Potenza militare è intimidazione. Questa la strada tracciata dal Grande Ayatollah Ali Khamenei per un Iran padrone del Medio Oriente. E parlare di terrorismo per intimidire l’avversario non è più tabù
Il vero volto dell’Iran non è quello che vorrebbero mostrare gli assurdi burocrati di Bruxelles, Federica Mogherini in testa, oppure l’ala più legata al business dell’Amministrazione Obama, il vero volto dell’Iran lo ha mostrato ieri il leader supremo iraniano, l’Ayatollah Ali Khamenei, durante un discorso ai comandanti della Guardia della Rivoluzione iraniana.
Al discorso di Khamenei c’erano tutti i capi terroristi iraniani legati ai Pasdaran, dal comandante delle Guardie della Rivoluzione, il Generale Mohammad Ali Jafari, fino al comandante della Forza Quds, il Generale Qassem Suleimani, responsabile per le operazioni terroristiche all’estero.
«Gli americani insistono a voler negoziare con noi su tutte le questioni regionali dove l’Iran è presente in particolare sulla Siria, Libano, Iraq e Yemen» ha detto Khamenei agli intervenuti «ma qual’è il loro obiettivo principale legato alla richiesta di questi colloqui? In realtà non hanno nessuno scopo. L’unico obiettivo è quello di evitare la presenza nella regione della Repubblica Islamica dell’Iran, cioè del principale fattore dei fallimenti degli Stati Uniti».
La naturalezza con cui Khamenei elogia la corsa al riarmo iraniano e l’utilizzo della violenza, anche terroristica, da parte delle Guardie della Rivoluzione iraniana per controllare la regione non è solo imbarazzante, è talmente esplicito da lasciare a bocca aperta. «L’unico fattore di rimozione delle minacce militari (agli interessi iraniani n.d.r.) è stato e sarà il potere militare e il potere di terrorizzare il nemico» ha detto con molta chiarezza Khamenei ai comandanti militari della più potente forza iraniana.
Potenza militare e intimidazione con ogni mezzo, questa è la strada da seguire indicata dal leader supremo iraniano a dispetto di tutti i bei discorsi fatti dalle varie Mogherini di turno in occasione dell’accordo sul nucleare iraniano, un accordo per altro violato a più riprese senza che nessuno abbia avuto la decenza di denunciarlo.
La franchezza con cui Khamenei parla anche di usare il terrorismo per intimidire l’avversario (anche se in maniera appena velata) lascia basiti. Dimostra come l’Iran abbia preso consapevolezza del fatto che arrivati a questo punto solo un conflitto su larga scala potrebbe fermare l’espansionismo iraniano, un conflitto che però in occidente non vuole nessuno. Anzi, la corsa a fare affari con il sanguinario regime iraniano è tutt’ora aperta e nessuno in occidente ne vuole rimanere fuori.
La preoccupante escalation della prepotenza iraniana
Nelle ultime settimane si è assistito a una vera e propria escalation della prepotenza iraniana. I barchini dei pasdaran hanno provocato in diverse occasioni le navi da guerra americane nel Golfo Persico arrivando a sfiorare in un paio di occasioni lo scontro armato. L’Iran ha voluto ribadire che in caso di tensione non ci metterebbe niente a bloccare lo Stretto di Hormuz bloccando così la via del petrolio. In Siria i pasdaran hanno notevolmente aumentato la loro presenza in particolar modo nelle zone a ridosso delle Alture del Golan. In Iraq le milizie sciite eterodirette da Teheran si comportano come quelle del califfato. In Libano aumenta a dismisura lo sforzo iraniano per armare gli Hezbollah con armi moderne e tecnologicamente avanzate. E’ una escalation senza precedenti che non può più essere né tollerata né ignorata. Ma a quanto pare la cosa non interessa gli europei più intenti a contare le case in costruzione in Israele piuttosto che la morsa a tenaglia dell’Iran sul Medio Oriente.
Scritto da Sarah F.