Un “pranzo di lavoro” a Doha, in Qatar, tra Abu Mazen e i due maggiori leader di Hamas svela la volontà di Iran e Qatar di riunire tutti i gruppi palestinesi sotto una unica bandiera e di formare un unico grande gruppo terrorista.
Qatar e Iran non ci stanno ad abbandonare i palestinesi come ha fatto l’Arabia Saudita e come stanno facendo uno dietro l’altro anche i Paesi del Golfo.
Ieri il Ministero degli Esteri del Qatar ha praticamente costretto Abu Mazen a incontrare la dirigenza di Hamas a Doha. Il Presidente Palestinese è stato costretto (molto controvoglia) ad andare a un “pranzo di lavoro” con il numero uno di Hamas, Khaled Mashal e con il suo numero due (e probabile futuro successore), Ismail Haniyeh. Obiettivo del Qatar è fare in modo che Hamas e Fatah tornino a dialogare tra di loro e che formino un unico grande fronte contro Israele.
Secondo indiscrezioni però Abu Mazen, pur recandosi al “pranzo di lavoro”, non avrebbe fatto o detto nulla di innovativo tanto che il Ministero degli Esteri del Qatar ha manifestato il suo disappunto facendo trapelare la notizia che il presidente palestinese si sarebbe recato a Doha molto controvoglia e solo dopo “forti pressioni” dell’emiro del Qatar. Abu Mazen è apparso restio a trattare questioni fondamentali come le elezioni in Cisgiordania rimandate a data da definirsi e sulla possibilità di riunire Hamas e Fatah sotto un unico vessillo creando un grande gruppo terrorista.
Un fallimento che però non scoraggia affatto il Qatar pronto a fornire ad Hamas denaro per acquistare armi dall’Iran e da chiunque sia in grado di aggirare il blocco israeliano.
Ed è proprio Teheran la presenza oscura dietro a questo incontro. Il Qatar è l’unico Paese arabo del Golfo ad avere ottimi rapporti e unità di vedute con l’Iran. Ambedue vogliono la distruzione di Israele e sanno che i palestinesi sono l’arma (anche mediatica) più importante che hanno in mano. Ma sanno anche che con Hamas e Fatah divisi la loro potenziale arma di distrazione di massa appare fortemente spuntata.
Sunniti e sciiti uniti dall’odio per Israele
Se in tutto il Medio Oriente sunniti e sciiti sono in conflitto in una guerra settaria che dura da secoli, una guerra che vede il suo apice nella lotta contro lo Stato Islamico e nelle tensioni tra Iran e Arabia Saudita, il Qatar e la Fratellanza Musulmana fanno storia a parte. Ad unire due tra i massimi rappresentanti dell’islam sunnita al più grande rappresentante dell’Islam sciita è l’odio verso Israele e la volontà di distruggere lo Stato Ebraico. A dire il vero il Qatar gioca su più fronti, compreso quello dell’appoggio a ISIS che dell’Iran è teoricamente nemico giurato anche se fortemente funzionale agli interessi iraniani. Ma nel complicato puzzle mediorientale tutto viene superato quando l’obiettivo è la distruzione di Israele. Qatar e Iran sono la rappresentazione perfetta di come l’odio anti-israeliano possa far superare qualsiasi ostacolo settario. Ma il piano di Doha e di Teheran non può funzionare se l’arma più potente contro Israele, i palestinesi, sono divisi da diatribe interne. Da qui la necessità di forzare i tempi prima che Abu Mazen venga messo da parte e sostituito con persone più gradite all’Arabia Saudita e agli altri Paesi arabi del Golfo, come Mohammad Dahlan oppure il nipote di Arafat, Nasser al-Kidwa, che sarebbero poco disposti a seguire Iran e Qatar nella loro bramosia di distruggere Israele.
Per ora il piano è fallito a causa della poca voglia di Abu Mazen a cedere il controllo del business palestinese, ma non è detta che i due principali sponsor del terrorismo islamico si arrendano. I due leader di Hamas sono rimasti a Doha e fonti locali riferiscono che potrebbero incontrare un emissario iraniano o recarsi addirittura a Teheran per pianificare le prossime mosse. Nella ricerca del successore di Abu Mazen c’è il futuro di una parte importante del Medio Oriente. Se Qatar e Iran vinceranno la partita palestinese e riusciranno a unire tutti i gruppi terroristi palestinesi la pace sarà solo un miraggio. Se al contrario vincerà la linea saudita e degli altri Stati arabi allora forse ci sarà qualche possibilità di dialogo tra Israele e arabi con buona pace degli Ayatollah iraniani e del perfido Emiro de Qatar.
Scritto da Antonio M. Suarez