Il silenzio sul terrorismo di stato iraniano è un premio al terrorismo islamico

By Franco Londei - Editor

Da due giorni nove milioni di cittadini israeliani stanno subendo uno scellerato attacco da parte della Jihad Islamica, un gruppo terrorista direttamente legato all’Iran con base nella Striscia di Gaza.

Da due giorni nove milioni di cittadini israeliani, cittadini di una stato democratico, cittadini ebrei, arabi e cristiani, non vanno a lavorare o a scuola a causa del continuo lancio di missili dalla Striscia di Gaza per opera della Jihad Islamica.

Ieri l’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Danny Danon, rivolgendosi alla comunità internazionale e al suo silenzio ha detto che «è giunto il momento per la comunità internazionale di capire che il silenzio è un premio per il terrore».

Pensate che si riferisse agli attacchi di ieri? Ai 190 missili sparati in una sola giornata contro la popolazione civile israeliana?

No, sarebbe un errore pensare che l’appello dell’ambasciatore israeliano fosse riferito al solo attacco di ieri, che per inciso prosegue anche oggi anche se in maniera minore.

Israele non è sotto attacco da ieri. Sono anni che Israele è sotto attacco da parte degli Ayatollah iraniani e dei suoi proxy regionali, Hezbollah, Jihad Islamica e vari gruppi terroristi islamici.

Sono anni che con pazienza ma con estrema perseveranza l’Iran sta posizionando le sue pedine intorno al piccolo Stato Ebraico.

Non è una novità per nessuno, non ci vogliamo noi per fare questa “rivelazione”.

L’Iran ha accerchiato Israele usando gruppi terroristici per farlo così come usa gruppi terroristici per attaccarlo, il tutto nel più completo silenzio (quando non accondiscendenza) dell’occidente.

Quel silenzio che ieri il bravissimo Danny Danon denunciava dalle Nazioni Unite. Quel silenzio sull’uso di bande di terroristi da parte degli Ayatollah che non fa altro che favorire e premiare il terrorismo islamico.

In occidente quando si parla di “terrorismo islamico” si pensa subito ad ISIS o ad Al Qaeda. Non si pensa al terrorismo islamico di stato degli Ayatollah iraniani. Perché? Perché su questo tipo di terrorismo islamico c’è un silenzio a dir poco assordante.

Si sono letteralmente ingoiati la Siria, il Libano e l’Iraq (per non parlare dello Yemen), ne hanno fatte di tutte i colori, persino un attacco missilistico all’Arabia Saudita, ma del terrorismo di stato iraniano non se ne parla.

È arrivato il momento per l’occidente di fare delle scelte. O sta con la democrazia oppure sta con il terrorismo islamico. Non c’è una via di mezzo, non ci sono compromessi da raggiungere.

Il regime iraniano ha un piano, quello di distruggere Israele (per cominciare), che sta portando avanti ormai da anni. E non lo fa nemmeno di nascosto. Lo dice apertamente. Ogni mossa fatta dagli iraniani è avvenuta alla luce del sole.

Eppure nessuno (NESSUNO) ha avuto l’ardire di denunciare questa aggressione, di ammettere con la stessa chiarezza degli iraniani che Israele è l’obiettivo dichiarato degli Ayatollah.

Affari, convenienze, ci sta tutto nel silenzio dell’occidente su questa aggressione. Quello che invece non ci sta è l’ipocrisia con la quale quello stesso occidente che parla tanto di libertà e di Diritto tace di fronte a cotanta prepotenza.

Ieri, proprio mentre Israele era sotto attacco missilistico da parte della bande islamiche iraniane, l’Unione Europea votava per marchiare i prodotti israeliani provenienti dagli insediamenti (il sogno della Mogherini).

Che tempismo, che coordinazione. Viene quasi da pensare che lo abbiano fatto apposta.

L’Unione Europea, simbolo di libertà e democrazia, che dopo oltre 70 anni torna a marchiare i prodotti ebraici ma che tace sul terrorismo di stato iraniano. Accoltella una democrazia e favorisce un regime islamico, con tanti saluti alle belle e giustissime parole di Danny Danon.

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Esperto di Diritti Umani, Diritto internazionale e cooperazione allo sviluppo. Per molti anni ha seguito gli italiani incarcerati o sequestrati all’estero. Fondatore di Rights Reporter