In questi giorni si è tornato a parlare di pace in Medio Oriente. Si parla sempre di questo argomento generalmente quando si vuole portare Israele su posizioni non consone allo Stato Ebraico.
E anche questa volta non è diverso con la proposta di pace presentata da Italia e Spagna e della quale si è fatta promotrice anche l’Unione Europea attraverso Josep Borrell e con l’incredibile proposta del Segretario Generale dell’Onu, Antonio Guterres, sull’Iran.
A parte che a Gerusalemme ogni volta che sentono parlare di Borrell e di Guterres suonano tutti i campanelli d’allarme. Se poi ci metti anche Luigi Di Maio e Arancha González Laya l’equazione diventa davvero catastrofica.
Ma andiamo con calma. In questi giorni l’Europa sta spingendo per il piano di pace in Medio Oriente studiato da Di Maio e Gonzales che praticamente prevede di accettare quasi tutte le richieste palestinesi.
Non si parla di robetta da niente ma di tornare ai confini precedenti alla guerra dei sei giorni del 1967, di condividere Gerusalemme come capitale e cosucce del genere.
Di Maio e Gonzales non si sono nemmeno sforzati di scrivere qualcosa di nuovo, probabilmente hanno fatto copia-incolla di qualche documento della Autorità Palestinese o di Hamas.
Lasciamo perdere. Già dovevamo lasciar perdere non appena scoperto che Luigi Di Maio, quello che insieme ai suoi compari del M5S urlava “buongiorno dalla Palestina” quando era in Israele, si era fatto promotore di una iniziativa di pace in Medio Oriente (che già fa ridere così).
Ma la notizia più sconvolgente è arrivata ieri sera quando il Segretario Generale della Nazioni Unite, Antonio Guterrs, ha chiesto agli Stati Uniti di togliere le sanzioni all’Iran per facilitare la pace e fermare il programma nucleare iraniano.
Si, avete letto bene. Secondo Guterres per fermare la corsa alla bomba degli Ayatollah bisogna ridargli accesso ai conti correnti bloccati con miliardi di dollari e riportarli al JCPOA.
In sostanza, per portare pace in Medio Oriente basta fare in modo che gli iraniani possano accedere ai fondi per finanziare Hezbollah, la Jihad Islamica, Hamas e compagnia bella.
Ok, da radio comiche per oggi è tutto. A risentirci alle prossime proposte di pace per il Medio Oriente.
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