Ieri sera ho avuto modo di vedere praticamente in diretta una chat privata tra una fonte libanese e alcuni giornalisti che mi dicono essere italiani e inglesi.
Il libanese avvisava che c’erano morti e feriti tra i civili ma ai giornalisti interessava solo sapere se tra le vittime c’erano bambini e quanti erano. Una cosa incredibile. Tutti lì a sbavare, quasi a sperare che ci fossero bambini tra le vittime così da poter sparare il titolone.
Noi di RR ci eravamo già accorti su Twitter che, oltre ai video e immagini fake (fatti malissimo) c’era questo interesse quasi morboso per sapere se tra le vittime civili, ammesso che si possa distinguere tra miliziani e civili, ci fossero bambini.
Ai giornalisti (chiamiamoli così giusto per dar loro una collocazione) non interessava affatto quello che il libanese aveva da dire, tra l’altro non lesinava attacchi a Hezbollah, no, a loro interessava esclusivamente sapere se tra le vittime ci fossero bambini o, in seconda battuta, donne.
Se nella realtà non si ripete del tutto lo schema di Gaza, grazie al fatto che il Ministero della salute libanese è certamente più attendibile di Hamas, nel mondo virtuale girano numeri e resoconti destituiti di ogni fondamento. Addirittura video e immagini risalenti alla guerra in Siria che mostrano distruzioni assolutamente non compatibili con la situazione in Libano.
Quello di questi “giornalisti” è uno sciacallaggio sulle vittime innocenti – come ce ne sono in tutte le guerre – che lascia francamente inorriditi. Questa maniacale ricerca di bambini vittime di bombardamenti, anzi, questo schifoso “quasi augurarsi” che vi siano bambini tra le vittime, è agghiacciante.