Il Kurdistan, uno stato e un popolo diviso tra Turchia, Iraq, Iran, Siria e appendici persino in Armenia, uno stato e un popolo che a differenza di quello palestinese, praticamente inventato dal nulla, ha secoli di storia di cui andare fiero.
Nei giorni scorsi abbiamo sentito che Spagna, Irlanda e Norvegia si sarebbero uniti ad altri babbei che riconoscono lo stato terrorista palestinese, Hamastan o HamasISIStan, premiando così i terroristi per il massacro del 7 ottobre.
Ai curdi che invece hanno combattuto e vinto lo Stato Islamico, ISIS, nemmeno un ringraziamento, anzi, li abbiamo lasciati alla mercé di Erdogan, colui che brama a prendere il posto del defunto Abu Bakr al-Baghdadi.
Dunque, si premiano i terroristi e si umiliano i salvatori dell’occidente, coloro che ancora adesso sono un presidio di democrazia nel nord dell’Iraq e nel sud della Siria. Coloro che ancora adesso sono una garanzia contro le milizie sciite legate all’Iran e contro quelle sunnite legate alla Fratellanza Musulmana di Erdogan.
Il Kurdistan e il suo popolo hanno una storia secolare fatta di sottomissioni e guerre, ma anche di orgoglio, di resilienza contro chi occupa le loro terre.
I palestinesi sono un popolo costruito a tavolino, nato negli anni sessanta per volere degli Stati Arabi come arma nella lotta araba contro Israele. Hanno vissuto di sussidi e terrorismo e ora sono diventati l’arma iraniana nella guerra che oppone gli Ayatollah a Israele.
Quello che vogliono riconoscere come stato palestinese si chiama Hamastan o HamasISIStan ed è uno stato terrorista come lo era ISIS.
Volete veramente fare qualcosa per i diritti globali e soprattutto per l’occidente? Riconoscete il Kurdistan. Se non altro se lo sono davvero meritato.
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