Riflessioni sulla missione Aspides contro gli Houthi

6 Marzo 2024
Missione Aspides domande a Guido Crosetto

In merito alla missione Aspides contro gli Houthi ci sono alcune cose che proprio non riescono a tornarmi e vorrei quindi proporre pubblicamente alcune riflessioni/domande al Ministro della Difesa, Guido Crosetto.

Siamo o no un Paese della NATO? Nella missione contro gli Houthi denominata Aspides, una missione esclusivamente difensiva volta a garantire il Diritto alla navigazione nello stretto di Bab-el-Mandeb e nel Golfo di Aden, la nostra marina è considerata una marina della NATO oppure no? Nel caso lo sia, un attacco a una nave della NATO non è un attacco alla NATO? E non dovrebbe quindi far scattare l’art.5 che prevede la difesa collettiva e, al limite, l’intervento armato contro l’aggressore?

È normale non intervenire contro l’Iran? Non è un mistero che ad armare gli Houthi dello Yemen sia l’Iran. Non è nemmeno un mistero che sia personale iraniano della forza Quds delle Guardie Rivoluzionarie a manovrare droni e missili lanciati contro gli obiettivi civili e militari. Il Diritto internazionale ma anche la vita di tutti i giorni ci insegnano che non si persegue solo chi spara ma anche chi lo ha armato dandogli la possibilità di sparare. L’Iran usa i proxy come gli Houthi o Hezbollah per muovere guerra ai suoi nemici. Anche questo non è un mistero. Non ritiene che sarebbe quindi corretto avviare una azione militare contro l’Iran? Anche Teheran attacca la NATO. Perché non colpire le fabbriche di missili e droni? L’intelligence ne conosce sicuramente l’ubicazione. Lasciare che Teheran faccia tutto quello che vuole non è un suicidio a livello di politica internazionale? Le ripercussioni sono globali, vedi la crisi in Medio Oriente e la guerra in Ucraina. Non è esagerato affermare che i droni iraniani hanno permesso a Putin di continuare la guerra. È tutto così evidente. Perché non si fa qualcosa?

Se Teheran chiudesse lo Stretto di Hormuz – cosa per niente da escludere – bloccando il flusso di petrolio dei Paesi del Golfo e tutto il commercio via mare dell’area, è da escludere una azione offensiva anche senza le forze americane (che in Qatar hanno una enorme base), oppure aspetteremo per l’ennesima volta che siano gli americani a sporcarsi le mani? Mi sembra che la politica estera iraniana si basi in buona parte proprio sul ricatto e sulla possibilità, anche grazie agli Houthi, di poter bloccare sia lo Stretto di Bab-el-Mandeb che quello di Hormuz, paralizzando così sia il Golfo Persico che la via d’accesso più breve all’Europa. Possibile che si debba sottostare al ricatto degli Ayatollah senza fare nulla?

Se gli Houthi dovessero attaccare nuovamente una nostra nave militare, è considerata legittima difesa distruggere le rampe di lancio dei missili o le basi dei droni oppure ci dobbiamo limitare solo ad abbattere la minaccia? In sostanza, per far contenti i grillini e l’estrema sinistra avete detto (scritto) che Aspides è una missione esclusivamente difensiva, ma non avete specificato se la difesa è esclusivamente passiva o è anche attiva. Una difesa attiva non si limiterebbe solo ad eliminare la minaccia ma eliminerebbe anche la fonte della minaccia.

Franco Londei

Esperto di Diritti Umani, Diritto internazionale e cooperazione allo sviluppo. Per molti anni ha seguito gli italiani incarcerati o sequestrati all’estero. Fondatore di Rights Reporter

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