Ieri le proteste in Siria sono arrivate a Damasco dove a protestare sono stati gli studenti universitari. Durissima come sempre la reazione del regime dimostrata da diversi video postati su Youtube. Almeno un morto tra gli studenti e decine di feriti da arma da fuoco.
Il regime siriano ha applicato severe restrizioni ai giornalisti stranieri e alle comunicazioni. Internet ieri era quasi bloccata in tutto il paese e anche le comunicazioni telefoniche non erano nella normalità. Scontri anche in altre città. Nella città portuale di Banias è arrivato l’esercito a sostituire le forze di sicurezza.
Intanto tra il maggiore alleato della Siria, l’Iran, e i Paesi arabi scoppia una polemica a tutto campo. I Mullah iraniani sostengono che dietro alle rivolte siriane ci sarebbe la mano di Arabia Saudita e Giordania. Naturalmente, nella mente malata dei leader iraniani, non manca nemmeno l’intervento occulto di USA e Israele. Si alza la tensione anche tra altri Stati arabi e Teheran. Ieri l’Iran ha espulso tre diplomatici del Kuwait dopo che il piccolo Paese del Golfo aveva fatto altrettanto qualche giorno fa. Tensione altissima anche con gli Emirati Arabi Uniti, che però sono fondamentali per l’Iran al fine di aggirare l’embargo economico, e soprattutto con l’Arabia Saudita che accusa Teheran di fomentare la guerra civile in Yemen, tensione che come detto si è alzata ulteriormente con le accuse rivolte da Teheran a Riad e Amman di essere dietro alle rivolte siriane.
Sembrano intanto essere confermate anche da alcuni video le indiscrezioni che vogliono la presenza in Siria di gruppi di pasdaran iraniani incaricati di reprimere con la forza le manifestazioni pacifiche. L’opposizione siriana denuncia da giorni che uomini che parlano in persiano coordinano la repressione.
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