Il 13 aprile del 2019 c’è stato un raid dell’aviazione israeliana contro dei compound iraniani a Masyaf, nella provincia siriana di Hama. Fin qua nulla di nuovo, se non fosse che i jet israeliani hanno utilizzato per la prima volta il nuovo gioiello prodotto dall’IMI Systems (Israel Military Industries), il missile Rampage.
Si tratta di un missile supersonico a lungo raggio che può essere utilizzato in ogni condizione meteorologica, anche di notte, al di fuori dello spazio aereo nemico (tipo “stand-off”). Ha un raggio di azione di più di 100 km ed è dotato di un avanzato sistema di navigazione e precisione. Il Rampage deriva da un progetto per un missile balistico da lanciare da una piattaforma fissa.
Lo sviluppo e l’utilizzo del missile è stato accelerato dopo l’abbattimento dell’F-16I “Sufa” del febbraio 2018, colpito da un missile del sistema S-200 delle forze siriane. Il velivolo si schiantò in territorio israeliano con i due piloti che riuscirono a salvarsi eiettandosi con i seggiolini.
L’aereo che lo trasporta (possono portarlo gli F-15, F-16 e F-35 in dotazione alla IAF) è in grado di lanciarlo fuori dal territorio nemico (ad esempio dal sud del Libano), impostando le coordinate prima del lancio, in modo che arrivi a una specifica velocità sul bersaglio per creare più danni possibili, anche se pesantemente difesi.
Alcuni ex piloti da caccia, che hanno potuto visionare dei filmati in digitale su You Tube che ne descrivono le modalità di utilizzo e le caratteristiche, hanno dichiarato che la preparazione del lancio di questo missile è molto simile a quello che avviene nei combattimenti aerei tra caccia, in cui il pilota cerca di dare al missile la migliore traiettoria possibile per colpire l’obbiettivo.
L’aviazione israeliana utilizza altri due tipi di missili simili, il Delilah, sempre prodotto dalla IMI, e lo SPICE della Rafael, che a differenza del Rampage non sono supersonici.
Come riporta la pagina Image Sat Intl, durante l’attacco sono stati distrutti degli hangar o magazzini di stoccaggio e assemblaggio di missili balistici, in un settore della base occupata dagli iraniani, eretto probabilmente tra il 2014 e il 2016. L’area era stata già “visitata” dai jet israeliani tra il settembre 2017 e l’estate 2018. Nella zona sono presenti anche sistemi missilistici S-300 siriani e S-400 russi.
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