Il colpo di coda delle caste

Per qualche giorno abbiamo avuto la sensazione che la politica italiana (fatte alcune eccezioni) fosse improvvisamente diventata responsabile e che pensasse al bene del Paese, che fosse improvvisamente diventata responsabile e che sostenesse appieno il Governo Monti. Una mera illusione durata appena il tempo di un battito d’ali.

Nel giro di pochi giorni (in qualche caso poche ore) la casta è tornata a fare la casta, cioè quell’agglomerato di sanguisughe a cui il bene del Paese non interessa niente ma che è concentrata esclusivamente suoi propri interessi, siano essi politici che personali (quando non entrambi). Ma in Italia di caste non c’è solo quella politica. C’è un’altra casta che all’apparenza inganna in quanto fa credere di essere agli antipodi della politica e che quindi, proprio per questo, di tutelare i cittadini: i sindacati. Cosa sarebbe dei sindacati se non ci fosse la politica o se la politica stessa fosse qualcosa di diverso dal solito magna magna a cui siamo purtroppo abituati? Nulla, sarebbe il nulla.

Sarà per questo che in questi ultimi giorni sia dalla politica che dai sindacati sono arrivati quei “paletti” che  tutti purtroppo temevano e che possono rendere vani gli sforzi del Governo Monti di mettere una pezza ad anni di errori e di malapolitica, di assurde concessioni ai sindacati (le baby pensioni e via dicendo) che hanno avuto come unico risultato quello di tagliare fuori una intera generazione di italiani dall’accesso ad un equo trattamento sociale.

Questi (politici e sindacati) non vogliono lasciare, non vogliono convertirsi al nuovo corso politico inaugurato con questo Governo, snello, pratico e concreto. Certo, ancora ne sappiamo poco delle misure che prenderà e magari tra pochi giorni ci troveremo a maledirli per quello che stanno facendo, ma quale alternativa abbiamo alle necessarie e dolorose riforme necessarie a traghettare il nostro Paese fuori dal mare di merda in cui si trova? Nessuna. A meno che non si voglia tornare al passato prossimo nel quale, a parte le caste (compresa quella degli intoccabili dipendenti statali e pubblici), tutti gli altri dovevano arrangiarsi come meglio potevano.

Riuscirà il Governo Monti a schivare il colpo di coda delle caste? Speriamolo, o almeno lo sperino i milioni di ragazzi che al momento non hanno alcun futuro e che sono completamente tagliati fuori dallo stato sociale, che con le attuali regole non avranno mai la pensione o un lavoro degno di questo nome. Lo sperino i loro genitori, almeno quelli che per i loro figli sperano in un futuro migliore. O si cambia a desso o non si cambia più. O si emerge dalla merda ora, o si torna ad affondare sotto i colpi delle caste.

Bianca B.

redazione

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