Se ci sono due paesi che che con le loro ultime mosse geopolitiche rappresentano concretamente la prepotenza islamica questi sono Iran e Turchia.
Mentre l’occidente, compresi gli Stati Uniti, sembrano incapaci di reagire a tale prepotenza che si manifesta praticamente in ogni scenario di primaria importanza in Medio Oriente, l’unico ad opporsi concretamente a quello che Iran e Turchia stanno preparando è Israele, che però è lasciato solo ad affrontare rischi che invece dovrebbero riguardare tutti i paesi del bacino del Mediterraneo e quello mediorientale.
La minaccia turca
Questa mattina sul quotidiano israeliano Yediot Aharonot, è stata pubblicata una analisi molto interessante scritta da Shaul Chorev e dal Dr. Beni Shpeinner (che trovate qui nella versione digitale) nella quale si spiega con dovizia di particolari perché la Turchia dopo l’accordo con la Libia potrebbe bloccare l’accesso al mare per Israele, per la Grecia e per Cipro.
Non è una cosa da nulla, molte guerre sono scoppiate a causa dei contrasti per l’accesso a determinati tratti di mare e quello attualmente conteso (e fatto proprio dalla Turchia) contiene i più grandi giacimenti di gas scoperti negli ultimi decenni.
Per usare un termine tecnico si tratta di “zone economiche esclusive” e di grande importanza per Israele, Grecia e Cipro di cui però la Turchia rivendica il controllo (ma per ora non la proprietà che non potrebbe rivendicare).
Per capirci meglio, la Turchia intende impedire qualsiasi prospezione in un tratto di mare vastissimo che non avvenga dietro al suo assenso. Quello che è successo poco tempo fa ad una nave da ricerca israeliana allontanata dalla marina turca da acque di pertinenza cipriota, potrebbe quindi ripetersi anche in futuro e scatenare da parte israeliana (o greco/cipriota) una risposta non proprio “pacifica”.
La Turchia di Erdogan sta portando avanti una politica estremamente aggressiva in Medio Oriente. In Siria si è appropriata del Kudistan siriano, di fatto una invasione vera e propria. In Libia, per garantire l’accordo raggiunto con il Governo di Tripoli, invierà truppe e mezzi a sostegno di Fayez al Sarraj. Ormai è fuori dalla politica della NATO e presto acquisterà un secondo lotto di missili S-400 dalla Russia. Tiene l’Europa praticamente sotto perenne ricatto con milioni di profughi.
Ormai l’aggressività turca non è più nemmeno mascherata, è palese.
La minaccia iraniana
Non meno importante di quella turca è la minaccia iraniana. Più aggressivi dei turchi, gli iraniani hanno attaccato impunemente alcune petroliere, hanno attaccato (sempre impunemente) l’Arabia Saudita. Vogliono imporre il Premier in Iraq in modo da poterne controllare le mosse. Per farlo non esitano a usare le proprie milizie per sopprimere le proteste degli iracheni. La stessa cosa la stanno facendo in Libano. Hanno ripreso pienamente il loro programma nucleare (ammesso che lo abbiano mai interrotto), e non c’è giorno che passi che non minacciano di distruggere Israele. Sono implicati nella guerra in Yemen e in quella in Siria. Da ieri vantano anche l’appoggio della Cina mentre quello della Russia ce l’hanno ormai da anni.
Naturalmente non basta un piccolo riassunto come quello sopra per descrivere bene quanto sia importante la minaccia iraniana, eppure nessuno sembra fare realmente qualcosa per fermare l’espansionismo aggressivo di Teheran. Neppure gli Stati Uniti.
Cosa fa l’occidente e in particolare l’Europa?
Di fronte a queste due minacce ormai palesi per tutti, l’occidente continua a rimanere inerte, soprattutto l’Europa che invece non solo avrebbe interesse a muoversi, ma è la prima ad essere minacciata dal prepotente espansionismo di Turchia e Iran, perché quando avranno finito in Medio Oriente e in Nord Africa, nel mirino ci sarà proprio l’Europa.
Eppure con l’Iran gli europei continuano a farci affari e a cercare di salvare l’insalvabile accordo sul nucleare. Con la Turchia chiudono tutti e due gli occhi e accettano passivamente anche un accordo assurdo come quello fatto con la Libia che permette ad Ankara di controllare mezzo Mediterraneo orientale. Addirittura c’è ancora chi vorrebbe la Turchia in Europa.
Ormai siamo in una condizione in cui, se ci fosse un governo europeo serio, sarebbe doveroso intervenire in ogni modo possibile per fermare queste due potenze islamiche che nel medio periodo rappresentano uno dei pericoli più seri per l’occidente.
Per non parlare poi degli Stati Uniti che con la loro immobilità stanno letteralmente regalando il Medio Oriente non solo a Iran e Turchia, ma soprattutto a Russia e Cina.
Molte volte si dice che la politica in Medio Oriente è difficile e incomprensibile, fatta di sotterfugi e di alleanze non dichiarate. Beh, lasciatemi dire che la politica mediorientale non è mai stata così chiara, così limpida. Ci sono due potenze islamiche estremamente aggressive che tentano di sottomettere gli altri stati e quando non possono farlo pacificamente (si fa per dire), minacciano di distruggerli.
Non è più il momento, né per l’Europa, né per gli Stati Uniti, di rimanere immobili di fronte a questa vera e propria escalation. Un ruolo importante lo deve svolgere sicuramente la politica, ma turchi e iraniani non possono essere convinti solo con la diplomazia, serve un deterrente militare, una minaccia aperta e non interpretabile, non piccole azioni dimostrative o minacce solo verbali.
Il problema è serio, molto più serio di quanto si pensi a Bruxelles o a Washington, perché se è vero che l’occidente rimane inerte non lo fa Israele che difenderà se stesso e i propri interessi nazionali (e vitali) con ogni mezzo possibile.
E se fino a ieri si parlava di una più che probabile guerra tra Israele e Iran, oggi non sarebbe saggio escludere nemmeno un conflitto armato tra Israele e Turchia. I giacimenti di gas del Mediterraneo sono la miccia perfetta e quello che sta facendo Erdogan, le sue provocazioni, sembrano proprio finalizzate ad arrivare ad uno scontro con Gerusalemme. Possibile che nessuno in occidente lo veda?