Negli ultimi decenni questa organizzazione non ha mai fatto mancare il proprio sostegno a Israele. A provarlo ci sono migliaia di articoli pubblicati sui vari siti del network sin dagli albori di internet.
Non abbiamo mai fatto distinzione su chi governasse Israele o quale fazione politica rappresentasse, per noi il sostegno a Israele non è mai stato in discussione a prescindere da chi o come governasse.
Negli ultimi anni, a parte qualche breve periodo, la scelta non c’è stata perché a governare Israele ci ha pensato Benjamin Netanyahu che nel bene o nel male ha guidato lo Stato Ebraico senza troppi scossoni, né positivi né negativi.
Anzi, con il senno di poi, cioè guardando i risultati di un periodo così lungo di governo e considerando solo il settore della sicurezza di Israele (che purtroppo rimane fondamentale) non è che si possa dire che Bibi, com’è soprannominato Netanyahu, abbia lavorato tanto bene.
Considerando l’Iran come il maggior nemico di Israele e considerando Hezbollah come il braccio armato di Teheran, sotto il governo di Netanyahu l’Iran è arrivata a un passo dalla bomba atomica, Hezbollah si è notevolmente rinforzato e i Pasdaran iraniani sono sul Golan, cioè a pochi metri dal confine con Israele. Se qualcuno può negare tutto questo si faccia pure avanti.
Eppure questa organizzazione ha sempre difeso Netanyahu, ha attaccato duramente Barack Obama per la sua palese “antipatia” verso Bibi e verso lo Stato Ebraico e solo raramente (purtroppo) ha criticato il fondamentale immobilismo del premier israeliano che fino a pochi giorni fa si è limitato a non decisivi raid in Siria, che non hanno impedito il radicamento iraniano, e poco o nulla in Iran o in Libano contro Hezbollah, che pure è un mortale nemico alle porte di Israele.
E cosa dire del fronte interno? Hamas è ancora molto forte a Gaza e l’indebolimento della Autorità Palestinese – frutto di una politica mirata in questo senso adottata negli ultimi anni – lo sta rendendo fortissimo in Cisgiordania. La Jihad Islamica Palestinese, finanziata ed armata da Teheran, da un piccolo gruppo che era è diventata una minaccia concreta in grado di avere missili a lunga gittata di produzione iraniana e di insediarsi anch’essa in Cisgiordania oltre che a Gaza. Anche in questo caso se c’è qualcuno che può negare tutto questo si faccia pure avanti.
Eppure, nonostante tutto questo, non abbiamo mai attaccato Netanyahu o il Likud perché per noi vigeva il principio del sostegno a Israele a prescindere.
Poi è arrivato l’ultimo governo Netanyahu, un governo frutto di una alleanza con partiti troppo lontani dalla nostra idea di democrazia per essere sostenuto a prescindere. Non possiamo sostenere estremisti religiosi che nulla hanno da invidiare agli estremisti islamici o cattolici. Non possiamo sostenere personaggi dichiaratamente omofobi, razzisti, gente che ragiona con lo stesso cervello di un suprematista qualsiasi.
Il tentativo di questo tipo di governo di silenziare la magistratura israeliana è solo la punta dell’iceberg. La coalizione che tiene al potere Netanyahu è un raggruppamento di nazionalisti estremisti e religiosi ortodossi che fino ad ora, pur essendo una piccola minoranza, è stata tenuta a freno anche grazie all’intervento dei magistrati.
Non so, in tutta sincerità, se è vero che Bibi rischierebbe moltissimo senza “adeguare” la magistratura alle sue esigenze, so però per certo che quelle piccole minoranze di estremisti tengono il Premier per il collo ricattandolo e minacciando di togliergli l’appoggio se non fa quello che vogliono loro. E tutto questo non c’era nel programma del Likud, checché ne dicano i sostenitori di questo tipo di governo estremista.
Per decenni contro i nostri “nemici” abbiamo usato il fatto che Israele fosse l’unica democrazia in un Medio Oriente pieno di autarchie e dittature islamiche. Ora rischiamo che questo punto di forza ci venga a mancare e in tutta sincerità non ce la sentiamo di appoggiare incondizionatamente un governo con al suo interno quel tipo di estremismo che abbiamo da sempre combattuto.
Per noi il sostegno a Israele rimane un punto fermo, ma per citare quello che diceva l’altro ieri un pilota riservista che protestava contro la riforma giudiziaria e per questo rifiutava di fare addestramento, noi abbiamo giurato fedeltà al regno, non al re.
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