Viaggio a sorpresa del Premier israeliano, Benjamin Netanyahu, a Bruxelles per incontrare il Segretario di Stato americano, Mike Pompeo, a margine della riunione dei membri della NATO tenutasi nella capitale belga.
Secondo fonti israeliane l’oggetto del viaggio di Netanyahu era quello di discutere con Pompeo della situazione in Libano che a causa delle operazioni di Hezbollah rischia di ritrovarsi implicato in un conflitto con Israele.
Il Premier israeliano avrebbe avvisato l’alleato americano che se il Libano non blocca immediatamente le operazioni di Hezbollah sul suo territorio un intervento militare israeliano sarebbe inevitabile.
Netanyahu ha chiesto di fare pressione sul governo libanese affinché prenda il controllo delle operazioni di Hezbollah sul territorio libanese o Israele sarà costretto a intervenire con gravi conseguenze per il paese dei cedri.
Netanyahu ha fatto riferimento ad «alcuni fatti accaduti di recente in Libano che mettono a grave rischio il paese mediorientale», riferendosi probabilmente alla scoperta di fabbriche di missili anche nel centro di Beirut.
Ammonimento drammaticamente serio
Se il Premier israeliano è volato apposta a Bruxelles per avvisare di persona il Segretario di Stato americano di una possibile azione israeliana in Libano, la situazione è drammaticamente seria.
Non si conoscono i dettagli del colloquio avvenuto a porte chiuse, ma appaiono credibili le ricostruzioni secondo le quali Netanyahu avrebbe mostrato a Pompeo alcune strutture di Hezbollah (e iraniane) dove sarebbero stoccate armi e sistemi d’arma consegnati di recente dagli iraniani ai terroristi libanesi con voli diretti da Teheran a Beirut e non più quindi attraverso il territorio siriano. Questo implicherebbe il “tacito consenso” del Governo libanese, il che sarebbe un fatto gravissimo.
Poche le dichiarazione di Mike Pompeo che ha ribadito la «la forza dell’alleanza tra Israele e Stati Uniti» e che «Washington e Gerusalemme sono determinati a fermare l’aggressione iraniana nella regione». Ma sul Libano il Segretario di Stato americano non si è espresso a dimostrazione che la situazione è molto delicata.