Anche l’AIEA (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica) ha confermato sabato che l’Iran ha iniziato ad arricchire l’uranio al 60%.
L’Iran in precedenza non aveva mai arricchito l’uranio sopra la soglia del 20% e questa decisione può significare solo che Teheran vuole arrivare il prima possibile ad un ordigno nucleare.
L’arricchimento dell’uranio al 60% avviene nel sito sotterraneo di Natanz, già sabotato diverse volte.
Ma è palese che i sabotaggi non servono ad altro che a rallentare un po’ la corsa iraniana all’arma atomica. Per fermarla occorre altro.
Qualcuno (gli americani) sostiene che per fermare l’Iran occorre riattivare il JCPOA. E proprio in queste ore sembrerebbe che qualcosa avvenga in tal senso.
In realtà ormai non è più possibile alcun accordo con l’Iran in quanto sono andati oltre la soglia di non ritorno.
Per fermare la corsa iraniana all’arma atomica può servire solo distruggere totalmente le loro capacità nucleari.
Ma siccome i siti nucleari più importanti (come quello di Natanz) sono sotto terra e ben protetti da tonnellate di cemento armato, le uniche opzioni sono l’uso di bombe anti-bunker oppure seppellire tutto con bombe del tipo Gbu-43. La terza alternativa è meglio non nominarla.
Nel primo e nel secondo caso lo possono fare solo gli Stati Uniti e in tutta franchezza non mi sembra che il Presidente Biden sia interessato a farlo.
L’ideale sarebbe che gli Stati Uniti mettano Israele in condizione di poterlo fare fornendogli tutti i mezzi necessari. Ma anche in questo caso il Presidente Biden non sembra molto propenso.
Non sappiamo se negli ultimi periodi della sua presidenza il Presidente Trump ha fatto qualche “regalo” a Israele, ma credo che non abbia fatto in tempo.
Si potrebbe comunque seppellire tutto con un bombardamento a tappeto e colpendo i siti anche con missili da crociera, ma non si otterrebbe la distruzione completa delle centrali.
La terza innominabile opzione può servire a Israele solo per fare pressione sugli Stati Uniti al fine di ottenere il necessario per portare avanti le prime due opzioni. Non oso pensare a quello che succederebbe se Gerusalemme superasse quella soglia.
Quello che è certo è che ormai l’opzione militare non è più rinviabile. Gli iraniani procedono troppo spediti verso la bomba atomica. E se gli israeliani si fanno qualche remora a usare le armi nucleari, gli Ayatollah di certo non se le faranno. Quindi fanno fermati ad ogni costo.
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