Che io sappia, chi voglia raccontare i fatti della vita, a maggior ragione chi professa il mestiere del giornalista, lo dovrebbe fare basandosi sul metodo generalmente riconosciuto come valido, ovvero eseguendo la propria narrazione rispondendo alle canoniche 5 domande: chi, cosa, dove, quando, come.
Il perché è eventuale.
Questa è la base del giornalismo, quella che garantisce fedeltà rispetto ai fatti e agli eventi e il minimo possibile di “colorazione” rispetto alla propria morale e al proprio pensiero.
Peraltro il tutto dovrebbe avvenire eseguendo un rigoroso “fact checking”: un professionista scrive solo di cose che ha accertato essere vere.
Altrimenti non si tratta di giornalismo, ma di opinioni e di fiction: narrativa e romanzi.
Viene detto che Marco Travaglio ha costruito la sua notorietà selezionando dagli atti giudiziari gli eventi ideologicamente a lui più consoni a suscitare emozioni di riprovazione e sdegno, che lui opportunamente “orienta”, in modo che possano dargli successo nella sua opera di dattilografo e possano almeno infastidire, ma forse il suo vero intento è nuocere, chi lui ha preso come bersaglio in quel preciso momento.
Pare che, senza dare prove che reggerebbero una indagine seria, lui trovi sempre agevolmente una preda da mettere in cattiva luce e accusare.
Egli è in effetti un buon dattilografo, eccelle nella estrazione dal lavoro altrui quelle informazioni che la malizia gli indica essergli profittevoli al piano mediatico che sta perseguendo.
La sua pungente dialettica da “primo della classe”, la coltivata abilità di imbonitore, non lasciano scampo: o lo ami, o lo odi.
A causa di questo io lo ho finora per principio ignorato e ne do nelle righe precedenti spiegazione.
Che abbia scritto un libro sulla guerra che la Russia ha scatenato sull’Ucraina non sarebbe motivo per perdere il mio tempo occupandomi di lui: molti altri hanno scritto di questo e io ne scrivo ogni giorno e da ben prima il 24 febbraio 2022.
Peraltro, solitamente io ho cose più importanti da fare che perdere tempo con/per lui.
Fatto è che nel testo pubblicato da “Il Fatto Quotidiano” a presentazione del suo nuovo libro emergono troppe fandonie per lasciare correre: raramente ho trovato tante inesattezze nello stesso testo.
La mia professione non è quella di giornalista, tuttavia, dall’anno 2005 scrivo di fatti della politica della Difesa e della Sicurezza, con particolare attenzione all’Europa dell’Est e alla ex-Unione Sovietica.
Per ragioni professionali, di studio, relazioni personali e esperienza diretta conosco questa guerra in modo piuttosto approfondito.
Travaglio questa volta sostiene di conoscere la verità rispetto alla guerra che la Russia conduce contro l’Ucraina: è l’ennesimo caso in cui lui dispensa a piene mani quelle che ritiene essere certezze, ma stavolta il gioco dura poco.
Infatti, in questo caso si tratta di fatti e eventi descritti e chiariti nel tempo da una molteplicità di fonti, e, se egli non è in malafede e non intende promuovere una certa narrativa, viene da pensare che nella selezione dei materiali per questo libro Travaglio sia stato quantomeno eccessivamente frettoloso.
Ovviamente non comprerò questo libro, ma questo è ininfluente
Fabio Bulfoni
L’articolo de “Il Fatto Quotidiano” che lo propone contiene parti di esso in ordine cronologico, che confuterò in quanto necessario.
A premessa va precisato che l’Ucraina è una Repubblica democratica semi-presidenziale, con sistema multipartitico.
Il potere esecutivo è esercitato dal Governo. Il potere legislativo è esercitato dal Parlamento.
E’ garantita per legge la libertà di religione: le organizzazioni religiose devono essere registrate presso le autorità locali e il Governo centrale.
Una legge del 2019 ha tolto lo status di lingue regionali alle lingue minoritarie, incluso il russo.
Non avvengono in Ucraina persecuzioni per motivi linguistici, e esiste una pratica convivenza delle lingue e degli idiomi, con la ovvia e opportuna assoluta dominanza dell’ucraino negli atti ufficiali e nelle comunicazioni di tipo “non privato”.
Secondo la Costituzione dell’Ucraina, la lingua ucraina è la sola lingua ufficiale dello Stato.
Il Presidente viene eletto con voto popolare per un mandato di cinque anni.
Il Presidente nomina il Primo Ministro, che deve essere confermato dal Parlamento, che ratifica anche la composizione del Governo.
La politica ucraina è caratterizzata dalla divisione in due blocchi: uno filo-occidentale ed europeista e uno filo-russo.
I due partiti filo-russi sono stati dichiarati illegali e sono confluiti all’interno del partito “Blocco di opposizione”, che è stato dichiarato a sua volta fuorilegge nel marzo 2022, a seguito della invasione russa.
Tuttavia il Blocco di opposizione è tuttora presente in Parlamento e di fatto fa parte della maggioranza di Governo a cui garantisce il numero legale, in cambio di “indulgenza”.
I due blocchi elettorali avevano finito per esprimere le diverse visioni etno-economiche, piuttosto che quelle tradizionalmente culturali.
La distribuzione politica spesso coincide con quella linguistica, con russofoni al 30% e ucrainofoni al 70%: i russofoni sono una minoranza.
Il 20 marzo 2022, a causa della loro vicinanza alla Federazione Russa, che ha invaso il territorio ucraino, e del concreto rischio che i loro aderenti potessero compiere spionaggio o destabilizzazione, le attività di undici partiti sono state temporaneamente sospese.
I partiti comunista, fascista e nazionalsocialista sono proibiti e perseguiti da una apposita legge.
Dal punto di vista religioso, trascurando per la loro esiguità numerica gli altri culti (fanno eccezione le popolazioni tatare che solitamente hanno religione islamica), i cristiani ortodossi rappresentano il 60% della popolazione.
Essi sono divisi in Chiesa Ortodossa Ucraina-Patriarcato di Mosca (COU-PM), Chiesa Ortodossa Ucraina-Patriarcato di Kyiv (COU-PK), Chiesa Ortodossa Ucraina Autocefala (COUA).
Il 5 gennaio 2019, il Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli, massima autorità cristiano ortodossa, ha concesso all’Ucraina il tomos, riconoscendo autonomia, autorità e indipendenza alla Chiesa Ortodossa Ucraina Autocefala.
Da allora avviene il transito delle parrocchie dal Patriarcato di Mosca alla Chiesa ucraina autocefala.
Va precisato che i religiosi del Patriarcato di Mosca sono generalmente di cittadinanza russa e si sono più spesso che raramente dimostrati uno strumento di propaganda del Kremlino e anti-ucraini, al punto di negare benedizioni e funerali ai militari, oltre che esercitare propaganda russa nei sermoni.
Non sono pochi i casi in cui religiosi del Patriarcato di Mosca sono stati riconosciuti colpevoli di saccheggio e furto dei beni delle parrocchie che amministravano e conseguentemente perseguiti secondo legge, come ogni criminale sorpreso a commettere un reato.
Con ritardo e in modo blando, il Parlamento ucraino ha posto limiti alle attività del Patriarcato di Mosca, che tuttavia opera sostanzialmente indisturbato.
Cominciamo a vedere i punti che Travaglio pretende di dimostrare, nell’ordine in cui egli li mette nell’articolo di presentazione del libro.
– La storia dell’Ucraina una e trina, sempre a metà del guado fra Europa e Russia.
NO. L’Ucraina non è sempre a metà di un guado, ovunque posizionato: l’Ucraina ha scelto in modo democratico di essere parte della Europa politica e economica.
La Russia vuole soggiogare l’Ucraina, anche con metodi violenti, come ha sempre fatto nei secoli: da quando esiste, la Russia fa così.
– Le eredità del nazismo e del comunismo.
Sono le stesse eredità dei regimi totalitari che ha la Russia, di cui peraltro, la Russia è stata la culla del secondo, di cui è l’erede, pur sotto mentite spoglie.
A proposito di nazismo, la presente bandiera della Federazione Russa è quella della più grande unità collaborazionista nazista sovietica e Putin non ha mai fatto mistero di ispirarsi a Hitler nel modo di governare.
– Gli anni corrotti, ma prosperi dell’indipendenza e della neutralità fra Est e Ovest.
La corruzione è metodo e strumento di governo e politica della Unione Sovietica: tutti i paesi ex-sovietici e ex-Patto di Varsavia ne sono stati affetti e diversi di loro, l’Ucraina inclusa, ne soffrono tuttora.
Quanto a corruzione, la Federazione Russa ne è leader mondiale, anche se molti sembrano non accorgersene o preferiscono “non farci caso”, magari per farci affari.
Dopo essere stata molto ridotta a seguito delle riforme precedenti al 2019, durante la presidenza Zelensky in Ucraina la corruzione è effettivamente “esplosa”.
– Le interferenze russe e occidentali che iniziano a strattonare il Paese.
Le interferenze russe in Ucraina sono visibili e evidenti anche ai ciechi, le presunte interferenze occidentali andrebbero circostanziate e non credute “sulla parola”.
– Le due rivolte “colorate” e “spontanee” che ribaltano le elezioni sgradite agli Usa.
Sicuramente le due rivoluzioni “arancione” e “della dignità” sono sgradite alla Russia, tanto che essa definisce i legittimi e democratici governi che da esse sono nati dei “colpi di Stato”.
Questa è la tesi sostenuta da Travaglio, che evidentemente ignora il giudizio in merito di organismi internazionali e organizzazioni indipendenti e terze.
Vedere a tutti i costi “influenze occidentali” in Ucraina dimostra quanto meno partigianeria.
– Gli interessi affaristici della famiglia Biden.
L’intero “Affaire Biden” è un gigantesco flop: durante la campagna presidenziale USA che portò alle elezione di Biden, Trump chiese alla leadership ucraina di produrre dei “documenti” che potessero aiutarlo a vincere le elezioni.
Ciò fu rifiutato e Trump, allora in carica, gli bloccò aiuti e finanziamenti.
Ad ogni modo, su quella vicenda ci sono stati processi in merito in Ucraina e non hanno portato a risultati, analogamente, provvedimenti giudiziari in merito sono avvenuti negli Stati Uniti.
Il presunto “affaire Biden” va quindi condotto alla competizione politica interna statunitense e non “a ogni costo” all’Ucraina.
– L’America che non si rassegna alla fine della sua egemonia sul mondo e, vinta la guerra fredda, tenta anche di stravincerla a spese di una Russia che, dopo tanti schiaffi, vuole tornare a contare.
NO. Gli USA sono firmatari del “Trattato di Budapest” e sono tenuti da esso a contribuire alle capacità di difesa ucraine.
Anche la Russia è firmataria del “Trattato di Budapest”, ma invece di contribuire alle capacità di difesa ucraine l’ha direttamente invasa.
Si tratta di due approcci diversi rispetto a comuni impegni presi.
– La guerra civile fra i governi filo-occidentali di Kiev e i popoli russofoni e russofili del Sud-Est.
NO. Questa è al 100% retorica della propaganda russa.
E’ stato dimostrato che il cosiddetto “Movimento Separatista del Donbas” è una creatura artificiale di Cremlino e FSB.
Mediante esso la Russia ha inteso creare una presunta legittimità rispetto a un intervento armato teso a modificare l’assetto territoriale di uno Stato sovrano.
Prescindendo da questo, non esistono popoli russofoni e russofili in Ucraina.
Esistono cittadini ucraini che di preferenza parlano russo e, francamente, andare a cercare adesso cittadini ucraini filo-russi rasenta la temerarietà.
– I due accordi di pace firmati a Minsk per non essere rispettati e preparare il conflitto finale.
Questa è una stupidaggine di dimensione galattica!
Gli accordi di Minsk sono un autentico capolavoro di Merkel, Macron e Poroshenko, che hanno guadagnato con essi tempo preziosissimo per preparare l’Ucraina a resistere a una aggressione russa che dal 2014 era certo sarebbe avvenuta.
Putin stesso, sublime stratega, non ha riconosciuto il tranello e se ne è lamentato in più circostanze: la Russia è stata ingannata.
Putin avrebbe dovuto invece dire: “io sono un coxxxne”, ovviamente.
– I voltafaccia di Zelensky e l’invasione di Putin.
Quali voltafaccia di Zelensky? Forse li spiega il libro…
– I negoziati di Istanbul accettati da Kiev e Mosca, ma sabotati dalla Nato, come poi le mediazioni del Papa e di Xi Jinping.
I negoziati di Istanbul sarebbero stati una capitolazione e avrebbero sancito la definitiva fine della Ucraina come Paese libero e indipendente.
Né il Papa, né Xi Jinping hanno esercitato mediazione: uno ha auspicato una aprioristica “pace”, l’altro ha sempre e solo sottolineato quale è l’interesse geopolitico cinese.
Espressioni di desiderio, possiamo definirli.
Non vi fu nessuna accettazione da parte di Kyiv, in quanto secondo l’ordinamento democratico ucraino OGNI accordo sovranazionale deve essere ratificato dal Parlamento, nei cui atti non esiste alcun mandato “a trattare” in merito.
Esponenti politici europei e NATO hanno, da amici, illustrato a Zelensky le conseguenze vere di tale “ipotesi di accordo”, e Zelensky ha capito che entro 10 minuti dalla firma lui stesso sarebbe stato appeso a un lampione da una folla inferocita.
– E il suicidio di un’Europa senza più statisti, governata da scemi di guerra troppo impegnati a salvarsi la faccia per pensare.
Meno male che abbiamo dei geni come Travaglio che ne sanno sempre una in più. Ma dopo.
– Dalla cacciata del presidente neutralista Viktor Yanukovich nel 2014 a furor di piazza, di squadroni della morte e cecchini filoccidentali, vissuta dai filorussi come un colpo di Stato.
NO. Yanuchovich non era e non è neutralista, ma russo fino al midollo (nemmeno pro-russo, ma russo proprio).
Egli ha rifiutato di firmare un accordo di libero scambio con la Comunità Europea ratificato dal Parlamento, del tutto simile a quello che i paesi europei hanno con la Svizzera, con ciò negando le prerogative parlamentari e le legittime aspettative popolari.
Ciò ha scatenato la “Rivoluzione della Dignità”.
Fu la Polizia agli ordini di Yanuchovich a sparare sulla folla.
Ed erano russe le granate lanciate sui manifestanti da sicari n seguito iindividuati come russi.
Yanuchovich e cecchini sono prontamente riparati in Russia, ospiti del Kremlino.
Se i cecchini fossero filo-occidentali, come Travaglio sostiene, essi si sarebbero rifugiati in Russia?
E’ chiaro che Yanuchovich non avrebbe avuto altro rifugio che in Russia.
A ogni buon conto, la Magistratura ucraina ha già sottoposto a giudizio quei fatti e i relativi mandati di arresto e carcerazione sono stati emessi da tempo.
– il tradimento dei due accordi di Minsk, firmati con Mosca e mai attuati dai governi di Petro Poroshenko e Volodymyr Zelensky, ansiosi di entrare nella Nato.
NO. La Russia non ha mai completato la sua parte di impegni degli accordi di Minsk, impedendo con questo all’Ucraina di completare la sua.
Gli accordi di Minsk prevedono:
- PRIMA il ritiro delle truppe russe dai territori occupati del Donbas,
- il controllo dei confini precedenti al 2014 da parte delle truppe ucraine e
- POI procedure di autonomia amministrativa da concordare con i residenti all’interno della Repubblica ucraina.
Ancora, l’impegno di Travaglio non riesce a cambiare la realtà della politica nazionale ucraina e internazionale e le loro dinamiche.
Ogni accordo internazionale che coinvolga l’Ucraina ha origine da un mandato parlamentare, che alla prova dei fatti non esisteva e non esiste, passa per una ratifica parlamentare, che mancando un mandato non poteva e non può avvenire, a cui segue la firma del Presidente.
Cosa dicono o no veri o presunti protagonisti degli eventi è assolutamente irrilevante, come lo è ciò che scrivono di diverso più o meno autorevoli organi di stampa internazionali.
– L’ucraino Podoljak conferma: “La Russia è più vicina alle nostre richieste e ha cominciato a parlare in modo costruttivo”.
Podolyak è un “consulente privato” di Zelensky, in passato ha militato nello staff dell’auto-esiliato Presidente Yanuchovic (quello che secondo Travaglio è neutralista).
I consulenti di Zelensky non sono dipendenti dello Stato, non sono soggetti a scrutinio, nè sono eletti: lui li sceglie, li nomina e ne risponde.
Incidentalmente, il fratello di Podolyak è Tenente Colonnello dello FSB.
Come possa chi ha un fratello nello FSB essere consulente di Zelensky è tutto altro argomento.
– Zelensky dice addio alla Nato: “Da anni si parla di porte aperte dell’Ue e della Nato all’Ucraina, ma abbiamo pure sentito dire che non possiamo entrarci e dobbiamo ammetterlo”. Parole che, dette un mese prima, avrebbero forse evitato l’invasione.
NO. Che l’Ucraina farà parte della NATO è scritto nella Costituzione ucraina e ciò può essere cambiato solo mediante una specifica procedura e ratifica popolare.
L’adesione o meno alla NATO non è nella disponibilità del Presidente ucraino pro-tempore, chiunque egli sia.
– Zelensky invita il Papa a Kiev, “garante della sicurezza” post-negoziato.
A Kyiv il Papa nessuno lo ha ancora visto.
Travaglio!: si scrive KYIV!
– A Istanbul l’avvelenato Abramovich assiste in ottima forma al discorso di Erdogan che accoglie le delegazioni di Mosca e Kiev.
FORSE. Che Abramovich sia stato avvelenato non emerge da nessun documento.
Ma era anche in ottima forma, scrive nella stessa frase…
Probabilmente era indisposto, ma nel frattempo gli è passata.
Il fantasioso Travaglio potrebbe darci lumi, tipo esibire un certificato medico.
A scrivere che qualcuno è stato avvelenato è capace chiunque, soprattutto se l’interessato non lo sa.
– Il documento, firmato dal capo delegazione ucraino Arakhamia, si intitola “Trattato sulla neutralità permanente e sulle garanzie di sicurezza per l’Ucraina” e si snoda su 18 articoli. Putin lo mostrerà nel 2024 incontrando una delegazione di leader africani.
Di nuovo, Arakhamia è il leader della fazione parlamentare del partito di Zelensky.
A prescindere da e nonostante questo, la procedura di discussione, approvazione e ratifica dei trattati internazionali non cambia.
Per quanto ne sappiamo, i fogli che Putin ha mostrato ai citati leader africani potrebbero contenere qualsiasi cosa, potrebbero persino essere la lista della spesa.
E Putin, quale dei tre diversi Putin allora esistenti non lo sappiamo, può mostrare ciò che vuole a chiunque, senza che ciò abbia la minima influenza su ciò che accade in Ucraina.
– La Russia chiede che l’Ucraina non ospiti basi militari straniere e per il resto non obietta su nulla, neppure sull’adesione alla Ue e sul ritiro delle proprie truppe. E, come segno di apertura, promette di abbandonare le zone di Kiev e di Kharkiv. Cosa che farà nei giorni seguenti.
RIDICOLO! Le truppe russe sono state cacciate dalla periferia esterna di Kyiv, città mai effettivamente raggiunta, e dalle regione di Kharkiv a “calci in culo”, subendo enormi perdite umane e lasciando sul terreno equipaggiamenti e materiali.
Checché ne dicano al Cremlino, ma soprattutto, checché ne dica Travaglio, i russi non si sono ritirati dalle regioni di Kyiv e Kharkiv, e in seguito da parte di quella di Kherson, per loro volontà o per quella del Cremlino, ma perché sono stati sconfitti in battaglia.
La rotta russa, che di ciò si tratta, è avvenuta a settembre 2022 e non come erroneamente indica Travaglio a marzo 2022.
– 1° aprile. Bucha, sobborgo a 30 km da Kiev, torna in mano agli ucraini.
Bucha ha 37000 abitanti: chiamarlo sobborgo è quantomeno riduttivo. Signor Travaglio, ogni tanto consulti Wikipedia!
Anche solo ipotizzare che i crimini commessi a Bucha, e Irpin, Borodianka, Hostomel e numerosi altri luoghi in cui siano passate le truppe russe sia opera degli ucraini che lo fanno per incolpare i russi è VERGOGNOSO E OLTRAGGIOSO.
Tali crimini sono stati ampiamente documentati da decine di giornalisti e reporter di testate e televisioni internazionali: dubitare di quei fatti significa essere in malafede.
Decine di poliziotti, esperti forensi e magistrati internazionali hanno partecipato alle indagini e esistono già sentenze di condanna dei responsabili e mandati di cattura internazionali.
– 5 aprile. Il mondo NATO esulta, sperando nella morte dei negoziati.
Per quale motivo la NATO dovrebbe esultare? Per essere trascinata in una guerra che vincerebbe, dovendosi accollare, stante le vigenti norme del Diritto Internazionale, i costi di somministrare sicurezza, cure, alimentazione e servizi civili a un popolo di 140 milioni di disperati?
Sarebbe un suicidio finanziario!
Per questo motivo chi ipotizza che la NATO auspichi di entrare in guerra contro la Federazione Russa dovrebbe farsi vedere, come si dice, da uno bravo.
– 8 aprile. La Russia, come promesso agli ucraini a Istanbul, “ridisloca” nel Donbass le unità finora impegnate sul fronte Nord e nelle regioni di Kiev e Kharkiv.
ASSURDO. La Russia ha ri-dislocato nel Donbas i resti delle truppe sconfitte nelle regioni di Kyiv e Kharkiv perchè in quel momento anche il fronte del Donbas stava cedendo e ai russi servivano truppe e le uniche che la Russia aveva sottomano erano i superstiti delle sconfitte subite nelle regioni di Kyiv e Kharkiv.
– Definitivo il giudizio di Oleksii Arestovych, allora consigliere di Zelensky, anche lui presente ai negoziati: “Erano stati cancellati i due accordi di Minsk 1 e 2, molto pericolosi per l’Ucraina. Quello era l’accordo migliore che avremmo potuto stipulare”.
Degli accordi di Minsk ho già scritto: essi sono stati la salvezza dell’Ucraina.
Travaglio lo sa che Arestovich non è in Ucraina da molti mesi, mentre è spesso ospite dei talk-show russi dove esprime le posizioni della propaganda russa?
Io non so cosa vuole fare intendere il signor Travaglio. Egli sostiene di scrivere la verità relativamente a precise accuse di non volere la pace per l’Ucraina che, secondo la sua verità, avrebbero gli USA, la NATO, l’Europa e forse persino i marziani.
Si tratta di accuse immotivate e ingiustificate.
A meno che questo nuovo libro non appartenga al genere “fiction”, perchè esso ha più di un problema con la verità dei fatti e quella documentale.
A prescindere da tutta questa fuffa che Travaglio ha scritto raccattando testi e indiscrezioni qua e là, me lo ha detto ammioccuggino, esattamente mercoledì (20 novembre 2024) il portavoce del Cremlino Peskov ha ribadito, qualcuno informi Travaglio, che la Russia continuerà a combattere fino al completo raggiungimento dei suoi obiettivi.
Che strano! La Russia non vuole più la pace? Non è che non la ha mai voluta?
Per fare mente locale: gli obiettivi russi riguardo all’Ucraina sono la sua divisione in tre fasce a orientamento verticale, di cui la più orientale, con limite che comprenderebbe la regione di Dnipro, sotto diretto controllo russo, una altra centrale, affidata a un governo locale pro-russo, come la Transdnistria, per essere chiari, e la rimanente fascia occidentale da spartire con accordi da ottenere con Romania, Ungheria e Polonia.
Va da se che in tale assetto per l’Ucraina di Forze Armate, NATO e EU non sarebbe neanche da pensare.
Ma sono Ucraina e l’Occidente collettivo a non volere la pace, secondo Travaglio.
Non siamo in Russia, dove la verità non esiste, ma esistono solo innumerevoli punti di vista.
Al di fuori della Russia la verità esiste e nel libro di Travaglio di verità ce n’è poca.
Ma potrebbe trattarsi di un buon romanzo, a volere perdere del tempo a leggerlo.