Ora è il turno dell’Europa

La Storia offre dure lezioni a coloro che non imparano da essa. Durante la Battaglia d’Inghilterra, Winston Churchill implorò Franklin D. Roosevelt di aiutarlo. Pagò un prezzo alto: ottenne 50 cacciatorpediniere obsoleti e malconci in cambio di contratti di locazione di 99 anni su basi militari che per gli USA erano vitali.

Churchill sapeva che stava barattando un Impero per sopravvivere, mentre Roosevelt, che cercava la rielezione, giocò la sua partita: placò gli isolazionisti in patria mentre posizionava silenziosamente gli Stati Uniti come futura potenza globale.

Il seguente Lend-Lease Act non fu un atto di beneficenza, ma un affare: la Gran Bretagna pagò in anticipo tutto, finché non fu prosciugata. Solo allora l’America prestò armamenti, chiedendo il rimborso di ciò che era rimasto intatto dopo la guerra.

Quando finì la Seconda Guerra mondiale, l’Europa era in rovina, ma l’America rimase in piedi: la sua economia era sostenuta dallo sforzo bellico, il suo esercito era ineguagliabile e il suo dominio globale era assicurato per i decenni a venire.

Nel 1944, stabilendo il dollaro statunitense come principale valuta di riserva mondiale, sostituendo di fatto l’oro, l’accordo di Bretton Woods consolidò ulteriormente la supremazia americana. Questa mossa permise agli Stati Uniti di controllare la finanza globale, portandole una crescita economica e a un’influenza senza pari.

Per decenni, l’Europa ha svolto il ruolo di comprimario sotto la sicurezza dell’ombrello americano. Fu un accordo equo: protezione in cambio di lealtà. L’Europa lasciò che lo zio Sam guidasse: comoda e compiacente.

Adesso è diverso.

Infatti, dal palco di Monaco, con parole brutalmente chiare, J.D. Vance, uno rozzo e ignorante che forse non sa cosa è un mappamondo, ha dichiarato che “l’Occidente non esiste più”.

C’è una verità amara, ma il problema non è la scomparsa dell’Occidente: è che gli Stati Uniti d’America hanno deciso di non esserne più parte.

Un tempo indiscusso guardiano del mondo libero, lo Zio Sam ha rinnegato decenni di politica internazionale e della Difesa.

Ora in Occidente c’è spazio per una nuova leadership: è il turno dell’Europa. Ora, subito, è il momento che l’Europa ricordi e riconosca di non essere il cliente passivo di un lontano Impero, ma una terra di pensatori e guerrieri, la culla della civiltà occidentale.

Anche se molti, convinti di un universalismo tanto attraente quanto vuoto, non vogliono ricordare quante e quali siano le radici europee, Perché le radici emergono sempre: se non le tiri fuori tu, qualcun altro tirerà fuori le sue. E quando questo accade, non è quasi mai divertente: spesso scorre il sangue.

Il momento è adesso: la guardia è abbassata e lo scettro è a terra. L’Europa la raccoglierà o lascerà che il Mondo sprofondi nel caos? L’Occidente ha bisogno di un leader. L’America è distratta da altre cose.

Europa, il palcoscenico è tuo! La Storia non aspetta…

Share This Article
Follow:
Project Manager e autore. Elabora strategie di Project Management. Consulente di un'associazione ucraina di costruttori. Scrive quotidianamente di Ucraina e guerra. Autore di "How to restore Ukraine" e "Kremlin Tales".