Intelligence: l’Iran potrebbe anticipare l’attacco contro Israele

L'elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti scompiglia i piani degli Ayatollah e potrebbe spingerli ad agire subito approfittando della crisi politica in Israele
Il sistema missilistico Jihad durante la parata militare annuale a Teheran, 21 settembre 2024
Il sistema missilistico Jihad durante la parata militare annuale a Teheran, 21 settembre 2024

L’establishment della sicurezza stima che l’Iran riconsidererà la natura della sua azione contro Israele, preparando un attacco più massiccio. Fonti del sistema di sicurezza ritengono infatti che l’Iran riconsidererà la sua risposta, alla luce della crisi politica in Israele e delle presunte tensioni sorte con gli americani. 

Il licenziamento di Gallant ha sorpreso l’amministrazione statunitense. Nelle ultime ore i funzionari dell’amministrazione hanno inviato messaggi a Israele in cui si chiedevano perché si fosse deciso di licenziare il ministro della Difesa durante la guerra e in un contesto di minacce da parte dell’Iran.

L’estrema coordinazione tra Israele e Stati Uniti è stata un effetto agghiacciante per un significativo attacco iraniano. Ora l’establishment della sicurezza stima che l’Iran cercherà di trarre vantaggio dalla crisi politica e dalla spaccatura che potrebbe sorgere con gli Stati Uniti.

Questa settimana è stato riportato dal Wall Street Journal che l’Iran ha informato i diplomatici arabi che stava pianificando un attacco più ampio e complesso contro Israele rispetto ai due attacchi precedenti, un attacco che includerebbe testate più pesanti. In Iran hanno sottolineato che oltre alle Guardie Rivoluzionarie dovrebbe prendere parte all’attacco anche l’esercito iraniano, poiché quattro dei suoi soldati sono stati uccisi nell’attacco israeliano. 

Fonti di intelligence a Gerusalemme hanno confermato che l’Iran si sta posizionando per un attacco che le stesse fonti ritengono imminente. Non è escluso che una parte del disaccordo tra il Premier israeliano e il suo ministro della difesa riguardi un eventuale attacco preventivo, attacco che vedrebbe gli Stati Uniti fortemente contrari.

L’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti potrebbe però ribaltare le carte sul complesso tavolo da gioco mediorientale. Anche se Trump entrerà in carica tra qualche mese, sia l’attuale Amministrazione che quella che verrà non sembrano certo disposte a lasciare Israele da solo a combattere l’Iran, a prescindere dalle decisioni di Netanyahu.   

Sarah G. Frankl

Vive nel sud di Israele. Responsabile della redazione e delle pubblicazioni Breaking News. Cura i social di Rights Reporter. Esperta del settore informatico. Hacker Etica