Il Pentagono sta studiando un piano per rimuovere le armi nucleari in Turchia. Lo hanno detto ieri sera fonti della Casa Bianca.
Secondo quanto di apprende gli ordigni nucleari sarebbero una cinquantina e sebbene il Pentagono non specifichi con chiarezza dove si trovino è plausibile che sia la base di Incirlik, ad appena 70 miglia dal confine siriano, ad ospitarli.
Le armi nucleari in Turchia sono comunque sotto completo controllo americano e rientrano in un piano di deterrenza della NATO che ha le sue origini ai tempi della guerra fredda.
Sembrava che gli americani avessero trasferito le armi nucleari presenti in Turchia quando nel 2016 vi fu un tentativo (vero o falso) di colpo di Stato contro Erdogan. Ma a quanto pare gli ordigni sono ancora in Turchia.
Erdogan si oppone
Secondo quanto riferito da fonti vicine al Pentagono, il dittatore turco Recep Tayyip Erdogan si opporrebbe con decisione a questo piano tanto da spingere gli stessi funzionari a parlare di “armi in ostaggio”.
Tuttavia le stesse fonti assicurano che gli ordigni nucleari non sono attivi e che i turchi non sarebbero in grado di poterle attivare.
Si tratterebbe di una cinquantina di bombe tattiche di tipo B61 alle quali sarebbe stato tolto il dispositivo di innesco. Tuttavia sarebbe stato aumentato il dispositivo di sicurezza intorno alla base turca.
Le ambizioni nucleari di Erdogan
Il dittatore turco ha recentemente espresso la sua frustrazione per non possedere armi nucleari e ha detto che se la Turchia non dispone di armi nucleari non dovrebbero disporne nemmeno altri paesi, con un riferimento preciso ad Israele.
«Alcuni paesi (Israele n.d.r.) dispongono di centinaia di armi nucleari con le quali spaventano i vicini e sono intoccabili, ma a noi ci dicono che non possiamo averne» ha detto Erdogan durante un comizio del suo partito. «Questo non posso accettarlo» ha poi concluso.
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