Un circo di narrazioni, alleanze e errori globali intorno alla guerra in Ucraina

L'Europa adesso ha una occasione unica per dare un senso a se stessa. C'è da sperare che si trovi il modo di superare "i riguardi" verso Ungheria e Slovacchia che non da ieri sono sotto il controllo russo e sono assolutamente da evitare nelle questioni di difesa comune europea
putin guerra in ucraina

Ecco il punto della guerra in Ucraina: adesso non si tratta più solo di carri armati e bombe. È un caos disordinato di atteggiamenti politici, di giri di parole sui media e alleanze che stanno perdendo il loro significato, di piazzate in mondovisione e vaffa di dimensioni colossali.

Una analisi può essere fatta solo attingendo a piene mani nel cinismo.

La risposta del Mondo all’Ucraina è come un matrimonio infelice: ci sono state e ci sono tante promesse, ma l’azione è poca. E’ la solita dicotomia fra propositi e annunci e azioni concrete.

Va premesso che la presente leadership ucraina non ha mancato di assumere comportamenti irrispettosi, sguaiati e imprudenti… Come gestisce un Paese in guerra è una altra questione, anche se i motivi di discussione non mancano. Ma si tratta di questioni che riguardano gli ucraini e solo loro. Non che a volte non ne avesse motivo, ma troppo spesso in Ucraina sono state dimenticate necessità, priorità e, soprattutto, responsabilità.

Il Presidente ucraino ha recentemente dimenticato che l’imboscata che gli hanno teso i cosiddetti “alleati” americani era sì, rivolta a lui, ma che le conseguenze, come OGNUNA delle sue azioni, viene pagata in morti e ferite, lacrime e sangue. La sua giustissima piccata reazione era sacrosanta, ma… Le conseguenze comicano a intravedersi solo ora e non erano difficili da prevedere, peraltro.

L’attenzione nostra dovrebbe restare su chi, militare o cittadino/volontario, partecipa allo sforzo bellico ucraino e a chi, con le sue azioni quotidiane contribuisce alla vita economica ucraina e alla erogazione di servizi alla popolazione.

Atteggiamenti contro azioni: tutti parlano in grande: “Siamo con l’Ucraina!” Ma poi: “Oh aspetta, hai bisogno di aiuto vero? Bene, uh… te lo manderemo… prima o poi”.

Immagina se i pompieri si presentassero alla tua casa in fiamme e dicessero: “Stiamo facendo una colletta per pagare l’acqua. Tieni duro!”

La visione strategica dell’UE è sembrata un grande piano: “Sosteniamo l’Ucraina e facciamo piangere Putin”. Nel frattempo, stanno aprendo la porta all’adesione alla UE dell’Ucraina. Nulla dice “benvenuto nel vicinato” come una zona di guerra con crateri grandi come il Lussemburgo.

Negli Stati Uniti, il Congresso è bloccato a discutere del caos trumpiano. Russia, Iran e Corea del Nord, sono entusiasti e si stanno “battendo il cinque” da qualche parte.

Apparentemente immutabili, con le loro “Convenzioni di Ginevra” e protocolli collegati, il Mondo ha accettato in silenzio che le regole della guerra diventassero il “Far West con i missili”. La Serbia è stata messa a ferro e fuoco, per fermarla mentre ammazzava bosniaci e kosovari.

Ma alla Russia è stato permesso di prendersi pezzi di Georgia, di radere al suolo intere città siriane, di immischiarsi nel caos libico. E di inventarsi una guerra in Ucraina, con motivazioni risibili e farlocche, proprio nel momento in cui la risposta militare ucraina era la più debole, grazie agli ordini puntualmente eseguiti del Presidente pro-russo (o russo tout court, che è uguale) Yanukovich che dopo avere ordinato ai suoi sgherri di sparare ai manifestanti della Rivoluzione della Dignità è scappato, senza sorprendere alcuno, in Russia.

Eh, ma la Russia è una superpotenza! Non si possono attaccare le superpotenze. Si? E chi lo dice?

Generali, spie, diplomatici occidentali non sapevano del penoso stato in cui erano le Forza Armate russe già prima dell’invasione dell’Ucraina?

Davvero è una sorpresa che dopolavoristi che si sono addestrati nei fine settimana abbiano potuto fermare le colonne corazzate russe, fare polpette delle unità russe d’elite e degli spetznaz?

Le truppe di Wagner, che TUTTI hanno riconosciuto essere le migliori truppe russe in assoluto, si fanno maciullare dalle tribù berbere in Mali.

Le truppe russe in Siria le hanno sempre prese da ogni e qualunque gruppo di militanti e si sono chiuse nelle basi, lasciando all’aeronautica il vergognoso compito di radere al suolo le città, che se ci fossero andati di persona sarebbe finita male…

Gli esperti che hanno avuto il compito di organizzare la difesa dell’Occidente non hanno visto e capito molto quando andavano in Russia a osservare le esercitazioni, a ispezionare basi e depositi ai sensi degli allora vigenti numerosi trattati.

Costoro hanno impostato la difesa dei loro paesi su una minaccia sovradimensionata, con una inutile ridondanza dottrinale e materiale. Forse erano distratti fra un ricevimento e una visita ai bordelli?

In ogni caso, errori così marchiani li rende inadatti a qualunque ulteriore ragionamento in termini di Difesa. Prendono per oro colato le veline della TASS e della propaganda, cui viziati e pigri operatori dei media attingono a piene mani. Decenni di carriere militari e diplomatiche gli ha fatto perdere quel po’ di spirito critico che avevano.

Essere autorevoli NON E’ IL LORO FORTE.

E’ quindi inadatto dire che “la guerra non è più quella di una volta”. Sarebbe più giusto dire: i nostri parametri e le nostre informazioni erano errate e parziali. Ma il risultato non cambia.

I “dilettanti” ucraini stanno facendo il “lato B a strisce” ai russi. Superpotenza, dicono… Sfumiamo i ragionamenti e chiamiamola strategia…

Quindi l’Ucraina bombarda un deposito in Russia e all’improvviso tutti si preparano all’Apocalisse. Ma come si permettono? Quantomeno è lesa maestà.

Gli esperti, sempre loro, non sanno, o si dimenticano che la tecnologia missilistica sovietica è nata e è stata prodotta in Ucraina, che i primi esemplari delle varie serie di navi della Flotta sovietica sono stati progettati e costruiti a Mykolaiv e quelli successivi sono stati “spalmati” per la costruzione nei vari cantieri navali russi, con i risultati che i “nostri” esperti ancora non riescono a vedere.

Glielo ricordo io: la Flotta russa del Mar Nero è costretta a nascondersi a Novorossisk, altrimenti un paese privo di Marina gli affonda le navi residue una alla volta.

Fra l’altro, cosi, tanto per…

La Russia prende di mira i parchi giochi, gli ospizi, gli ospedali, i mercati. Quando queste cose le fanno i militanti islamici, in tempo zero sono iscritti nella lista dei terroristi. Ma se lo fa la Russia, i “nostri” sono quasi tentati di dargli un premio.

Le regole sono regole, anche quando la Russia ne fa carta igienica.

Tutte queste inutili discussioni, sempre loro, sulla “guerra asimmetrica” e tattiche “in stile Osama bin Laden”. Cosa significa? Se la tattica dell’avversario è “vincere con qualsiasi mezzo” è il caso di gettare manuali e dottrine e ricominciare da capo.

Avversario? Quando ho fatto il servizio militare io, l’Unione Sovietica era il nemico. L’unico che avevamo. Poi, per placare il loro senso di inferiorità, i “nostri” hanno deciso che “avversario” era più educato. In fondo erano convinti che l’Unione Sovietica e la Russia potessero essere educati.

Allora andava bene “avversario”. Sprovveduti!

E’ totalmente mancata la percezione del declino, o del disfacimento, della Russia, che sta imitando un soufflé.

Tutto è iniziato in modo grande e impressionante, ma ora è di una tristezza enorme. L’ardire e l’ardore delle truppe ucraine si è spinto a una invasione del territorio russo. Eh, ma i russi li stanno cacciando! Si? Chi lo dice?

Nella migliore delle ipotesi si tratta di una enorme area grigia punteggiata di rottami metallici.

Rottami metallici russi.

Come sono arrivate lì le truppe ucraine e perché la Russia, superpotenza, non le ha ancora sloggiate? Perché non lo fa? Forse gli “esperti” lo sanno.

La Russia passa da un fallimento strategico all’altro: Putin voleva Kyiv e ora il Cremlino non sa se riuscirà a mantenere la Crimea. Eh, ma le truppe russe avanzano ogni giorno! E compratevela una cartina! Imparereste che l’Ucraina è grande come Francia e Germania messe insieme e che su quella cartina i “prodigiosi guadagni territoriali” russi nemmeno si notano.

Nel frattempo i pessimi giocatori di poker del Cremlino raddoppiano ogni mano perduta. Qualcuno dovrebbe ricordarglielo: il bluff non funziona quando tutti hanno visto le tue carte.

E adesso parliamo di armi nucleari. Ogni volta che la Russia si dispera, tira fuori la minaccia nucleare. “Non spingerci, o ci… spingeremo anche noi giù da un dirupo”. Strategia brillante, Vlad. Finlandia e Svezia si sono unite alla NATO. Al Cremlino fingono che la cosa non li riguardi, ma, alla romana, je rode. Eccome se je rode!

Ora la Russia è incastrata: ciò è la conseguenza di quella che al Cremlino ritengono sia una strategia vincente.

E’ stato proprio il comportamento aggressivo e pericoloso della Russia a convincere due paesi che avevano la neutralità nel DNA a aderire alla NATO.

In quella pozzanghera che è il Mar Baltico ora sguazzano sotto bandiera NATO le marine di Germania, Polonia, Finlandia, Svezia, Danimarca, Estonia, Lituania e Lettonia. Con Regno Unito, potenza nucleare, e Norvegia che osservano dal buco della serratura.

Come potrebbe impensierirle la Flotta russa del Baltico, con le sue bagnarole in cui strati di vernice nascondono la ruggine?

Eh, ma la Russia ha i sommergibili Kilo! Già, quelli che navigano accompagnati da un rimorchiatore, per risolvere le avarie.Vanificando ogni furtività: dove c’è un rimorchiatore, nei paraggi c’è un Kilo.

La NATO finora ha fatto del suo meglio per fare il “fratello maggiore”, ma sono i piccoli a rubare la scena, perché non sempre le dimensioni contano.

L’Estonia ha promesso lo 0,25% del suo PIL all’Ucraina. È come se il cugino squattrinato desse 5 euro in beneficenza. Lasciata l’Unione Sovietica, in pochi anni il Paese ha intrapreso la via della modernità e del benessere, in cui la digitalizzazione è spinta, che attrae capitali e affari da tutta Europa. Commovente, ma dov’è la Germania che ha i soldi veri?

Ambiguità morale e stanchezza da guerra: è difficile rimanere indignati 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

Anche le guerre hanno date di scadenza: per quanto tempo possiamo preoccuparcene?

L’indignazione è selettiva: tanti si arrabbiano con l’Ucraina quando questa colpisce la Russia. Dimenticano che la guerra è un gioco che si gioca in due. Ma quando la Russia colpisce i civili ucraini, ovvero SEMPRE, è una scrollata di spalle e un “tsk tsk”. I doppi standard qui sono così sfacciati che dovrebbero vendere i biglietti. Stanchezza da guerra: le persone sono stanche di preoccuparsi. Inflazione, prezzi del gas, drammi di TikTok… L’Ucraina è in competizione con molti. L’Occidente è ormai in una posizione tipo “Siamo con te! Solo… non chiedere troppo, okay?”

Russia, Iran e Corea del Nord entrano in un bar… e non è l’inizio di una barzelletta. È l’inizio di un mal di testa: costoro si stanno unendo per fare un gesto di disprezzo al liberalismo occidentale. Droni, attacchi informatici, propaganda: sono i vendicatori del caos internazionale.

Il discorso sulla “potenziale guerra mondiale” è semplicemente fantastico: niente è meglio della paura dell’annientamento globale per ravvivare il ciclo delle notizie stantie.

Chi pensava che questa guerra riguardasse solo i proiettili, deve ripensarci. Essa riguarda i tweet, i titoli e chi sta vincendo le sezioni dei commenti. L’Ucraina dice: “Stiamo vincendo!” La Russia dice: “Sono terroristi!” Nel frattempo, tutti discutono su Twitter come se fosse un reality show.

Comunicazione strategica errata: le narrazioni filo-russe cercano di dipingere l’Ucraina come spericolata, mentre l’Ucraina “Stiamo combattendo per la libertà!” Per esistere come popolo e Nazione. È una battaglia a chi riesce a urlare più forte, e diciamocelo, tutti urlano.

L’idea che l’Ucraina dovrebbe astenersi dall’attaccare all’interno del territorio russo non è solo un dibattito morale, è un pilastro fondamentale della propaganda russa.

La Russia gioca a fare la vittima: inquadrando gli attacchi ucraini come sconsiderati, Mosca distrae dalle proprie atrocità e cerca di capovolgere la narrazione. Improvvisamente, l’invasore diventa la parte “offesa”.

Il Cremlino usa questa propaganda per fare pressione sulle nazioni occidentali affinché trattengano le armi a lungo raggio e non le diano all’Ucraina.

Sostengono: “Se l’Ucraina non può raggiungerci, siamo tutti più al sicuro”.

È una mossa strategica per mantenere intatte le loro infrastrutture logistiche e militari. Chi legge ritorni qualche riga su, dove spiego chi progettava e costruiva i missili sovietici… Spoiler: gli ucraini avranno comunque missili a lungo raggio…

In Russia, questa propaganda raduna il sostegno popolare alla guerra “non-guerra”, descrivendola come difensiva. Non che al popolo russo ciò importi molto: l’importante è vincere la guerra e dare una lezione agli ucraini, che sono tanto antipatici.

Ogni volta che una figura occidentale critica l’Ucraina per aver colpito all’interno della Russia, i media russi lo amplificano: “Ecco! Avete visto? Lo dice anche…” Quando Trump ha messo in dubbio questi attacchi, i media controllati dal Cremlino hanno applaudito: ciò ha convalidato la loro propaganda.

Questa propaganda nega all’Ucraina il diritto di reagire alle sue condizioni: serve a minare la sovranità dell’Ucraina e rafforza la nozione imperialista secondo cui l’Ucraina dovrebbe accettare di essere una vittima piuttosto che agire da pari. Alla Russia non piace avere pari: la parità è un concetto alieno nella mentalità russa.

Presentare l’Ucraina come Stato terrorista è un altro insidioso elemento della propaganda russa, creato per raggiungere obiettivi strategici, psicologici e diplomatici.

La Russia ha avviato un’invasione dell’Ucraina, ma etichetta le azioni ucraine come “terroristiche”.

Spostando l’attenzione dall’aggressore alla vittima, il Cremlino tenta di giustificare la sua invasione e di inquadrarsi come vittima.

Questa narrazione manipola la percezione globale, oscurando i crimini di guerra che quotidianamente la Russia e le sue truppe commettono.

Questa tattica prende di mira la NATO e gli alleati occidentali, sottintendendo che sostenere l’Ucraina equivale ad appoggiare azioni “terroristiche”.

Ciò mira a indebolire i flussi di aiuti e a fomentare sfiducia nella legittimità dell’Ucraina.

Una “superpotenza” non ha bisogno di questi mezzucci: semplicemente prende e travolge chi le si oppone, giusto?

Bollando l’Ucraina come uno Stato terrorista, la Russia giustifica il suo attacco indiscriminato a civili e infrastrutture come “antiterrorismo”. Inoltre, pone le basi retoriche per le minacce nucleari e la escalation.

La Russia arma la paura per il controllo interno: questa narrazione consolida il sostegno alla guerra descrivendo l’Ucraina come una minaccia esistenziale e mette a tacere il dissenso equiparando l’opposizione alla guerra allo schierarsi dalla parte dei “terroristi”.

Quando personaggi occidentali criticano le tattiche ucraine, la Russia amplifica queste voci per convalidare le sue affermazioni. Sovente si tratta di politici occidentali collusi con determinate entità russe.

Questa tattica serve a erodere il sostegno all’Ucraina a livello globale. Inoltre, la narrazione terroristica sposta l’attenzione dai crimini di guerra documentati della Russia, tra cui gli attacchi a civili e siti culturali, gettando l’Ucraina sotto una luce moralmente dubbia.

Adesso Trump sta portando gli Stati Uniti in una “per ora” quasi alleanza con la Russia, che fino ad ora appartiene alla categoria “avversario”, scombinando l’alleanza NATO, che esiste perché è esistita l’Unione Sovietica e perché esiste la Russia.

Nella sua goffaggine, Trump dimentica che gli Stati Uniti sono stati finora l’unico membro dell’Alleanza ad avere chiesto e ottenuto l’applicazione del famoso Articolo 5 in ragione dell’attacco alle Twin Towers. Anche l’Ucraina ha partecipato con le sue truppe, condividendo morti e feriti. Ma la gratitudine non fa parte del bagaglio degli screanzati. Sopratutto, con la gratitudine non si vincono guerre.

Bene, adesso abbiamo un socio fondatore della NATO che potrebbe allearsi, in un modo o nell’altro, con l’unico avversario che la NATO ha.

Se Trump ritira gli Stati Uniti dalla NATO, gli alleati europei non seguiranno più l’esempio di Washington in politica estera. Potrebbe emergere un’Organizzazione del Trattato Europeo, ad esempio. Nelle capitali europee ci stanno pensando: potrebbe basarsi sull’attuale trattato NATO, ma senza la partecipazione degli Stati Uniti. Anche il Canada potrebbe decidere di farvi parte.

In alternativa, potrebbe nascere un nuovo accordo sulla sicurezza sotto l’egida dell’Unione Europea, che dispone già di una struttura di governance ben sviluppata. Sono ragionamenti interessanti…

Non è escluso che questa Amministrazione, in un modo o nell’altro, porti gli Stati Uniti fuori dalla NATO… E poi dove vanno? Nella SCO, nei BRICS, negli EURASES? Un’altra triste barzelletta… ma riguarderebbe loro e solo loro.

E’ necessario un chiarimento? Sicuramente si. E’ necessario mettere gli USA “in quarantena” Trattandosi di sicurezza collettiva, probabilmente si. E’ necessario preparare piani per potere proseguire senza gli USA? Assolutamente sì.

L’Europa può difendersi da sola? Non chiedete agli esperti: diranno di no. L’Europa PUO’ e forse dovrà difendersi da sola. Gli USA hanno bisogno della NATO più di quanto la NATO abbia bisogno degli USA. E tuttavia in questo momento la loro leadership sta dalla parte sbagliata. Non possiamo correre rischi!

Tornando alle vicende ucraine, la guerra continua, i russi continuano ad avere perdite folli. Si stanno facendo i conti della spesa e gli ucraini hanno almeno sei mesi di autonomia, il promesso, ipotizzato, paventato ipotetico blocco delle forniture militari e dei fondi americani potrebbe essere meno impattante di quanto creduto e persino non verificarsi.

Facciamo sempre mente locale: una tregua serve solo alla Russia. Per questo motivo Trump ne vuole una.

L’Europa adesso ha una occasione unica per dare un senso a se stessa. C’è da sperare che si trovi il modo di superare “i riguardi” verso Ungheria e Slovacchia che non da ieri sono sotto il controllo russo e sono assolutamente da evitare nelle questioni di difesa comune europea.

La lotta dell’Ucraina non è solo degli ucraini: è un test per vedere se al Mondo importa ancora qualcosa di cose come la giustizia e la democrazia. Se il passato è un’indicazione, esiste sicuramente un modo per rovinare tutto. Ma esiste anche la possibilità che la cosa funzioni.

E che si possa accelerare il disastro verso cui la Russia si è incamminata ormai più di tre anni fa.

In questi pochi giorni Trump e il suo staff hanno causato agli USA problemi più grossi di quelli che immaginava di potere risolvere. E negli USA, di solito, gli errori si pagano.

Fabio Bulfoni

Project Manager e autore. Elabora strategie di Project Management. Consulente di un'associazione ucraina di costruttori. Scrive quotidianamente di Ucraina e guerra. Autore di "How to restore Ukraine" e "Kremlin Tales".

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