprendere il controllo delle ultime sacche di resistenza tra le quali quella importantissima a ridosso delle Alture del Golan. Ma è proprio da quest’area che potrebbe scaturire un nuovo e più devastante conflitto regionale. Assad, spinto più dall’Iran che dalla Russia, non solo vuole riprendere il controllo dell’area di Daraa, ma vuole entrare armi in mano nell’area di Quinetra, cioè all’interno di quell’area cuscinetto decisa dagli accordi di cessate il fuoco del 1974 tra Israele e Siria che non prevedono la presenza di uomini armati all’interno di quel territorio. Israele ha già ammonito che se le forze siriane o peggio, collegate all’Iran, entreranno armi in mano a Quinetra verranno attaccate.

Ora, tutto lascia pensare che Assad sia intenzionato proprio a entrare a Quinetra con il suo esercito. La 9ª Divisione siriana di stanza ad Al-Sanamayn, che può vantare anche l’appoggio di migliaia di miliziani sciiti legati a Teheran, è pronta a intervenire. Questo scatenerebbe l’immancabile reazione israeliana. Il problema è che proprio la 9ª Divisione dell’esercito siriano oltre all’appoggio delle milizie sciite vanta anche la presenza di qualche centinaio di “osservatori russi” i quali potrebbero “accompagnare” i militari siriani all’interno dell’area di Quinetra. Se ciò avvenisse, un eventuale attacco israeliano potrebbe coinvolgere anche i militari russi il che provocherebbe immancabilmente la rottura dei tutto sommato buoni rapporti tra Putin e Netanyahu.

Cosa farà la Russia? Scorterà le truppe siriane all’interno di Quinetra mettendo in difficoltà Israele, oppure se ne starà in disparte lasciando che l’asse siriano-iraniano e gli israeliani se la vedano tra di loro? L’intelligence israeliana sostiene che i russi siano indecisi sul da farsi. I generali russi spingono per l’opzione della “scorta” alle truppe siriane, Putin sarebbe invece riluttante a fare un dispetto all’amico Netanyahu lasciando mano libera all’esercito siriano e ai pasdaran iraniani.

Ed è qui che entrano in gioco quegli equilibri che verranno decisi nel vertice di Helsinki tra Putin e Trump. Se la Russia volesse arrivare a quel vertice con un atto di forza che dimostri agli americani che non ha paura di alzare l’asticella della tensione, allora nelle prossime ore (o comunque prima del 16 luglio) assisteremo alla marcia siriana verso Quinetra accompagnata dalla “scorta” russa. Se invece Putin avrà la meglio sulle pressioni dei suoi generali e non garantirà la “scorta russa” alle truppe siriane, allora il vertice sarà sicuramente più equilibrato e meno teso ma si potrebbe andare incontro al tanto annunciato e temuto scontro diretto tra Israele e l’asse siriano-sciita che immancabilmente incendierebbe tutta la regione.

Si cammina davvero sul filo del rasoio e in tutto questo complesso meccanismo l’unica cosa che si nota con certezza e la totale ininfluenza dell’Unione Europea (e dell’Onu). Eppure è chiarissimo che da quello che succederà nelle prossime ore in Medio Oriente dipende anche il futuro dell’Europa e di quei problemi che ne stanno mettendo a dura prova la tenuta.

Si ha l’impressione che non sapendo da che parte stare l’Europa non faccia altro che aspettare gli eventi o, addirittura peggio, che stia dalla parte sbagliata della barricata, quella iraniana.

Prossime ore decisive

Le prossime ore saranno decisive. L’incontro di Helsinki si avvicina a grandi passi e Putin deve decidere in fretta cosa fare in Siria ben consapevole che il supporto americano a Israele non verrà a mancare e che gli israeliani, costi quel che costi, non permetteranno mai all’esercito dell’asse siriano-sciita di entrare nella zona cuscinetto armi in mano. In gioco non c’è solo il futuro del Medio Oriente ma anche quello dell’Europa che però, quando non risulta ininfluente, continua imperterrita (media compresi) a stare dalla parte sbagliata della barricata.