La decisione del Presidente americano, Donald Trump, di tagliare tutti gli aiuti alla UNRWA ha scatenato un putiferio sia in Europa che nel mondo arabo. La Giordania, che ospita quasi due milioni di finti profughi palestinesi, teme disordini e ventila «problemi per la sicurezza». Tuttavia, a parte l’Unione Europea e a livello individuale alcuni Paesi europei (soprattutto Germania e Svezia), il mondo arabo che dovrebbe assumersi le maggiori responsabilità su questa massa di finti profughi, sembra non aprire i forzieri e continua a pretendere che sia l’occidente a farsi carico di cinque milioni di arabi.
Il problema è che gli arabi non vogliono assumersi alcuna responsabilità su questi cinque milioni di persone nate in Giordania, Libano, Siria e Iraq e che per questo avrebbero Diritto alla cittadinanza dei Paesi ospitanti, quindi osteggiano la decisione del Presidente Trump che mira in prima istanza a cancellare il termine di “rifugiato” per circa 4,5 milioni di arabi portando il numero delle persone da assistere da cinque milioni a mezzo milione, e in seconda istanza mira a cancellare la stessa UNRWA lasciando che ad interessarsi dei veri profughi arabi sia il vero organismo ONU deputato a questo, cioè la UNHCR.
Il fatto di avere nei propri territori 4,5 milioni di persone che tecnicamente in questo momento sono apolidi (e non rifugiati) mette i Paesi arabi di fronte a una grande responsabilità che fino ad oggi hanno rifiutato di prendersi, quella di concedere a queste persone gli stessi Diritti che hanno i cittadini di quei Paesi. Molto meglio, per gli arabi, lasciare che il mondo ritenga queste persone dei rifugiati e che gli venga attribuito un fantomatico «Diritto al ritorno» in modo che il problema sia di pertinenza israeliana.
La mossa del Presidente Trump, studiata e voluta dal genero, Jared Kushner, proprio per chiudere la UNRWA e mettere fine a questo equivoco dei cosiddetti “rifugiati palestinesi”, spariglia le carte in tavola e mette i Paesi arabi di fronte alle loro responsabilità.
Per decenni la UNRWA ha fatto lievitare artificiosamente il numero dei rifugiati con l’intento, nemmeno tanto nascosto, di far entrare questa marea araba in Israele. Ha incitato all’odio contro lo Stato Ebraico e contro gli ebrei, aiutato i terroristi di Hamas, gli insegnanti hanno glorificato i terroristi e persino Hitler insegnando ai bambini arabi che il nemico era Israele, il tutto ben finanziato dall’occidente con miliardi di dollari. Era ora di mettere fine a questo scandalo planetario.
E’ arrivato il momento che siano i ricchi Paesi arabi ad occuparsi dei finti profughi palestinesi, di questa massa di persone volutamente tenuta nel limbo della apolidia. Che siano i Paesi arabi a prendersi la responsabilità di questa loro creazione. E se individualmente qualche Paese europeo (come hanno detto ieri la Germania e la Svezia) vuole contribuire finanziariamente al loro sostentamento faccia pure, ma l’Unione Europea che gestisce il denaro di tutta l’Europa e di tutti i cittadini europei non può promettere aiuti a un organismo palesemente illegale come la UNRWA. Che siano gli arabi ad assumersi le responsabilità che gli spettano.
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