Non è stata data abbastanza importanza dai media internazionali alla riunione virtuale dei cosiddetti “paesi BRICS”, Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, o meglio, non è stato dato abbastanza risalto a cosa hanno proposto quei simpaticoni di Putin e Xi Jinping.
Sostanzialmente la sfinge cinese ha suggerito che permettere a Paesi come la Russia di espandere la propria sfera d’influenza bombardando e facendo in mille pezzi i vicini più piccoli è necessario per l’ordine internazionale. Il nuovo ordine mondiale che il dittatore russo e quello cinese vorrebbero attuare proprio attraverso i paesi BRICS.
È stato abbastanza patetico vedere Vladimir Putin dare il benvenuto alle catene di supermercati indiane e promettere di incrementare le importazioni di automobili cinesi, anche se, dato che l’economia russa è crollata del 12%, non è chiaro quanti russi potranno permettersi di acquistarle nonostante il prezzo.
È stato patetico perché nel tentativo di riorientare le proprie esportazioni verso i paesi BRICS al fine di eludere le sanzioni occidentali, il macellaio di Mosca si abbassa ad accogliere in Russia i supermercati indiani e le orribili macchine cinesi.
Ancora più patetico è stato vedere Putin e il dittatore cinese Xi Jinping sperare che i BRICS diano vita a un nuovo ordine mondiale; un ordine per autocrati, in cui i campi per le minoranze etniche e le brutali invasioni dei Paesi confinanti non siano messe in discussione dalle altre potenze.
Il premier indiano, Narendra Modi, che presiede i pogrom anti-musulmani nel secondo Paese più popoloso del mondo, si inserirà perfettamente in questo contesto.
Patetico o meno, il progetto russo-cinese (soprattutto cinese) non è affatto da sottovalutare perché punta a sviluppare meccanismi alternativi affidabili per i regolamenti del commercio internazionale nonché ad esplorare la possibilità di creare una valuta di riserva internazionale che sostituisca il dollaro.
In sostanza, il progetto di Putin e Xi Jinping punta dritto a creare un ordine mondiale alternativo a quello attuale oltre che autoritario dove chi non si allinea al volere di Mosca e Pechino (e dei loro alleati) viene asfaltato.
Questo progetto va oltre a quello di Putin di ricreare la Grande Russia, va talmente oltre che non può essere farina del suo sacco. Il progetto è cinese al 100% ma il boia di Mosca cerca di intestarselo in parte per non fare la figura dello zerbino di Pechino.
Per questo motivo Putin va umiliato in Ucraina. Per questo motivo è importantissimo aiutare con ogni mezzo l’Ucraina a vincere la guerra. Perché se lasciamo che vinca Putin significa dare il via al progetto cinese, mentre se lo fermiamo significa mandare un messaggio chiarissimo a Pechino in merito al fatto che le democrazie non permetteranno che il mondo finisca nelle mani di sanguinari dittatori.