Tempo fa Beppe Grillo fece intendere (aggettivo oscuro con quando si parla del padrone del M5S) che i suoi soldatini in Parlamento avrebbero votato quelle proposte che coincidevano con il programma del Movimento 5 Stelle o che avrebbero ritenuto buone. Di fatto l’episodio dell’elezione del Presidente del Senato conferma esattamente il contrario.
Si può non essere d’accordo con l’appartenenza politica di Pietro Grasso, si può anche contestare la sua provenienza dalla magistratura come fanno i berluschini, ma l’uomo, la sua caratura e la sua moralità non sono in discussione. Quindi? Dove è finito l’intento del M5S di votare a favore delle scelte giuste? Dov’è finita quella voglia di cambiare il modo di fare politica? D’altra parte, va ammesso, se il PD ha presentato la candidatura di Grasso invece che quella della Finocchiaro lo si deve quasi sicuramente alla presenza del M5S in Parlamento. Invece di sottolineare questo, che è un indubbio merito, Grillo ha preferito continuare nella sua linea del NO a prescindere.
Cosa ci porta a pensare tutto questo? Che in effetti l’intento di Grillo e dei suoi sodatini in Parlamento sia tutto fuorché quello di cambiare le cose dall’interno, anzi, ci porta a pensare che Grillo punti dritto dritto allo sfascio del Paese. Chissà, magari avrà i suoi buoni interessi che non sono, come in tanti pensano, interessi elettorali. Se infatti Grillo portasse il Paese a nuove elezioni (e quindi allo sfascio) una grandissima fetta di quelli che lo hanno votano sperando in lui gli toglieranno la fiducia. E’ ridicolo puntare a riduzioni della spesa pari a qualche decina di milioni di euro (quelli derivanti dalla riduzione degli stipendi dei parlamentari e dal rifiuto dei rimborsi elettorali, per quanto giusti) quando una evenienza simile ci costerebbe miliardi di euro. Questo anche un bambino lo capisce. E lo capirebbero anche gli elettori moderati del M5S, non quelli duri e puri della base, ma quelli dell’ultima ora che hanno portato il Movimento da meno del 10% a oltre il 25%, quelli che hanno voltato la faccia ai “vecchi partiti” per cui votavano fino a ieri, cioè quelli che si aspettano qualcosa di concreto dai grillini. La miriade di critiche avute dal post di Grillo in cui definiva “traditori” i senatori del M5S che avevano votato per Grasso ne è la prova lampante.
Eppure la cosa non sembra scalfire affatto il padrone del Movimento 5 Stelle che continua imperterrito nella sua linea sfascista del NO a prescindere. Quali siano i veri motivi di questo atteggiamento non lo sappiamo ancora. Di sicuro tra questi motivi non c’è né il bene del Paese né tantomeno la voglia di cambiare le cose dall’interno.
Bianca B.
Seguici su…