Israele è solo nella lotta contro l’Iran. «A volte la guerra è la soluzione»

By Sarah G. Frankl - Writer

Israele è solo nella lotta contro l’Iran. Lo ha affermato ieri il capo dell’IDF, Aviv Kohavi, durante una conferenza in memoria dell’ex capo dell’IDF Amnon Lipkin-Shahak presso il Centro interdisciplinare di Herzliya.

«Sarebbe meglio se non fossimo i soli a rispondere loro militarmente», ha detto Kohavi in quella che è apparsa come una critica agli Stati Uniti e ai Paesi del Golfo che pure dichiarano di essere nemici dell’Iran.

Poi il capo dell’IDF ha lanciato un cupo avvertimento alla popolazione israeliana sul fatto che quando la guerra con l’Iran arriverà (e arriverà) il primo ad essere colpito duramente sarà il fronte interno, cioè le maggiori città israeliane.

«Deve essere noto e riconosciuto che nella prossima guerra – sia a nord che contro Hamas – il fuoco pesante sarà diretto contro il nostro fronte interno. Sto guardando le persone negli occhi e sto dicendo loro che ci sarà un forte fuoco. Dobbiamo riconoscere questo e dobbiamo prepararci per questo … Dobbiamo prepararci militarmente per questo; le gerarchie civili devono prepararsi per questo; e dobbiamo prepararci mentalmente» ha poi aggiunto il capo dell’IDF.

Aviv Kohavi ha detto che l’IDF stava operando in tutta la regione – apertamente, di nascosto e clandestinamente – al fine di contrastare i piani dell’Iran e dei suoi delegati, anche a rischio di una guerra.

«Nessuno auspica una guerra» ha aggiunto Kohavi. «La guerra è l’ultima risorsa. Ma a volte è anche la soluzione».

Lo scorso novembre era stato l’ex ambasciatore israeliano negli Stati Uniti, Michael Oren, a disegnare uno scenario da incubo in caso di conflitto tra Israele e Iran.

Missile contro comizio di Netanyahu. Immediata risposta israeliana

Ieri sera mentre il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, teneva un comizio elettorale ad Ashkelon, nel sud del Paese, un missile è stato lanciato da Gaza contro la città israeliana. Il sistema Iron Dome ha abbattuto il missile prima che potesse colpire la città.

Era successa la stessa cosa nel mese di settembre sempre in occasione di un comizio di Netanyahu. Dopo 15 minuti il Premier è comunque tornato sul palco lanciando un ammonimento ai terroristi. «La persona che ha sparato il razzo l’ultima volta non è più con noi. La persona che l’ha fatto questa volta dovrebbe iniziare a fare le valigie», ha detto Netanyahu riferendosi alla morte di Baha Abu al-Ata, un leader terrorista della Jihad Islamica palestinese che Israele crede abbia ordinato l’attacco missilistico di settembre.

Immediata la risposta israeliana. Un portavoce dell’IDF ha detto che aerei da guerra ed elicotteri hanno colpito diversi obiettivi appartenenti al gruppo terroristico di Hamas, «compresi alcuni complessi militari del gruppo terroristico».

Missile colpisce base iraniana in Siria. Cinque morti

Intanto ieri sera un missile di cui non si conosce la provenienza (quasi certamente israeliano) ha colpito una base iraniana nei pressi della città di Abu Kamal, al confine tra Siria e Iraq, provocando la morte di almeno cinque miliziani iraniani. È la stessa base che da mesi l’IDF ha messo nel mirino e che ha attaccato in diverse occasioni.

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Vive nel sud di Israele. Responsabile della redazione e delle pubblicazioni Breaking News. Cura i social di Rights Reporter. Esperta del settore informatico. Hacker Etica