La minaccia portata dallo Stato Islamico all’occidente è una novità per l’Europa che si ritrova praticamente accerchiata da califfati islamici che ne predicano la conquista. Oggi gli Stati europei stanno appena assaggiando quello che Israele sta provando sin dalla sua nascita. Essere accerchiati da nemici che hanno come obbiettivo la tua distruzione non rende la vita facile.
E’ curioso come proprio l’Europa, che non si è mai fatta scrupolo di criticare le misure difensive adottate da Israele per sopravvivere, oggi si trovi a discutere delle stesse cose, delle stesse misure, che si trovi a dover combattere con il terrorismo islamico che ha come target le strutture civili, che medita di fare attentati biologici e chimici per fare quanti più morti possibile tra gli infedeli come prova un laptop del ISIS trovato in Siria (e se è Haaretz a dirlo è tutto un dire). La differenza sta nelle dimensioni. Israele è un microbo minuscolo in mezzo a una mare islamico mentre l’Europa è un colosso. Ed è curioso come quel “microbo minuscolo” che è Israele rappresenti l’ultimo baluardo di difesa proprio per l’Europa assediata.
Per la prima volta nella sua storia moderna l’Europa si trova a dover fare i conti con un nemico estremamente pericoloso posizionato proprio ai suoi confini e, molto probabilmente, al suo interno. A dire il vero non è che stia affrontando la questione con troppa determinazione. Ancora si assiste ad assurdi attacchi alla democrazia israeliana rea, secondo alcuni, di difendersi in modo sproporzionato contro chi la vuole annientare. Altri, più per paura che questo parallelo tra Israele ed Europa emerga in tutta la sua drammatica realtà, sostengono che con i terroristi bisognerebbe trattare e tirano fuori improbabili ragioni “colonialiste” per giustificarne le atrocità. Altri ancora proprio non vedono alcun nesso tra lo Stato Islamico e i nemici di Israele, Hamas e gli altri. Eppure hanno gli stessi obbiettivi, gli stessi ideali. Queste persone sono il tallone di Achille di questa Europa che si ritrova improvvisamente – anche se era ampiamente prevedibile e previsto – sotto pesante minaccia, forse la più temibile dalla fine dell’URSS.
E ora mi sorge spontanea una domanda da fare agli europei ciechi e spesso vili: come ci si sente a essere sottola la minaccia dello sterminio? Come ci si sente a essere accerchiati dai nemici? Mi rendo conto che ancora forse in Europa non è ben viva questa consapevolezza, ma lo sarà ben presto, quando gli europei proveranno sulla loro pelle quello che gli israeliani provano da più di 60 anni. Mi auguro che ciò non avvenga mai, ma credo che il “risveglio” sarà davvero terribile.
[glyphicon type=”user”] Scritto da Sharon Levi
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