Secondo quanto si apprende dai media, sia Di Pietro che Maroni sarebbero d’accordo nella applicazioni di quella che negli anni di piombo era chiamata “legge Reale”, dal nome di Oronzo Reale, Ministro della Giustizia di allora che ne fu il redattore.
La Legge Reale prevedeva, tra le altre cose, la possibilità per le forze dell’ordine di usare legittimamente le armi per «impedire la consumazione dei delitti di strage, di naufragio, sommersione, disastro aviatorio, disastro ferroviario, omicidio volontario, rapina a mano armata e sequestro di persona» (art. 14), oppure di estendere il ricorso alla custodia preventiva, sostituendo il precedente art. 238 c.p.p., anche in assenza di flagranza di reato, di fatto permettendo un fermo preventivo di 96 ore (48+48) ore entro le quali va emesso decreto di convalida da parte dell’autorità giudiziaria (art. 3). La legge infine vietava l’uso del casco e di altri elementi potenzialmente atti a rendere in tutto o in parte irriconoscibili i cittadini partecipanti a manifestazioni pubbliche, che si svolgevano in pubblico o in luoghi aperti al pubblico (art. 5).
La Legge Reale aveva anche altri articoli che miravano tutti ad un unico scopo, quello di combattere i fenomeni sovversivi dando alle forze dell’ordine alcuni poteri speciali che permettevano alle stesse di prevenire atti di sovversione o di intervenire quando questi atti erano ancora allo studio.
Con questa legge, la telefonata tra Berlusconi e Lavitola dove il Premier parla di voler dare l’assalto al Tribunale di Milano, di voler accerchiare Repubblica e di voler fare una “vera rivoluzione”, verrebbe giustamente interpretata come la preparazione di un atto sovversivo e quindi Berlusconi dovrebbe essere arrestato. Il fatto poi che il Rais di Arcore sia un Parlamentare (addirittura il Presidente del Consiglio) diventerebbe un aggravante (come sarebbe giusto che sia).
E allora, si vuole fare questa legge speciale che qualcuno ha già pensato di chiamare “Reale Bis”? OK, allora iniziamo con l’arrestare quel sovversivo del Premier perché, anche se come sempre i lacchè berlusconiani cercano di sminuire la portata di quelle parole, quelle frasi presuppongono un atto sovversivo da parte di chi rappresenta una delle più alte cariche dello Stato. Insomma, per una volta se si fa una legge si applichi a tutti e non solo ai poveri cristi.
Carlotta Visentin