Nella notte tra le 21:30 (ora locale) del 22 aprile, la Federazione Russa ha attaccato l’Ucraina con 134 droni e velivoli senza pilota (UAV), lanciati dalle regioni russe di Kursk, Bryansk, Orel e Primorsko-Akhtarsk e da Chauda e Gvardiyske nella Crimea occupata.
Le Forze Armate ucraine hanno combattuto e respinto l’attacco, tanto che alle 09:30 (ora locale) di oggi è stato confermato l’abbattimento di 67 droni russi, tra UAV e droni di altro tipo. 47 droni inerti sono stati dispersi.
Le regioni ucraine di Kharkiv, Poltava, Donetsk, Odesa, Dnipro e Zaporizhia sono state colpite.
Diverse zone di Odesa hanno preso fuoco dopo l’attacco: 2 persone sono rimaste ferite, infrastrutture civili, edifici residenziali e di aziende private sono stati danneggiati. L’incendio è stato spento dai soccorritori, dai volontari e dai vigili del fuoco della Guardia Nazionale.
Dopo l’attacco russo, 3 persone sono rimaste ferite a Poltava: infrastrutture civili come edifici residenziali, aziende, magazzini e garage sono state danneggiate.
Uno dei droni è caduto vicino a un edificio a più piani, dove le finestre sono state rotte e la facciata è stata danneggiata. I vigili del fuoco hanno spento gli incendi.
Sei atterraggi si sono verificati nel distretto di Novobavarsky a Kharkiv. Nove persone sono morte e 30 sono rimaste ferite a seguito di un attacco russo sulla città di Marganets, nella regione di Dnipro, dove è stato colpito un autobus affollato. Danni e feriti sono stati segnalati anche nella regione di Zaporizhia
Il Ministero della Difesa russo ha segnalato la distruzione di 11 droni ucraini.
Per “garantire la sicurezza dei voli degli aerei civili”, Rosaviatsia ha introdotto restrizioni temporanee al lavoro negli aeroporti di Kazan e Ulyanovsk.
Ieri pomeriggio si è verificata una potente esplosione presso il 51° arsenale del GRAU a Barsovo, nel distretto di Vladimir.
Secondo alcune fonti, vi sarebbero state immagazzinate dalle 100.000 alle 270.000 tonnellate di missili, razzi Grad, bombe aeree e altro. Una nube a forma di fungo era visibile fino a 50 km di distanza, le detonazioni secondarie continuano e schegge e detriti vengono proiettati fino a 10 km di distanza.
Molti villaggi circostanti sono stati evacuati, scuole e diverse aziende sono state chiuse, le strade sono state bloccate e almeno 5 persone sono rimaste ferite. Nonostante le autorità russe affermino che gli effetti delle esplosioni si stanno attenuando, le immagini satellitari mostrano che l’incendio sul posto si sta espandendo
Regione di Kursk: a sud dell’insediamento di Guevo, le truppe russe hanno occupato l’area del mulino del principe Dolgoruky.
Sono in corso pesanti combattimenti con alterne fortune nell’area del monastero di San Nicola Belogorskij di Gornalskij, che si suppone sia caduto sotto il controllo russo: si segnalano anche contromisure ucraine.
Settore settentrionale: nell’area di Bilohorivka, le truppe russe continuano a invadere Grigorivka, la cava di gesso di Belogorskij e l’area del tratto di Artemonovskoye.
I russi hanno aumentato il numero di attacchi con droni e tentano periodicamente di sfondare verso ovest a bordo di motociclette.
Settore orientale: nel distretto di Konstantinivka, i russi sono avanzati a Sukha Balka e lungo diverse fasce forestali. Gli attacchi russi su un ampio fronte continuano verso nord.
Nel distretto di Novopavlovsk, a nord di Andreyevka, le truppe russe hanno occupato una sezione a nord-est e a sud-est del burrone di Stavkovaya. A Uspenivka, i russi tentano di occupare la strada centrale. Si verificano battaglie verso Kotlyarivka e Troitskoye.
Perdite russe stimate al 23 aprile 2025:
• personale: 944.270 (+1.210)
• carri armati: 10.691 (+8)
• veicoli blindati: 22.307 (+11)
• sistemi di artiglieria: 26.774 (+85)
• MLRS: 1.368 (+1)
• sistemi di difesa aerea: 1.140 (+1)
• aerei: 370
• elicotteri: 335 (+0)
• droni: 33.526 (+138)
• missili: 3.148
• navi/imbarcazioni: 28
• sottomarini: 1
• veicoli: 45.621 (+163)
• equipaggiamenti speciali: 3.860 (+1)
Ci sono stati 144 scontri nelle ultime 24 ore: 53 verso Pokrovsk, 22 nella regione russa di Kursk, 17 verso Novopavlovsk, 14 nella zona di Lyman e 13 verso Toretsk.
Colloqui di pace: oggi a Londra è previsto un incontro per “discutere” come raggiungere un cessate il fuoco e la pace.
La “proposta” statunitense include il riconoscimento da parte degli Stati Uniti della Crimea come parte della Russia e il riconoscimento non ufficiale del controllo russo su quasi tutti i territori occupati, oltre a molte altre cose a favore della Russia.
Per quanto ne sappiamo, ben poco dell’attuale “accordo” si adatterebbe alle necessità ucraine.
L’inviato statunitense Marco Rubio ha cancellato il suo volo per Londra dopo che Zelensky, ancora una volta, ha affermato che è impossibile riconoscere la Crimea come russa, in quanto ciò contraddice la Costituzione ucraina. Sembra che questa volta Rubio abbia capito.
Il VicePresidente statunitense Vance minaccia: “Se non otterremo una risposta positiva, porremo fine alla mediazione tra Russia e Ucraina. Abbiamo presentato un’offerta chiara ed equa sia ai russi che agli ucraini”.
La Russia ha apparentemente ridotto le sue richieste al controllo dei territori ucraini occupati ORA, alla Crimea e al futuro stop all’accesso alla NATO. Queste sono le linee rosse ucraine.