Una premessa: sosterrò (e sosterremo) il nuovo Governo di Israele così come ho sempre sostenuto quelli che lo hanno preceduto da ben prima dell’avvento di Netanyahu.
Tuttavia, come ho già espresso in passato, non ho alcuna fiducia in un Governo che sembra nato esclusivamente con l’obiettivo di far fuori Netanyahu e non con quello di difendere il Paese.
Non ho fiducia in un Governo che racchiude estrema destra, estrema sinistra e componente araba e che ha ottenuto la fiducia alla Knesset per un solo misero voto.
Cosa succederà quando immancabilmente sorgeranno attriti con l’Autorità Palestinese o, peggio, quando Hamas attaccherà di nuovo il sud di Israele? Cosa farà Mansour Abbas quando Israele reagirà (se reagirà?).
Cosa succederà quando verranno proposti nuovi insediamenti e Abbas non potrà che opporsi?
Otto partiti che vanno dall’estrema destra all’estrema sinistra passando per un partito arabo che hanno già litigato su tutto, ancor prima della formazione del nuovo Governo.
Festeggiamenti per la caduta di Netanyahu
Hanno ben poco da festeggiare quelli che ieri sera a Tel Aviv manifestavano davanti alla casa dell’ex Premier Benjamin Netanyahu.
Avere un Governo come questo quando l’Iran è alle porte, la minoranza araba durante l’ultimo conflitto con Hamas ha fatto capire chiaramente da che parte sta (con i terroristi), l’Autorità Palestinese soffia sul fuoco e non solo in Israele ma anche in Giordania, alleato chiave dello Stato Ebraico, non mi sembra proprio appropriato.
«Ho sentito quello che ha detto Bennett a proposito di rimanere fermo contro l’Iran, e sono preoccupato, perché Bennett fa l’opposto di quello che promette» ha detto Netanyahu nel suo discorso di commiato. E non ha tutti i torti. Bennet ha fatto tutto e il contrario di tutto, ha detto tutto e il contrario di tutto.
E poi Netanyahu, con riferimento ai recenti riavvicinamenti tra Stati Uniti e Iran ha detto una cosa che deve far riflettere moltissimo: «il primo ministro di Israele deve essere in grado di dire no al presidente degli Stati Uniti su questioni che minacciano la nostra esistenza. Sarà in grado Bennet di farlo?». A giudicare dalla reazione americana per la caduta di Netanyahu si direbbe di no.
Per la cronaca Bennet ha subito replicato a Netanyahu: «Israele non è parte dell’accordo sul nucleare iraniano e manterrà la piena libertà di azione», ha affermato il nuovo Premier israeliano.
Le reazioni che preoccupano
Biden è stato tra i primi a congratularsi con Bennet per la nomina a Primo Ministro di Israele. Con Netanyahu si comportò malissimo quando aspettò diverse settimane per chiamarlo dopo il suo avvento alla Casa Bianca, un vero insulto diplomatico.
Hamas ha fatto sapere attraverso il suo portavoce di essere pronto a “lavorare” con il nuovo Governo israeliano.
In Iran raccontano con gioia la caduta di “Re Bibi”, sperano che questo Governo sarà diverso e attribuiscono alla “vittoria della resistenza” il declino di Netanyahu.
Come ho detto prima e altre volte, noi sosterremo qualsiasi governo israeliano a prescindere da chi ci sarà a guidarlo, ma la presenza del partito arabo Ra’am che con soli tre deputati diventa essenziale per questo Governo, ci lascia francamente molto perplessi.
Non si poteva avere governo peggiore in un momento come questo. Speriamo che Israele non paghi troppo cara la voglia di potere di Bennet.
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