Gerusalemme: un problema per Europa e Fratelli Musulmani, non per gli arabi

By Maurizia De Groot Vos - Analista senior

E’ una Europa patetica quella che reagisce negativamente all’annuncio americano di riconoscere Gerusalemme capitale di Israele, un annuncio che nella sostanza non cambia assolutamente nulla come spiega molto bene Sergio Della Pergola su Moked.

Europa patetica e sopratutto ancora legata alla politica di Obama apertamente a favore della Fratellanza Musulmana, ormai più potente in occidente che nei Paesi arabi dove invece viene apertamente osteggiata da Grandi Paesi come l’Arabia Saudita, l’Egitto e i Paesi del Golfo. Non è un caso che i più scatenati oppositori della decisione del Presidente Trump siano la Turchia e l’Iran, i primi che con Erdogan mirano a diventare leader della potentissima Fratellanza Musulmana, i secondi che proprio nei Fratelli Musulmani hanno trovato un alleato all’interno del mondo sunnita.

Sabato la Lega Araba ha condannato la decisione di Trump, una dichiarazione più che scontata ma dove però a spiccare più di tutto è stato il silenzio saudita, cioè dello Stato arabo che più di tutti rappresenta il mondo musulmano sunnita. Certo, i sauditi si sono allineati alla dichiarazione della Lega Araba, lo hanno fatto a favore di populino come affermano molti giornalisti e analisti arabi, ma nella sostanza sono rimasti praticamente impassibili. Ci si aspettava anche una grande reazione nel mondo islamico, ci si aspettavano manifestazioni oceaniche che però non ci sono state da nessuna parte se non appunto in Iran e in Turchia, manifestazioni che poi non erano nemmeno così “oceaniche”.

Alla fine la reazione più dura alla decisione di Trump su Gerusalemme capitale è stata quella europea. Nemmeno la Russia, che pure ha i sui interessi con Iran e Turchia, ha avuto una reazione così dura come quella europea. Sarà perché la Fratellanza Musulmana che prospera in Europa non è tanto ben vista a Mosca, sarà perché i russi non sono così ingenui da non vedere che nella sostanza la decisione di Trump non cambia nulla sul terreno, nemmeno lo status quo di Gerusalemme, sarà perché i primi a riconoscere Gerusalemme capitale di Israele, anche se solo la parte ovest, è stata proprio la Russia di Putin.

Il problema per gli europei è che ormai sono costretti a convivere con il “califfato moderato” della Fratellanza Musulmana, un califfato che nel corso del tempo si è insinuato così bene all’interno dell’Europa da prendere il controllo di intere zone di Paesi come la Svezia, la Gran Bretagna e persino della Germania. Ieri una banda di musulmani ha attaccato con bombe molotov la sinagoga di Goteborg, in Svezia, costringendo i bambini a nascondersi in uno scantinato per sfuggire all’attacco, un po’ come avveniva al tempo dei nazisti. Dall’Europa non è arrivato nemmeno un fiato per questo gravissimo atto di nazismo islamico. A Bruxelles sono così vigliacchi, così intimoriti dalla Fratellanza Musulmana da restare in silenzio anche di fronte ad attacchi così apertamente nazisti. E c’è anche chi dice che tutto questo è il frutto della decisione di Donald Trump su Gerusalemme. E io che credevo che fosse il frutto dell’odio anti-ebraico.

Sono l’Europa e la Fratellanza Musulmana (unitamente agli iraniani e ai turchi) ad opporsi alla ovvietà di Gerusalemme capitale di Israele, gli arabi sono stanchi di queste sciocchezze, sono stanchi dei palestinesi e del loro parassitismo. Non scendono in piazza per difendere i conti correnti di Abu Mazen e della sua cricca.

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Italo-Israeliana, Analista senior per il Medio Oriente ed Eurasia. Detesta i social ma li ritiene un male necessario. Vive a Bruxelles