Israele e Russia mai così lontani. Parla l’ambasciatore russo nello Stato Ebraico

By Sarah G. Frankl - Writer

Israele non è mai stato così lontano dalla Russia di Putin, sempre più apertamente schierata con l’Iran e con i terroristi di Hezbollah e Hamas. Lo certifica l’ambasciatore russo nello Stato Ebraico, Anatoly Viktorov, in una intervista pubblicata questa mattina dal Times of Israel.

Ha parlato di tutto Anatoly Viktorov, del fatto che la Russia non crede alla versione fornita da Israele in merito all’abbattimento dell’aereo russo in Siria, fino al sostenere “irragionevole” la pretesa da parte di Gerusalemme che non vi siano truppe russe in territorio siriano passando per un aperto sostegno ad Hamas che la Russia giudica “parte della società palestinese” invece che un gruppo terrorista.

L’ambasciatore russo in Israele ha detto di comprendere appieno il fatto che Abu Mazen si rifiuti di parlare con gli americani dopo il trasferimento dell’ambasciata di Washington a Gerusalemme, una azione che Anatoly Viktorov giudica irresponsabile oltre che la causa degli scontri lungo il confine con Gaza e dell’allontanamento della Autorità Palestinese dagli americani.

Aereo russo abbattuto e crisi diplomatica tra Mosca e Gerusalemme

L’ambasciatore russo in Israele calca la mano sull’incidente che ha portato all’abbattimento dell’aereo russo, abbattuto dalla contraerea siriana ma che secondo i militari russi sarebbe stata indotta in errore dai caccia israeliani, una versione che non combacia con quella israeliana che invece sostiene che quando l’aereo russo è stato abbattuto i suoi caccia erano già in territorio israeliano.

«Allo stato attuale, le forze armate russe e israeliane non sono d’accordo sulla causa dell’incidente. Ovviamente il nostro esercito è estremamente deluso dalla valutazione israeliana di questo incidente» ha detto Viktorov.

L’incidente ha innescato una grave crisi diplomatica tra Gerusalemme e Mosca che è ancora in corso. Il ministero della Difesa russo ha ritenuto la manovra di Israele un “atto ostile” e il mese scorso, in risposta all’incidente, ha consegnato in Siria il sistema avanzato di difesa missilistica S-300. Da allora, nonostante l’impegno israeliano, Putin e Netanyahu non si sono più parlati.

Presenza iraniana in Siria

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Mohammad Ali Jafari, capo del Corpo delle Guardie rivoluzionarie iraniane (IRGC)

Anatoly Viktorov sostiene di comprendere le preoccupazioni israeliane in merito alla presenza iraniana in Siria, ma giudica “irrealistica” la pretesa da parte di Gerusalemme di non accettare alcuna presenza iraniana in territorio siriano. «È una richiesta irrealistica», ha affermato Viktorov, «perché la presenza di truppe iraniane e di quelle russe sul territorio della Siria è legittima. Sono presenti su richiesta del legittimo governo siriano. E Israele non dovrebbe chiedere alle autorità russe di trasferire (espellere) gli iraniani dai territori siriani».

«Teheran e Mosca sono partner di Damasco nella lotta contro i terroristi in Siria», ha proseguito, sottolineando che la Russia ha detto all’Iran di limitare le sue attività militari in Siria a questo particolare obiettivo. «Per quanto ne sappiamo, il governo iraniano non prevede di attaccare Israele» ha poi aggiunto chiudendo con una battuta sibillina rivolta al giornalista che lo intervistava: «Posso farti una domanda? Quanti israeliani sono stati uccisi dagli iraniani negli ultimi tre anni? E quanti iraniani sono stati uccisi durante gli attacchi compiuti da Israele sul territorio della Siria quest’anno?».

Su Gerusalemme una decisione sbagliata

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Secondo l’ambasciatore russo in Israele la decisione di trasferire l’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme è stata una decisione sbagliata che ha scatenato, tra le altre cose, gli scontri lungo il confine con Gaza.

«Queste proteste sono state causate direttamente dalla decisione presa da Washington», ha affermato il diplomatico russo respingendo l’idea che le cosiddette rivolte della “Marcia di ritorno”, provocate da Hamas, siano principalmente finalizzate a rompere il blocco di Gaza da parte di Israele. «Piaccia o no, Hamas fa parte della società palestinese». Va ricordato che la Russia non considera Hamas una entità terroristica.

La lunga intervista che potrete trovare sul Time of Israel di questa mattina, certifica sostanzialmente la sempre maggiore distanza tra Russia e Israele che non si trovano d’accordo praticamente su nulla. Non che ci aspettasse qualcosa di diverso, a differenza di quanto in tanti pensano Putin non è un amico di Israele, ma la Russia non era mai stata così esplicitamente schierata contro lo Stato Ebraico come lo è di recente. Il Governo israeliano se ne deve fare una ragione e continuare a fare quello che ha fatto fino ad oggi, cioè impedire in tutti i modi che armi iraniane giungano a Hezbollah e che truppe iraniane si schierino stabilmente in Siria. E se la Russia di Putin non è d’accordo, pazienza.

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Vive nel sud di Israele. Responsabile della redazione e delle pubblicazioni Breaking News. Cura i social di Rights Reporter. Esperta del settore informatico. Hacker Etica