Se anche i sauditi danno ragione a Netanyahu

27 Settembre 2016

 

Di recente i sauditi ci hanno abituati a un tipo di approccio pragmatico nei confronti di Israele, un cambio di rotta dovuto probabilmente alla crescente minaccia iraniana che aleggia sul Medio Oriente. Ma anche a chi segue giorno dopo giorno la politica mediorientale ed è abituato a tutto e al contrario di tutto, non può non stupire l’editoriale apparso sulla Saudi Gazette nel quale si rimprovera il Presidente palestinese, Mahmoud Abbas (Abu Mazen), di non aver accettato l’invito del Premier israeliano, Benjamin Netanyahu, a recarsi a parlare alla Knesset.

L’editoriale, che non è firmato, ha ricordato che le visite storiche come quella di Sadat in Israele “possono piegare il corso della storia” con riferimento alla prima visita di un Presidente egiziano in Israele che poi ha portato all’accordo di pace tra Egitto e Israele e ha quindi invitato i palestinesi a non avere troppa fretta nel rifiutare l’invito fatto da Netanyahu ad Abbas di recarsi alla Knesset considerandolo sostanzialmente un passo storico che Abbas non ha però capito o non ha voluto recepire.

Ed è questo il punto saliente dell’editoriale che veramente stupisce. La stampa saudita e più in generale quella araba, su Israele comincia a ragione in maniera diversa. Ma non solo la stampa, anche l’opinione pubblica araba è stanca della questione palestinese che per decenni si è trascinata senza alcun costrutto quando poteva essere risolta da tanto tempo. Ieri alcuni documenti trapelati dall’Egitto mostrano una certa insofferenza araba nei confronti di Abu Mazen definito “uno stupido” da un alto ufficiale della intelligence egiziana in un colloquio con Mohammed Dahlan, considerato da più parti il prossimo Presidente palestinese (ammesso che Abu Mazen si decida a lasciare e a indire elezioni). Certi rivelazioni non diventano pubbliche per caso e se anche i sauditi cominciano a dare ragione a Netanyahu e gli egiziani definiscono il Presidente palestinese “uno stupido” forse i tanti sostenitori della cosiddetta “causa palestinese” in occidente, a partire dalla Unione Europea, qualche domanda se la dovrebbero porre sulle vere ragioni per cui il conflitto israelo-palestinese continua a trascinarsi stancamente anno dopo anno. Altro che insediamenti, come dicono Mogherini e Obama, la vera ragione è l’assoluta mancanza di volontà da parte palestinese di risolvere la questione una volta per tutte. Gli insediamenti sono solo il pretesto del momento, ormai è evidente a tutti meno che alla UE della Mogherini e a Obama.

Scritto da Sarah F.

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