Il mondo si arrende ai talebani e alla prepotenza islamica

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Quello che appariva evidente ormai è diventato palese. I talebani hanno vinto e il mondo si deve piegare ai loro diktat conditi di violenza e crudeltà. A sancirlo è stato l’annuncio, incredibilmente trionfale, dato ieri da Barack Obama in merito a colloqui diretti, che si terranno questa settimana in Qatar, tra l’amministrazione americana è una rappresentanza di talebani.

E’ una devastante sconfitta della civiltà, una resa senza condizioni alla prepotenza islamica più estremista, quella che ammazza le bambine che vanno a scuola, che spara in testa a una ragazzina perché scrive su un blog, che uccide innocenti nei mercati, che impone in Afghanistan e in Pakistan un regime islamico di stampo medioevale che non ammette critiche o altre fedi e che non esita a ricorrere alla violenza più cruda per terrorizzare e soggiogare la popolazione.

Purtroppo Obama ci ha abituati a queste mosse suicide. La sua politica estera è riuscita in poco più di quattro anni in quello in cui non era riuscito nessun esercito islamico in secoli di storia: la conquista armata di Medio Oriente, Asia e Nord Africa, il tutto senza nemmeno faticare più di tanto, anzi, proprio con il sostanziale contributo americano. I complottisti direbbero che è tutto frutto di un piano deliberato e studiato dall’islamico Obama. Io non voglio arrivare a tanto ma, o siamo di fronte alla più grande catena di errori della storia oppure qualcosa di vero nella teoria complottista ci deve pur essere. Francamente propendo per la prima teoria. Obama è un incapace e ha commesso un errore dietro l’altro finendo per consegnare mezzo mondo all’estremismo islamico.

E l’ultimo atto di questa incredibile catena di errori vedrà la luce questa settimana con la resa incondizionata ai talebani, la rappresentazione in assoluto più violenta di quell’Islam che invece andrebbe combattuto con ogni mezzo. Per di più con questa decisione Obama demolisce uno dei pilastri delle democrazia americana che sancisce che con i terroristi non si tratta.

Ora, a prescindere da quello che decideranno gli inviati di Obama in Qatar e se faranno o meno concessioni ai talebani (che non vanno certo a Doha per fare una gita di piacere), il fatto stesso che si ammetta pubblicamente e con una certa enfasi che si darà il via a una trattativa ufficiale con i peggiori terroristi del mondo è già una sconfitta. Se poi, come è prevedibile, questa trattativa taglierà fuori in un colpo solo il Governo afghano e quello pakistano, la sconfitta sarà totale e senza attenuanti. E si, perché è evidente che i talebani puntavano da tempo a una trattativa diretta con gli USA proprio finalizzata a delegittimare il governo afghano di Hamid Karzai e a mettere in difficoltà quello pakistano. Obama gli ha servito tutto questo su un piatto d’argento senza nemmeno pensare alle conseguenze. Non per niente Karzai, che rimane comunque un pessimo governate e un uomo estremamente corrotto, si era fermamente opposto a questi colloqui mentre il Pakistan aveva sollevato molti dubbi specie sul fatto che questo tipo di colloqui finirà per legittimare ufficialmente un gruppo terrorista che in Pakistan (potenza nucleare) controlla ampie zone del nord del Paese.

Non so francamente dove ci porteranno altri tre anni di amministrazione Obama, ma temo che visti i precedenti ci dovremo preparare a un lungo periodo dedicato unicamente a rimediare ai suoi devastanti errori, ammesso che ci diano il tempo di farlo (gli estremisti islamici), perché di questo passo ci ritroveremo la Jihad sotto casa e non sarà una cosa bella.

Miriam Bolaffi

redazione

Le redazioni italiana e israeliana di Rights Reporter

4 Comments Lascia un commento

  1. Io lo scrissi su questo sito più di un anno fa. La guerra in Afganistan non poteva essere vinta e questo indipendentemente da Obama. Nella storia nessun conquistatore neanche quelli considerati invincibili come Gengis Khan o Alessandro Il Grande sono mai riusciti ad avere la meglio sulla Afganistan (le truppe mongole subirono la loro prima vera sconfitta proprio in terra afghana, e come dimenticare che la prima sconfitta della falange macedone fino ad allora imbattuta avvenne proprio sulle rive del fiume Osso). Alla fine anche se ci fosse stato il più fervente repubblicano alla Casa Bianca avrebbe capito che questa guerra stava diventando soltanto un’inutile dissanguamento di uomini denaro e mezzi. C’è anche la possibilità che Obama abbia deciso di intervenire in Siria e per far questo deve chiudere un fronte per poterne aprire un altro. Come scrissi su questo sito più di un anno fa, l’errore da parte dell’Occidente è stato quello di considerare l’Afghanistan come uno Stato, mentre si tratta a tutti gli effetti di una società tribale dove non vige il diritto, bensì la forza. Potrei anche pensare, che fu proprio la sconfitta in Afganistan a decretare il destino dell’Unione Sovietica, suppongo che questa sconfitta rappresenti il canto del cigno del decadente Occidente, come la sconfitta di Adrianopoli rappresentò il colpo mortale al decadente e civile impero romano nei confronti dei barbari ma gagliardi guerrieri che venivano da nord e da est.

  2. Che nessuno è mai riuscito a piegare e sottomettere l’Afghanistan è vero. Ma tutto il discorso parte da basi sbagliate: questo intervento, a differenza di quello sovietico e degli altri precedenti, non era contro l’Afghanistan, bensì contro i talebani, contro i quali era anche la maggioranza della popolazione. E se non fossero stati commessi un’infinità di mastodontici errori, questa guerra si sarebbe vinta alla grande. Poi è arrivato Obama che agli errori precedenti ha aggiunto la sua ferma determinazione a distruggere gli Stati Uniti e l’occidente.
    Queste cose non le avevo già scritte in questo sito più di un anno fa, ma spero che siano ugualmente considerate valide.

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