Sull’Iran Blinken parla molto ma toccherà a Israele intervenire

By Franco Londei - Editor

Ieri il Segretario di stato americano Antony Blinken è tornato sull’attacco iraniano ad una petroliera di proprietà israeliana e ha ribadito che questa volta serve “una risposta collettiva”.

«Siamo in stretto contatto, in coordinamento, con il Regno Unito, Israele, Romania e altri paesi. E ci sarà una risposta collettiva», ha detto Blinken ai giornalisti.

Stati Uniti e Gran Bretagna sanno con certezza che dietro all’attacco alla petroliera Mercer Street c’è Teheran, tuttavia difficilmente opteranno per una risposta militare.

Quindi non si capisce bene cosa intende Blinken quando parla di “risposta collettiva”. Tutti sanno che gli Stati Uniti stanno cercando in tutti i modi di riattivare il JCPOA, l’accordo sul nucleare iraniano, quindi è impossibile che rispondano militarmente.

Dal canto suo la Gran Bretagna, che nell’attacco ha avuto un morto, molto difficilmente uscirà dalla linea dettata dagli Stati Uniti.

Quindi probabilmente la “risposta collettiva” tanto declamata da Blinken sarà implementata con qualche nuova sanzione, un ammonimento a Teheran e qualche altra cosuccia diplomatica.

Al massimo, ma proprio al massimo, saranno colpiti i terroristi che agiscono in Iraq e in Siria per nome e per conto di Teheran, ma di colpire obiettivi in Iran credo davvero che non se ne parli.

Alla fine per vedere una risposta adeguata al criminale attacco terroristico contro la navigazione nel Golfo Persico, prima ancora che contro gli interessi israeliani, dovremo aspettare di vedere cosa decideranno a Gerusalemme.

Il momento migliore per attaccare l’Iran

guardiani della rivoluzione islamica irgc 2

Subito l’attacco alla petroliera Mercer Street il Ministro della Difesa israeliano, Benny Gantz, ha riunito una sorta di gabinetto di guerra al quale hanno partecipato il capo di stato maggiore dell’IDF Aviv Kohavi e altri funzionari della difesa.

Non è dato sapere cosa abbiano deciso in quella riunione, ma ho tanto l’impressione che quanto deciso dai vertici militari israeliani abbia impaurito così tanto gli Stati Uniti che non perdono occasione per annunciare una “risposta collettiva” contro gli Ayatollah.

Come già detto da altri, questa potrebbe essere davvero la volta buona che la guerra ombra tra Iran e Israele diventi palese.

Intendiamoci, una guerra non è mai una buona cosa, ma con gli Hezbollah impegnati sul fronte siriano e, soprattutto, sul fronte interno, questo potrebbe essere il momento migliore per attaccare l’Iran.

Purtroppo il comportamento degli Ayatollah ha reso un attacco israeliano all’Iran una cosa inevitabile per la sopravvivenza dello Stato Ebraico. Non si tratta di essere guerrafondai, si tratta di essere realisti.

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Esperto di Diritti Umani, Diritto internazionale e cooperazione allo sviluppo. Per molti anni ha seguito gli italiani incarcerati o sequestrati all’estero. Fondatore di Rights Reporter