Perché le milizie irachene non attaccano più Israele

Mahmoud al-Mashhadani
Mahmoud al-Mashhadani

Mahmoud al-Mashhadani, presidente del parlamento iracheno, ha confermato in un’intervista pubblicata oggi su una rete dell’Arabia Saudita che le milizie filo-iraniane in Iraq hanno accettato la richiesta del governo di smettere di attaccare Israele, temendo che ciò porterebbe ad una risposta israeliana, ovvero ad un attacco.

Egli ha affermato che il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, nel suo ultimo colloquio con il primo ministro iracheno, ha sottolineato la necessità di limitare le armi in modo che siano solo nelle mani di elementi governativi. Secondo lui, il governo sta lavorando in questa direzione.

Ha osservato che “le pressioni dell’America hanno fermato le intenzioni di Israele di effettuare attacchi contro l’Iraq […] Le minacce di Israele di effettuare attacchi contro l’Iraq sono ancora preoccupanti”.

La settimana scorsa, il quotidiano libanese “Al-Akhbar”, affiliato all’asse sciita, ha pubblicato la notizia secondo cui le milizie filo-iraniane e il governo iracheno avevano raggiunto un accordo sulla cessazione del fuoco dal territorio iracheno verso Israele.

Nell’intervista, al-Mashhadani ha fatto riferimento anche alla situazione regionale dopo la caduta del regime di Assad, affermando che l’Iran “ha molte paure e risentimenti” per quanto accaduto a Damasco. Per quanto riguarda la Turchia e il suo ruolo nell’arena siriana, ha osservato che l’egemonia turca in Siria è chiara, ma ha sottolineato: “Questo è preoccupante. Non vogliamo sostituire Teheran con Ankara”.

Oltre a ciò, al-Mashhadani ha invitato i Paesi arabi “a non rinunciare alla Siria come è successo con l’Iraq”. Ha sostenuto che lo scenario di dividere la Siria in zone di influenza su base settaria dovrebbe essere respinto, considerando che “l’unico beneficiario è Israele […] Il caos siriano è l’interesse di uno o due paesi e non di più”.

Haamid B. al-Mu’tasim

Blogger siriano rifugiato in Italia. Esperto di terrorismo islamico e di dinamiche mediorientali in particolare di Siria e Iraq

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