Finalmente, dopo un vergognoso ritardo che probabilmente è costato centinaia di vittime, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha autorizzato la “no fly zone” sui cieli della Libia. La decisione è arrivata quando in Italia erano circa le 22 e subito, addirittura durante le celebrazioni del 150° d’Italia, si è riunito un mini-consiglio di guerra informale al Teatro dell’Opera di Roma.
L’Italia ha già fatto sapere che non fornirà aerei ma che si limiterà a fornire le basi aeree agli aerei della coalizione che dovrà far rispettare la zona di non sorvolo sulla Libia. Nella notte il Presidente americano, Barack Obama, ha chiamato il Presidente francese e il Primo Ministro inglese per concordare velocemente il da farsi. Oggi a Bruxelles si riunirà il Consiglio Atlantico che autorizzerà ufficialmente la NATO a fornire mezzi e uomini per far rispettare la decisione dell’Onu.
Alla notizia dell’approvazione della “no fly zone” a Bengasi la gente è scesa in strada per festeggiare mentre dal Governo libico sono arrivati messaggi contrastanti. Da un lato un portavoce del Governo ha detto che la Libia è pronta a un cessate il fuoco condizionato (non si conoscono però le condizioni) mentre dall’altro ha lanciato pesanti minacce sia alla comunità internazionale che all’Italia. Il ministro degli Esteri libico, Khaled Kaaim, ha infatti detto che se la Libia verrà attaccata reagirà in tutta l’aera del Mediterraneo e non solo mettendo a rischio la navigazione via mare e aerea e poi a sibillinamente aggiunto: “speriamo che l’Italia si tenga fuori da questa iniziativa”, una chiara minaccia al nostro Paese che in questo conflitto si trova in prima linea.
Intanto si apprende che il Canada ha già inviato i primi aerei i quali probabilmente verranno ospitati proprio in basi italiane. Si parla di tre basi aeree messe a disposizione dal nostro tra le quali, certamente, quella di Sigonella. Per oggi è previsto un consiglio straordinario al quale dovrebbero prendere parte il Ministro della Difesa, quello degli Esteri, quello dell’Interno e, naturalmente, il premier Silvio Berlusconi. Il vertice dovrà analizzare la risoluzione e stabilire il contributo che darà l’Italia.