Titolo volutamente ingannevole. Il Governo di Naftali Bennet non ha cancellato il nucleare iraniano nel senso che non è più un problema. Lo è eccome, non è più un problema per lui e per la sua allegra compagnia di soci politici.
A farlo notare questa mattina è il quotidiano Yedioth Ahronoth, non proprio un amico di Benjamin Netanyahu, il quale evidenzia come a differenza del vecchio Premier questo “innovativo Governo” si guarda bene dal parlare del problema rappresentato dal programma nucleare iraniano.
È come se si trattasse di un problema minore e non di un problema esistenziale per Israele. Come se avessero delegato altri (gli Stati Uniti n.d.r.) a risolverlo per via diplomatica quando sappiamo benissimo che quella strada non funziona.
E allora ieri sera Naftali Bennett, Yair Lapid e Avigdor Lieberman apparsi insieme per parlare della manovra economica e del futuro di Israele, si sono magicamente dimenticati di dire che il futuro di Israele non è legato solo all’economia ma anche al programma nucleare iraniano.
Non che durante l’allegra riunione la stampa si sia comportata tanto meglio, più interessata a questioni interne che a quel piccolo problemino che è il programma nucleare iraniano.
Naftali Bennet ha cancellato il programma nucleare iraniano come fece con la povertà un noto politico italiano?
Sembra proprio di si, e anche con gli stessi risultati perché così come la povertà non ha smesso di affliggere l’Italia, così il programma nucleare iraniano non ha smesso di essere una minaccia esistenziale per Israele.
Bennet ha sempre accusato Netanyahu di aver parlato molto e di aver fatto poco rispetto alle promesse sul programma nucleare iraniano. Tuttavia ad oggi l’attuale Premier israeliano non è che sembra molto interessato all’argomento, come se lo avesse delegato ai colloqui di Vienna che riprenderanno il prossimo 29 novembre, speriamo senza qualche sorpresa prima del loro inizio.
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