Ok, adesso non lo nega più nessuno: siamo in crisi. I ristoranti che, secondo Berlusconi, fino a poche settimane fa erano pieni si sono improvvisamente svuotati. La gente non spende i pochi soldi che ha e la recessione è iniziata. Anni e anni di Governo Berlusconi hanno portato l’Italia sull’orlo della catastrofe e adesso saremo noi cittadini a pagarne il prezzo a partire proprio da oggi quando prenderanno il via una serie di tasse da capogiro.
Il Governo Monti però non sembra parlare solo di tasse ma avrebbe (il condizionale è d’obbligo) iniziato quella che viene chiamata la “fase due”, cioè quella fase che punta allo sviluppo e alla crescita, indispensabile per uscire dalla crisi.
Detto questo, mi sembra scomparsa dall’orizzonte politico la tanto agognata riforma elettorale, importante quanto se non di più della “fase due” dedicata allo sviluppo. Perché sostengo che secondo me è più importante della fase dedicata allo sviluppo? Prima di tutto perché se non ci vogliamo ritrovare di nuovo mafiosi e camorristi in Parlamento deve essere il popolo a scegliere chi siederà sullo scranno di Montecitorio e di Palazzo Madama. Con l’attuale legge elettorale si ha l’impressione che certi personaggi (Cosentino, Dell’Utri e compagnia bella) abbaino una sorta di potere ricattatorio verso che deve decidere le nomine e temo che se la legge rimarrà questa ce li ritroveremo esattamente li dove gli abbiamo lasciati. In secondo luogo perché deve essere il popolo a decidere chi dovrà rappresentarlo. Detto per inciso, a parte i loro famigliari (e non è detta) chi avrebbe votata gente come la Santanché, la Mussolini, Straguadano ecc. ecc.? Credo davvero pochi. Invece sono in Parlamento a fare il brutto e il cattivo tempo e a decidere il nostro futuro.
Ecco perché sostengo che non ci si deve dimenticare della riforma della legge elettorale. Con la crisi che ci affligge e con la stampa (tutta) concentrata sulle tasse e sulla futura “fase due” la riforma del sistema elettorale rischia di essere relegata in secondo piano. Sarebbe un errore tragico che rischia di farci andare al voto di nuovo con la legge porcata studiata da Calderoli.
Roberto Delponte