Ucraina: militari russi tra i ribelli di Slaviansk

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La città ucraina di Slaviansk è circondata. L’esercito di Kiev ne vuole riprendere il controllo dopo che i separatisti filo-russi la avevano “conquistata” con l’intenzione di passare sotto il controllo russo. Due, forse tre elicotteri ucraini sono stati abbattuti dai ribelli filo-russi.

Ed è questo fatto che, secondo il Ministero della Difesa ucraino, prova senza ombra di dubbio che militari russi affiancano i ribelli di Slaviansk. Infatti, sempre secondo il Ministero della Difesa di Kiev, solo uomini esperti e ben addestrati potrebbero usare i missili anti-aerei a spalla impiegati per abbattere gli elicotteri.

Di certo il fatto che i ribelli filo-russi siano in possesso di armi così sofisticate prova che Mosca arma direttamente i separatisti e che quindi, di fatto, effettua una gravissima interferenza in vicende interne ad un altro Stato. Qui si va ben oltre il semplice supporto. Se poi le voci diffuse dal Ministero della Difesa ucraino fossero provate, allora il fatto assumerebbe dimensioni di una gravità di carattere globale e il mondo civile non potrebbe rimanere inerte.

Per ora, come sempre, l’occidente abbaia alla luna. Protesta, organizza riunioni di emergenza, lancia sterili minacce contro Putin e dice di voler attuare improbabili boicottaggi contro gli interessi russi, ma per il resto non fa nemmeno il solletico al nuovo Zar russo che continua a portare avanti il suo piano di annessione della parte orientale della Ucraina dopo che si è annesso la Crimea praticamente senza colpo ferire.

E in questa situazione che si nota maggiormente la pochezza della diplomazia europea e americana, la prima rappresentata da Catherine Ashton, la seconda da John Kerry, personaggi che se non fossero così importanti potrebbero ispirare un fumetto tragicomico. Invece la situazione è gravissima e persino un codardo come Obama non potrà rimanere a lungo impassibile alle prepotenze russe e prima o poi dovrà decidere di passare dalle minacce ai fatti se Mosca non fermerà il suo piano di annessione di una parte della Ucraina.

Scritto da Adrian Niscemi

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