Secondo l’intelligence nazionale americana dietro le proteste anti-israeliane non ci sarebbe solo la Fratellanza Musulmana ma ci sarebbe anche l’Iran.
L’accusa arriva dalla direttrice dell’intelligence nazionale, Avril Haines, che ieri ha accusato Teheran di fomentare le proteste anti-israeliane negli Stati Uniti allo scopo di trarre un vantaggio politico e strategico.
L’intelligence americana ha scoperto che alcuni attori legati al governo iraniano si erano spacciati per attivisti online, avevano cercato di incoraggiare le proteste relative alla guerra tra Israele e Hamas a Gaza e avevano persino fornito sostegno finanziario ai dimostranti.
La scoperta potrebbe spingere chi chiede da tempo una linea più dura contro le proteste anti-israeliane ormai diventate apertamente proteste antisemite e pro-Hamas, a insistere ulteriormente con i rettori delle Università e le autorità locali ad usare il pugno duro, anche se questo potrebbe spingere le associazioni in difesa dei Diritti a “urlare” alla violazione del Diritto al dissenso.
La portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, ha affermato che la libertà di espressione è fondamentale per la democrazia americana, ma che il governo ha anche il dovere di mettere in guardia i cittadini dalle operazioni di influenza straniera.
“Gli americani di tutto lo spettro politico, agendo in buona fede, hanno cercato di esprimere le proprie opinioni indipendenti sul conflitto a Gaza. La libertà di esprimere opinioni diverse quando ciò avviene pacificamente è essenziale per la nostra democrazia”, ha affermato.
“Allo stesso tempo, il governo degli Stati Uniti ha il dovere di mettere in guardia gli americani dalle influenze maligne straniere. … Continueremo a denunciare i tentativi di minare la nostra democrazia nella nostra società, proprio come stiamo facendo oggi”, ha aggiunto Jean-Pierre.
La direttrice dell’intelligence nazionale, Avril Haines, a sua volta ha dichiarato che: “Abbiamo osservato attori legati al governo iraniano che si atteggiano ad attivisti online, cercando di incoraggiare le proteste e persino fornendo sostegno finanziario ai dimostranti”.
“Voglio essere chiara: so che gli americani che partecipano alle proteste stanno, in buona fede, esprimendo le loro opinioni sul conflitto a Gaza. Questa intelligence non indica il contrario”, ha chiarito.
“Ma è anche importante mettere in guardia dagli attori stranieri che cercano di sfruttare il nostro dibattito per i propri scopi”, ha aggiunto il capo dell’intelligence statunitense, esortando gli americani a rimanere vigili quando interagiscono con attori online che non conoscono.
A maggio, in una testimonianza al Congresso, Haines aveva avvertito che l’Iran stava diventando sempre più aggressivo nei suoi sforzi per minare la fiducia nelle istituzioni democratiche americane, in particolare in vista delle elezioni presidenziali e congressuali.
“Continuano ad adattare le loro attività informatiche e di influenza, utilizzando le piattaforme dei social media anche per lanciare minacce. È probabile che continueranno a fare affidamento sui loro servizi di intelligence in questi sforzi, così come sugli influencer online con sede in Iran, per promuovere le loro narrazioni”, ha dichiarato martedì Haines.
Già da tempo l’intelligence americana ha scoperto che dietro le proteste anti-israeliane nei campus universitari ci sono elementi della Fratellanza Musulmana camuffati da studenti che istigano alla violenza contro gli ebrei, ma fino ad oggi il coinvolgimento iraniano era solo un sospetto. Ora è una certezza.
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