Facebook papers: come il gigante social premia i contenuti d’odio

Pubblicare contenuti che mostrano rabbia e odio «è il modo più semplice per crescere» su Facebook, la più importante piattaforma social media.

A sostenerlo è Frances Haugen, la gola profonda che nel Regno Unito sta pesantemente inguaiando Facebook soprattutto perché afferma che «Facebook sapeva che i suoi prodotti stavano danneggiando la salute mentale dei bambini».

La Haugen ha affermato che Facebook ha utilizzato «classifiche basate sul coinvolgimento dando la priorità ai contenuti più cliccati e inequivocabilmente divisivi».

«La rabbia e l’odio sono il modo più semplice per crescere su Facebook» ha ribadito Frances Haugen davanti ai parlamentari britannici che avevano chiesto di sentirla dopo che aveva parlato sullo stesso argomento davanti al Congresso americano.

Secondo quanto riferito dalla ex dipendente di Facebook i programmatori hanno un incentivo a “giocare” con l’algoritmo in modo da ottimizzarlo sempre di più per portare traffico senza badare alle conseguenze.

La Haugen ha lavorato per diverse aziende tra cui Google e Pinterest prima di iniziare a lavorare nel 2019 con la più grande piattaforma di social media del mondo con la speranza di aiutare Facebook a cambiare rotta.

Tuttavia, la 37enne data scientist ha affermato di essere sempre più preoccupata per le scelte che ha visto fare all’azienda dalla quale si è licenziata a maggio.

Da allora ha condiviso documenti con i legislatori statunitensi e il Wall Street Journal che mostrano i fallimenti e persino la volontaria connivenza di Facebook nell’affrontare la disinformazione, l’odio e altri contenuti tossici.

In una valutazione ad ampio raggio si è giunti alla conclusione che Facebook non riusciva o non voleva regolamentare gruppi i più grandi, quelli per intenderci con centinaia di migliaia di utenti, nei quali prolifera la disinformazione e l’odio.

Facebook si è rifiutato di apportare anche piccoli cambiamenti che avrebbero reso più sicuro il social network sacrificando però minime quantità di profitto. Questo ha spinto Frances Haugen a lasciare Facebook e a denunciare il tutto.

«Abbiamo bisogno di modi per responsabilizzare queste aziende», ha detto la Haugen chiedendo un maggiore intervento umano invece di algoritmi e intelligenza artificiale.

Il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, ha respinto con forza le accuse di Frances Haugen, affermando che i suoi attacchi alla società stavano «travisando il suo lavoro», anche se non è ben chiaro cosa volesse intendere.

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