Perché non puoi paragonare Gaza all’Ucraina. Guida per antisemiti in erba

È diventato seccante questo continuo confondere due cose che non possono essere confuse

By Franco Londei - Editor

Sempre più di frequente nelle discussioni sui social media che riguardano l’Ucraina e i crimini di guerra dei russi, si trovano interventi del tipo «e allora Gaza?» oppure «e allora i bambini di Gaza?». Il «genocidio di Gaza» è sempre presente negli interventi degli antisemiti di razza, quelli ormai inguaribili.

Non starò quindi a cercare di convincere quelli ormai impregnati di antisemitismo allo stato puro. Non li convincerai mai, nemmeno in mille mila anni. Ma siccome nelle tante manifestazioni pro-Hamas (non pro-Palestina) si vedono tanti giovani, cercherò di far capire loro come funziona veramente la questione.

Perché pro-Hamas e non pro-Pal:

questa è la questione delle questioni. C’è una grandissima differenza tra una manifestazione anti-israeliana e una pro-Palestina. La manifestazione anti-israeliana usa le morti civili di Gaza in maniera indiscriminata per attaccare Israele e non per difendere i palestinesi o sensibilizzare sulle vittime innocenti. Se così fosse sarebbe prima di tutto una manifestazione anti-Hamas. Cioè, se ai manifestanti stessero a cuore i palestinesi protesterebbero prima di tutto contro l’uso da parte di Hamas di donne e bambini come scudo umano, cioè contro la ragione principale delle morti civili. Poi magari se la potrebbero prendere con i soldati israeliani per lo scarso uso di bombe di precisione. Ma solo dopo aver individuato in Hamas la causa di tante morti. Il nemico numero uno dei palestinesi è indiscutibilmente Hamas. Chi ama veramente i palestinesi non può prescindere da questo dato di fatto. Gli altri, tutti gli altri manifestano perché odiano Israele e non perché sostengono i palestinesi.

Perché l’Ucraina non c’entra niente con Gaza:

l’indignazione globale, fatti salvi i Trumputinisti, seguita alla strage di Sumy, è stata costantemente disturbata da commenti pro-hamas e da accostamenti della questione di Gaza a quella dell’aggressione russa all’Ucraina. Ora, l’unica cosa che lega le due questioni è che sono il frutto di una aggressione vile e devastante: l’attacco russo all’Ucraina del 24 febbraio 2022 e l’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre 2023. Niente altro.

Perché non puoi paragonare i morti in Ucraina con quelli di Gaza:

Gli ucraini non usano civili come scudi umani come fa Hamas. Sono i russi che attaccano deliberatamente obiettivi civili. Gli Ucraini non mettono i loro centri di comando sotto gli ospedali come fa Hamas, ma i russi li attaccano ugualmente (gli ospedali). In sostanza, non puoi mettere sullo stesso piano chi protegge la propria gente come fanno gli ucraini con chi usa la propria gente come scudo umano e addirittura come arma di propaganda come fa Hamas.

Zelensky non ha mai chiesto «il sangue di vecchi, donne e bambini» come invece hanno fatto Sinwar e gli altri capi di Hamas. Gli ucraini non usano i bambini soldato come fa Hamas.

Genocidio a Gaza

La definizione di genocidio prevede che vi sia «l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, in quanto tale» ma soprattutto la caratteristica centrale del genocidio è l’intenzionalità: non basta che un gruppo venga danneggiato o sterminato, è necessario dimostrare che c’era l’intento deliberato di distruggerlo in quanto tale.

A Gaza l’IDF ha fatto spostare la popolazione civile da un punto all’altro proprio per evitare di colpire i civili. Quale esercito avvisa prima il punto che colpirà poi? L’IDF lo fa proprio per dare la possibilità ai civili di mettersi in salvo. Dov’è quindi l’intenzionalità? Al contrario, Hamas ha bloccato intenzionalmente il trasferimento di civili da zone di conflitto a zone sicure ben sapendo che questo avrebbe comportato la perdita di vite innocenti. Se quindi c’è qualcuno da incolpare per le morti civili a Gaza questi è Hamas, non Israele. In ogni caso, buona parte delle vittime conteggiate dal fantomatico “ministero della salute di Hamas” sono “maschi armati” definizione nella quale rientrano anche bambini di 12/13 anni ai quali è stato dato un fucile e mandati in prima linea.

Genocidio in Ucraina

Posto che la parola “genocidio” non si possa usare con leggerezza, nel giugno del 2022 due importanti organizzazioni indipendenti hanno rilasciato un rapporto che prova senza ombra di dubbio le intenzioni genocide della Russia nei confronti dell’Ucraina. Nelle intenzioni di Putin ci sono tutti i fattori che determinano il concetto di genocidio. Se ciò non è avvenuto è solo perché l’Ucraina ha resistito all’attacco russo, altrimenti oggi ci troveremmo a commentare un vero genocidio e non l’inganno di Gaza.

Pacifismo dei tiranni

Lasciatemi infine dire due parole su quel pacifismo che io definisco “dei tiranni” perché sembra essere pensato apposta per aiutare i tiranni aggressori piuttosto che le vittime delle guerre. Come mai nelle manifestazioni che sempre più frequentemente portano migliaia di persone a chiedere «la pace» si sentono solo richieste volte a disarmare gli aggrediti e non gli aggressori? Come mai si chiede il blocco dell’invio di armi a Ucraina e Israele e non alla Russia e Hamas? Questa cosa è davvero stravagante, non trovate? Temo che quelle migliaia di persone siano spinte all’errore di valutazione da una narrazione errata e in malafede proposta dai leader del movimento del pacifico dei tiranni, e che per questo confondano pace con resa.

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Esperto di Diritti Umani, Diritto internazionale e cooperazione allo sviluppo. Per molti anni ha seguito gli italiani incarcerati o sequestrati all’estero. Fondatore di Rights Reporter