I Talebani starebbero usando uomini in età militare del Panjshir come “strumenti per sminare” facendoli camminare nei campi minati.
È la denuncia molto dura avanzata ieri dal deposto vicepresidente afghano, Amrullah Saleh, il quale ha accusato i Talebani di commettere crimini di guerra che meriterebbero l’attenzione delle Nazioni Unite.
In un Twitt postato ieri oltre alla denuncia di cui sopra, l’ex vicepresidente afghano afferma anche che i Talebani hanno chiuso qualsiasi accesso umanitario alla regione del Panjshir, bloccato internet, l’elettricità, il telefono e bloccano persino l’ingresso di medicinali.
Dopo che l’ex presidente afghano Ashraf Ghani era fuggito dal paese il 15 agosto, Amrullah Saleh si era dichiarato legittimo presidente ad interim dell’Afghanistan secondo la costituzione del paese.
Tuttavia, la presidenza di Saleh deve ancora essere riconosciuta da qualsiasi paese e/o organismo internazionale come per esempio le Nazioni Unite.
Come del resto sembrerebbe che nessuno abbia aiutato in qualche modo coloro (gli unici) che dalla valle del Panjshir si oppongono ai Talebani.
Tutti bravi a condannare le violenze talebane, ma ce ne fosse uno che dopo aver abbandonato gli afghani ai tagliagole islamisti abbia cercato di cancellare almeno in parte la vigliaccata fatta al popolo afghano.
Estremisti islamici confusi tra i rifugiati
Intanto secondo NBC News almeno un centinaio dei rifugiati afghani arrivati negli Stati Uniti avrebbe legami con l’estremismo islamico.
Sono infatti almeno 100 le persone bloccate alla frontiera perché collegate con l’estremismo islamico che cercavano di entrare confusi con i rifugiati.
«Molte persone sono state trasferite molto rapidamente e la comunità dell’intelligence ha lavorato duramente per valutare se qualcuno di loro rappresentasse una minaccia», ha affermato alla stampa americana un alto funzionario federale delle forze dell’ordine.
«Non permetteremo a nessuno che abbia anche minimi collegamenti con l’estremismo islamico di entrare negli Stati Uniti» ha infine concluso.
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