Proprio mentre il Ministro degli esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, si accinge a volare a Mosca, a Pechino e in Europa per cercare di salvare l’accordo sul nucleare iraniano (JCPOA) da Teheran arriva l’annuncio che il regime iraniano ha incaricato il presidente dell’Organizzazione dell’energia atomica iraniana di «prendere tutte le misure necessarie per preparare l’Iran a perseguire l’arricchimento dell’uranio su scala industriale senza restrizioni».
Il comunicato rilasciato nella serata di ieri dal regime iraniano è arrivato mentre Zarif stava definendo gli ultimi dettagli del suo viaggio in Europa volto a definire una strategia con l’Unione Europea per salvare l’accordo sul nucleare iraniano dopo l’annuncio dell’uscita degli Stati Uniti dal JCPOA.
Una doccia fredda per Zarif e per il presidente iraniano, Hassan Rouhani, che devono la loro vita politica a quell’accordo, una vittoria per i generali iraniani che invece premono per l’uscita immediata dell’Iran dal JCPOA.
In Iran stanno prevalendo i falchi
Tira una brutta aria a Teheran dopo l’uscita degli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare iraniano. I falchi del regime, da sempre contrari a limitare il programma nucleare, stanno velocemente guadagnando terreno sulla cosiddetta “parte moderata” del regime iraniano. Anche l’annuncio diffuso ieri sera in merito alla ripresa dell’arricchimento dell’uranio su vasta scala, sebbene formalmente non ancora operativo, sembra più uno sgambetto ai tentativi di Zarif di mantenere in piedi il JCPOA. La sua tempistica non lascia adito a tanti dubbi.
Cambia la linea ufficiale del regime iraniano?
Il fatto più evidente di queste ultime ore è quello che viene a cadere la linea ufficiale del regime iraniano sul suo programma nucleare. Fino a ieri l’Iran ha sempre negato di perseguire un programma nucleare per fini militari sostenendo di implementare tale programma solo per fini civili. Ora quella linea è evaporata, prima per l’azione del Mossad che ha portato alla luce migliaia di documenti che provano come l’Iran abbia mentito, poi per l’uscita degli USA dal JCPOA. Ora i generali iraniani fanno intendere chiaramente che quello iraniano è un programma militare.
Non è un fatto da nulla perché porta alla luce lo scontro interno al regime iraniano tra i falchi (i generali dei pasdaran) e i cosiddetti “moderati” che fanno capo al Presidente Rouhani. E sono proprio i falchi che stanno prevalendo. Non proprio una buona notizia per il mondo.
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