Il fatto che la decisione del presidente tunisino Kais Saied di sospendere l’attività del Parlamento, licenziare il premier Hichem Mechichi e di assumere il controllo dell’ufficio del procuratore generale, abbia fatto infuriare la Fratellanza Musulmana è una buona notizia.
Gli ultimi Fratelli Musulmani a protestare per le decisioni del Presidente Saied sono stati i giordani del Fronte di Azione Islamica.
Prima di loro avevano fatto sentire la loro voce diversi leader arabi legati alla Fratellanza Musulmana anche se al momento il più importante di loro, il dittatore turco Recep Tayyip Erdogan, sembra restare in silenzio, come se fosse stato preso di sorpresa.
Fino a pochi giorni fa in tanti affermavano che la Tunisia era l’unica ad essere uscita bene dalle cosiddette “primavere arabe”.
Tuttavia, se questo era vero qualche anno fa negli ultimi tempi il partito Ennahdha, con il denaro turco, cercava di infiltrarsi nei punti più importanti dello Stato, dalla magistratura all’esercito.
Ennahdha ufficialmente dichiara di supportare il pluralismo, la democrazia e la parità dei diritti tra uomo e donna, inoltre afferma di non volere né imporre il velo in nome dell’Islam né di bandirlo in nome del secolarismo (fonte Wikipedia).
In realtà è finanziato dalla Turchia e il suo ideale è quello della Fratellanza Musulmana, ben lungi quindi dall’essere democratico, pluralista o di volere la parità tra uomo e donne.
Non si capisce davvero come la stampa mainstream possa continuare a definire (anche in queste ore drammatiche) il partito Ennahdha un “movimento di orientamento islamico moderato”.
Che poi mi devono spiegare il significato di “partito islamico moderato”, perché in questa frase vi è un importante ossimoro. Se è di orientamento islamico significa che qualsiasi loro obiettivo è legato al credo, il che esclude sia la “moderazione” che la democrazia.
In particolare il partito Ennahdha non muove paglia se prima non glielo ha ordinato il dittatore turco, il che significa che è tutto fuorché moderato. È un partito islamista è così si muove e agisce.
Dove c’è la Fratellanza Musulmana non può esserci democrazia, tanto meno una forma democratica di governa separata dal credo religioso.
La Tunisia non è mai stata “islamica” come adesso. E chi sostiene ancora che il paese nordafricano sia l’unico uscito bene dalle cosiddette “primavere arabe” non sa quello che dice.