Iran, dimostrata larga corruzione tra le IRGC. Regime in crisi

By Haamid B. al-Mu’tasim - Blogger

Un file audio pubblicato da Radio Farda lo scorso 11 febbraio all’interno di una vasta e circostanziata denuncia, ha svelato una ampia corruzione all’interno della Guardia della Rivoluzione Islamica (IRGC).

Nella registrazione, che ha provocato furiose reazioni tra le quali quella della guida suprema, l’Ayatollah Ali Khamenei, si sento due alti funzionari delle IRGC mentre discutono dell’ampia corruzione che aiuta la Forza Quds e più in generale le Guardie della Rivoluzione islamica, a organizzare operazioni all’estero.

Ma soprattutto, quello che è stato svelato in quella denuncia che tante reazioni ha provocato, è la feroce lotta intestina alle Guardie della Rivoluzione Islamica.

Nell’audio si sentono l’ex comandante dell’IRGC Mohammad Ali Jafari e il suo vice per l’edilizia e gli affari economici, Sadegh Zolghadrnia, mentre discutono delle indagini sulla corruzione all’interno dell’IRGC e del comune di Teheran quando era sindaco Mohammad Baqer Qalibaf.

mohammad ali jafari
Mohammad Ali Jafari

La data precisa della registrazione, ottenuta da Radio Farda da una fonte confidenziale in Iran, non è nota ma la conversazione sembra aver avuto luogo nel mezzo di un’indagine sulla corruzione durata anni, emersa per la prima volta nel 2017 e conclusasi nel marzo del 2021 con un alto comandante dell’IRGC e il vicesindaco di Teheran condannati a lunghe pene detentive.

Tuttavia, mentre i media statali iraniani hanno riportato le pene detentive inflitte dalla Corte Suprema, i dettagli delle accuse di corruzione non sono mai stati resi noti.

La registrazione trapelata riempie quindi alcuni dei vuoti e indica che i membri di alto rango del regime e uno dei comandanti militari più importanti della repubblica islamica erano almeno ben consapevoli di quello che stava accadendo all’interno della IRGC.

Quello che per esempio si è saputo ascoltando la registrazione è che il caso di corruzione ha coinvolto entità molto importanti tra le quali Yas Holding, una sussidiaria della Cooperative Foundation dell’IRGC, uno dei tanti fondi opachi finanziati dallo stato iraniano che i Guardiani della Rivoluzione impiegano per esercitare un’influenza significativa sull’economia nazionale.

Si ritiene che le fondazioni siano ampiamente utilizzate per incanalare le entrate verso gruppi che sostengono il regime, compresi i mercenari che lavorano a stretto contatto con la Forza Quds dell’IRGC, che è responsabile delle operazioni militari all’estero.

Secondo quanto riferito Yas Holding era una società di sviluppo creata per sostenere le attività della Forza Quds in Siria. Si ritiene che sia stata sciolta nel febbraio 2018. Alcuni dei suoi dirigenti sono stati condannati al carcere nella sentenza della Corte suprema del 2021 per complicità in frode, riciclaggio di denaro e distrazione illegale di fondi. Tra questi l’ex membro dell’IRGC, Mahmud Seif, e l’ex vicesindaco di Teheran, Issa Sharifi.

Gli argomenti della discussione tra Jafari e Zolghadrnia che si possono ascoltare nel nastro suggeriscono che sia avvenuta prima che Jafari fosse sostituito come capo dell’IRGC nel 2019 e prima che Mohammad Bagher Ghalibaf, che una volta comandava l’aeronautica dell’IRGC ed è stato sindaco di Teheran dal 2005 al 2017, diventasse speaker del Parlamento iraniano nel 2020.

Un’altra figura di spicco il cui nome compare nella discussione è Qassem Soleimani, l’allora capo della Forza Quds, ucciso dagli americani nel 2020. Soleimani in Iran è considerato un eroe nazionale.

Nel file audio, Zolghadrnia dice che Ghalibaf – che èstato accusato di corruzione finanziaria durante il suo mandato di sindaco – era andato da lui offrendosi di firmare un contratto fasullo con l’IRGC nel tentativo di coprire un deficit di 80 trilioni di riyal (circa 2 miliardi di dollari al momento) scoperto durante un controllo della Cooperative Foundation.

Più avanti si sente Zolghadrnia dire a Jafari che Ghalibaf lo aveva incontrato fuori da una moschea vicino alle loro case e gli aveva chiesto di firmare il documento. «Ha detto: Firma questo. Ho detto: Questo è contro la legge, sarà a mio danno e a tuo danno, e danneggerà Jafari. Non lo firmerò», dice Zolghadrnia.

Più tardi nell’incontro, Zolghadrnia sostiene che Hossein Taeb, il capo del temuto ramo dell’intelligence dell’IRGC, aveva fatto pressioni a favore di Ghalibaf e che era “molto arrabbiato” che le cose non fossero andate a modo suo.

hossein taeb
Hossein Taeb

Zolghadrnia dice anche che Jamal Aberoumand, un vice di Ghalibaf che ha anche servito nel consiglio di amministrazione della Cooperative Foundation, gli aveva chiesto di rimuovere alcuni passaggi da una revisione riguardante i fondi mancanti, in linea con quello che Aberoumand ha presumibilmente affermato essere un ordine del leader supremo.

Da parte sua, Jafari rivela nella conversazione che il comandante della Forza Quds Soleimani era “arrabbiato” per l’azione contro la Yas Holding, affiliata all’IRGC, e si era lamentato con il leader supremo, che ha l’ultima parola in quasi tutte le questioni nella repubblica islamica.

«Lui [Soleimani] era arrabbiato per il suo trattamento e quello del ramo dell’intelligence dell’IRGC nei confronti della [Yas Holding]», dice Jafari a Zolghadrnia. «Lui [Soleimani] ha detto che è andato da [Khamenei]».

In altre parti della loro conversazione, Jafari e Zolghadrnia parlano del fatto che l’attuale comandante della Forza Quds, Esmail Ghaani, ha avuto una discussione sui fondi mancanti durante una riunione non specificata, nella quale discutono i debiti della Forza Quds verso la Cooperative Foundation, ed esprimono gioia per il fatto che «Soleimani ha appena capito cosa gli è successo».

L’IRGC riconosce la “violazione”

L’agenzia di stampa Fars, affiliata all’IRGC, il 13 febbraio scorso ha confermato l’autenticità della registrazione audio, sostenendo che è emersa per la prima volta due anni fa, ma è stata recentemente “ripubblicata più ampiamente” evitando di parlare del ruolo di Radio Farda.

Il giorno seguente, il portavoce dell’IRGC Ramezan Sharif ha riconosciuto che una “cattiva gestione” e una “violazione” avevano avuto luogo in una società affiliata alla Cooperative Foundation dell’IRGC e che la magistratura era intervenuta. Ha detto che i trasgressori stavano scontando la loro pena e che i media avevano coperto la questione.

Sharif ha anche tenuto a precisare “con forza” che l’ex comandante della Forza Quds Soleimani non ha avuto alcun ruolo nella Cooperative Foundation affigliata all’IRGC.

Separatamente, lo scorso 14 febbraio l’agenzia Fars ha riferito che la Yas Holding non ha avuto pieno successo nel raggiungere il suo obiettivo di sostenere le attività del cosiddetto Fronte di Resistenza – un termine usato da funzionari e media iraniani per riferirsi a un’alleanza anti-israeliana che include l’Iran, l’Hezbollah libanese, la Siria e gruppi palestinesi – perché era al di fuori della supervisione diretta dell’IRGC e del comune di Teheran.

Molto spudoratamente l’agenzia Fars ha sostenuto che non appena i comandanti dell’IRGC si sono insospettiti delle attività di Yas, sono intervenuti sciogliendo la società e mandando i trasgressori, tra cui Seif e Sharifi, entrambi ex comandanti dell’IRGC, alla corte militare.

Il file audio dell’incontro tra Jafari e il suo vice sarebbe stato pubblicato su un canale Telegram nel gennaio 2019, ma apparentemente è passato inosservato fino a quando Radio Farda ha ricevuto il file di 50 minuti da una fonte all’interno del paese e lo ha ripubblicato sul suo sito web.

In un discorso pubblico del 17 febbraio, il leader supremo Khamenei è sembrato condannare il rilascio del file audio, senza nominare direttamente Radio Farda. Ha detto che i “nemici” stavano spendendo miliardi di dollari per creare divisioni tra il popolo iraniano e l’establishment clericale, esercitando pressioni economiche e diffondendo bugie e accuse contro i pilastri della rivoluzione islamica.

«Sollevano accuse contro i centri che influenzano il progresso della rivoluzione. Un giorno è il parlamento, un giorno è il Consiglio dei Guardiani, un giorno è l’IRGC. Oggi calunniano l’IRGC, gettano fango, anche su un grande martire come Soleimani», ha detto Khamenei, secondo un testo del suo discorso pubblicato sul suo sito web.

L’attivista dell’opposizione Mohsen Sazegara, che ha contribuito a fondare l’IRGC – oggi rifugiato negli Stati Uniti – ha detto a Radio Farda che il file audio ha confermato i rapporti precedenti e le accuse di corruzione all’interno dell’IRGC, che negli ultimi anni è diventato uno dei principali attori dell’economia iraniana, poiché le aziende affiliate si sono rapidamente espanse in settori chiave come le telecomunicazioni, il petrolio e il gas.

«È significativo che l’allora comandante dell’IRGC Jafari parli nel file audio», ha detto Sazegara. «Inoltre, le questioni discusse sono in linea con altre informazioni da altre fonti sulla corruzione nell’IRGC, malversazione, reti mafiose, e così via».

Sazegara ha anche affermato che le recenti fughe di notizie hanno evidenziato le lotte intestine tra le fazioni all’interno dell’establishment clericale, aggiungendo che le informazioni potrebbero provenire da figure all’interno dell’establishment che hanno capito che “stanno servendo un regime corrotto e inumano”.

«Pertanto, Khamenei è costretto a restringere costantemente la piramide del potere per assicurarsi della sua fedeltà», ha detto Sazegara.

C’è stata un’ondata di fughe di notizie senza precedenti dall’interno della repubblica islamica negli ultimi anni, in mezzo a speculazioni su lotte tra fazioni e sul ruolo dei nemici interni dell’Iran.

Negli ultimi mesi, un gruppo autodefinitosi Edalat-e Ali (Giustizia di Ali) ha fatto trapelare documenti confidenziali ai media in lingua persiana al di fuori del paese, evidenziando l’abuso sui prigionieri e la preoccupazione dell’establishment clericale per il crescente malcontento nel paese.

L’audio delle lamentele dell’ex ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif sull’interferenza dell’IRGC nella politica estera – trapelato lo scorso anno – ha fatto scalpore nel paese.

«Non credo che questo file porterà alla pulizia all’interno dell’establishment», ha detto Sazegara. «Le cose sono molto peggio di così, le bande mafiose sono più forti di questo, non se ne andranno con [solo] un file».

Dopo la pubblicazione da parte di Radio Farda della discussione tra Jafari e il suo vice, decine di cittadini hanno preso d’assalto i social media per commentare usando l’hashtag #audio_file in persiano (#فایل_صوتی).

Alcuni hanno detto che in realtà non sono sorpresi dalla corruzione tra gli alti funzionari, mentre altri hanno notato che le risorse che sono state rubate avrebbero potuto migliorare la vita di milioni di iraniani.

«Nell’anno in cui hanno preso [80 trilioni di rial], c’erano 30.000 scuole logore e distrutte. Tutte queste scuole avrebbero potuto essere ricostruite con [50 trilioni di rial] in modo che i bambini di questo paese potessero studiare sotto un tetto sicuro», ha detto l’imprenditore iraniano Pedram Soltani su Twitter il 14 febbraio in reazione alle rivelazioni.

I politici conservatori iraniani, nel frattempo, hanno cercato di minimizzare il significato della registrazione.

Mahmud Abbaszadeh, un membro del comitato per la sicurezza nazionale del parlamento, il 14 febbraio ha detto di aver ascoltato il file audio diverse volte concludendo che “non è niente di speciale”.

Ammesso e non concesso che gli iraniani possano aver ascoltato l’audio o letto gli articoli di Radio Farda (dubito molto che la maggioranza degli iraniani lo possa fare), quello che appare certo è che colpo dopo colpo i vertici iraniani stanno cadendo (troppo lentamente) sotto il peso delle loro malefatte.

Miliardi di dollari intascati sottobanco o spesi per cause che agli iraniani non interessano (come la guerra a Israele o il programma nucleare), il coinvolgimento di mostri sacri come Qassem Soleimani, stanno erodendo le basi sulle quali poggia il potere degli Ayatollah. E presto potremmo avere nuove “sorprese”.

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Blogger siriano rifugiato in Italia. Esperto di terrorismo islamico e di dinamiche mediorientali in particolare di Siria e Iraq