Dopo almeno 600 missili sparati da Hamas e dalla Jihad Islamica contro Israele e dopo le giuste risposte israeliane all’attacco, è stato raggiunto un accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas con la mediazione dell’Egitto.
Lo rendono noto fonti palestinesi ed egiziane anche se al momento non c’è nessuna conferma da parte israeliana.
I due giorni di combattimenti hanno provocato almeno quattro morti tra gli israeliani, tutti civili, e 29 vittime tra i palestinesi, quasi tutti terroristi.
Non è chiaro nemmeno se l’accordo di cessate il fuoco sia stato accettato dalla Jihad Islamica, non proprio un dettaglio visto che con molta probabilità è stato proprio il gruppo terrorista che fa capo a Teheran a dare il via al lancio di missili su Israele.
Una parziale conferma da parte israeliana arriva dalla decisione di cancellare le restrizioni di sicurezza per gli abitanti israeliane delle zone limitrofe al confine con la Striscia di Gaza.
Il cessate il fuoco sarebbe entrato in vigore alle 04:30 di questa mattina ed effettivamente i combattimenti sono cessati praticamente del tutto.
Non sono chiari nemmeno i termini della tregua mediata dall’Egitto anche se fonti palestinesi sostengono che ci sarebbe un accordo con Gerusalemme per la riapertura dei valichi e per un allentamento del blocco su Gaza.
Una decisione sofferta
Quella presa dal Governo israeliano è stata sicuramente una decisione sofferta. In molti in Israele chiedevano una “azione definitiva” contro Hamas, una soluzione però da sempre osteggiata dal Premier Benjamin Netanyahu che non vuole in nessun caso favorire l’Iran che invece punta proprio ad aprire un fronte vasto a Gaza per distrarre risorse dal fronte nord.
Sin da ieri negoziatori egiziani, dell’Unione Europea e delle nazioni Unite cercavano di arrivare a un cessate il fuoco, ma secondo indiscrezioni tutti i tentativi si infrangevano sul rifiuto da parte israeliana di acconsentire alla consegna di denaro del Qatar ad Hamas.
Evidentemente quello scoglio è stato superato dimostrando ancora una volta che l’unico interesse dei terroristi islamici che tengono in ostaggio la Striscia di Gaza è quello di ricevere denaro e non il benessere della popolazione di Gaza.
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