Non è un nuovo tipo di guerra quella che stanno adottando gli iraniani e che consiste nel creare cellule terroristiche nei paesi nemici per ricattarli. I palestinesi, che non hanno mai inventato nulla, questa idea l’hanno avuta decenni fa.
La differenza tra il sistema palestinese e quello iraniano consiste nel fatto che i primi usavano terroristi “autoctoni” mentre i secondi, più subdoli e furbi, usano terroristi non iraniani in modo che non si possa risalire a Teheran.
Un esempio drammatico e che sta allarmando gli Stati Uniti è quello di poche ore fa quando due yemeniti inseriti nella lista nera dei terroristi hanno cercato di entrare clandestinamente negli Stati Uniti.
I due, dei quali le autorità hanno diffuso la foto ma non i nomi, sono stati arrestati a distanza di poche ore e in due luoghi diversi mentre cercavano di entrare clandestinamente negli Stati Uniti.
Le autorità sospettano che siano solo una parte di una cellula più grande già entrata o in procinto di farlo negli USA.
Secondo le poche voci che circolano si tratterebbe di due personaggi collegabili ai ribelli Houthi finanziati ed armati dall’Iran.
L’antiterrorismo americano ritiene che siano decine le cellule terroristiche create dall’Iran in diversi paesi, a volte usando membri di Hezbollah, altre usando membri di altri gruppi legati a Teheran, come appunto gli Houthi yemeniti.
A dare la notizia dell’arresto dei sue terroristi yemeniti è stata via Twitter la stessa USBP (United States Border Patrol) che poi in una conferenza stampa successiva ha tenuto a precisare che questi arresti confermano come i confini americani siano sicuri e che la polizia di frontiera lavora in stretto contatto con le intelligence di tutto il mondo per impedire l’ingresso di terroristi negli USA.
Proprio in queste ore Stati Uniti e Iran dovrebbero decidere a Vienna se riattivare o meno l’accordo sul nucleare iraniano (JCPOA) e sinceramente sembra davvero strano che una grande potenza come gli Stati Uniti si debba piegare agli Ayatollah accettando di riattivare un accordo pericolosissimo come lo è appunto il JCPOA.
Non di meno, sembra davvero strano trattare con uno Stato canaglia che per tenere sotto scacco i propri nemici usa il terrorismo islamico in maniera non diversa da come lo usano Al Qaeda e ISIS. Allora cosa facciamo? Trattiamo anche con loro?
Speriamo che questo non irrilevante episodio risvegli le anime belle della Casa Bianca e che faccia capire una volta per tutte che trattare con gli iraniani significa trattare con dei terroristi non dissimili da Al Qaeda e ISIS.
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