Lotta al terrorismo islamico: colpire la Fratellanza Musulmana per vincere

Se si parla di terrorismo islamico non si può non parlare dei Fratelli Musulmani, cioè degli appartenenti a quella vera e propria setta che è la Fratellanza Musulmana. Non possiamo affrontare nessun ragionamento sul terrorismo islamico senza considerare chi c’è sopra questo fenomeno dilagante, senza capire chi è la fonte ispiratrice.

Nell’ottobre del 2013 pubblicammo un report sulla Fratellanza Musulmana nel quale spiegavamo dettagliatamente la struttura europea dei Fratelli Musulmani e come opera questa struttura, quali sono i suoi obbiettivi, ecc. ecc. Da allora non solo le cose non sono migliorate, ma sono addirittura peggiorate. La Fratellanza Musulmana è stata sdoganata come “parte moderata” dell’Islam acquistando quella credibilità internazionale che andava cercando da anni per poter portare avanti il suo progetto di conquista. Solo l’Egitto, Israele e in parte la Tunisia hanno capito veramente cosa è la Fratellanza Musulmana, cioè la fonte ispiratrice e di finanziamento del terrorismo islamico di matrice sunnita, un terrorismo che spazia dallo Stato Islamico fino ad Hamas passando per la vecchia ma sempre pericolosa Al Qaeda. Nel giugno scorso abbiamo pubblicato un nuovo report nel quale spiegavamo come attraverso lo Zakat, la beneficenza islamica, le tante banche islamiche trasferiscono e movimentano fiumi di denaro destinato a sostenere il terrorismo islamico che fa capo alla Fratellanza Musulmana. Non sono cose segrete, basta informarsi un attimo, basta seguire i soldi. Follow the money, diceva un vecchio tormentone tratto dal film “tutti gli uomini del Presidente”. E possibile che i servizi occidentali non sappiano queste cose? Naturalmente no, non è possibile, le sanno perfettamente solo che andare a toccare una istituzione come la Fratellanza Musulmana o addirittura cercare di regolamentare lo Zakat significa entrare a gamba tesa contro il mondo islamico e questo nessuno lo vuole, più per ipocrisia che per paura.

Invece è arrivato il momento di affrontare il problema in maniera molto seria seguendo l’esempio che ci hanno dato due grandi Paesi musulmani, l’Egitto e la Tunisia i quali, guarda caso, sono diventati gli obbiettivi principali del terrorismo islamico. Qualcuno si è chiesto perché? Quale filo lega Egitto e Tunisia? Quel filo si chiama “lotta alla Fratellanza Musulmana”.

Allora, se due grandi Paesi musulmani hanno capito che il problema è la Fratellanza Musulmana perché in Europa si continua a fare di tutto per non toccarla o, addirittura, per favorirla? In alcuni Paesi importanti esponenti dei Fratelli musulmani sono addirittura in Parlamento. E’ come far entrare il ladro in casa aprendogli direttamente la porta.

Ora, sostenere di voler contrastare e combattere il terrorismo islamico senza affrontare il problema della Fratellanza Musulmana è come curare un malato terminale di tumore con le caramelle alla menta. Le malattie si affrontano con le medicine giuste non con dei palliativi.

Prima di tutto occorre prendere il toro per le corna e regolamentare i trasferimenti di denaro dalle banche islamiche verso i Paesi musulmani. Non c’è Zakat che tenga. Noi se facciamo beneficenza lo dobbiamo rendicontare, per quale motivo i musulmani non lo devono fare? Poi bisogna controllare in maniera accurata tutte le moschee facendo chiudere definitivamente quelle che fanno proselitismo per il terrorismo islamico, esattamente come hanno fatto in Egitto e in Tunisia. Infine, la cosa più importante e più difficile da fare, considerare la Fratellanza Musulmana alla stregua di una organizzazione terroristica, perché proprio di questo di tratta. Solo in questo modo si potrà stroncare l’enorme flusso di uomini, denaro e mezzi indirizzato al terrorismo islamico. Ma soprattutto finalmente combatteremo la serpe che ci siamo messi in seno. Si tratta solo di aver il coraggio per farlo senza farsi intrappolare dal mantra della “islamofobia”, un termine usato e abusato dai musulmani ogni qualvolta si tenti di regolamentare e rimettere in riga il mondo islamico. Se vogliamo veramente combattere il terrorismo islamico non possiamo non partire dal colpire con estrema fermezza la Fratellanza Musulmana. Altro che farli entrare nei Parlamenti.

Scritto da Lila C. Ashuryan

redazione

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2 Comments Lascia un commento

  1. Tutto vero.E non verrà mai fatto.Blair aveva come consigliere un fratello musulmano addirittura discendente del fondatore.È un supet esperto dell’arte islamica della dissimulazione:dice una cosa quando parla in inglese e il contrario quando parla in arabo.Lo stesso faceva Arafat.Gli occidentali non lo sanno?Certo che si.Ma Blair continuò ad averlo come consigliere.E poi c’è il Qatar.Non sanno che finanzia l’estremismo?Certo che si ma business is business e il Qatar ha avuto anche i mondiali.Si apprende ora anche per le pressioni di quel brutto figuro di Sarkozy e della Germania.E poi c’è l’Arabia Saudita con il fiume di miliardi spesi nel tempo per costruire moschee e scuole islamiche strettamente wahabite con i relativi predicatori.Il governo Berlusconi neppure la legge sul burqa fece approvare.Figuriamoci la sinistra se impone sermoni in italiano,controllo delle moschee ecc.Abbiamo clandestini “ben conosciuti” dalla polizia che circolano tranquillamente a commettere reati.E poi il problema vero è che nessuna società occidentale potrebbe permettersi se non un numero limitato di islamici,se no ne è prima o poi travolta.Come dimostra eurabia.

  2. già nel 1954 la Fratellanza Musulmana fu dichiarata illegale in Egitto, ci si dimentica troppo spesso di dirlo.
    Mai sarebbe dovuta esser riabilitata invece, è stata data loro un altra opportunità mentre blaterava d’aver rinunciato alla violenza…. e siamo punto e a capo.

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