Carità islamica e associazioni musulmane senza regole, un pericolo molto serio

By Gabor H. Friedman - Senior consultant

Indottrinava i bambini al martirio, all’odio verso l’occidente e all’estremismo islamico il Presidente di una associazione musulmana di Foggia arrestato ieri dall’antiterrorismo italiano, una novità per l’Italia, una realtà conosciuta da chi come noi segue quotidianamente le vicende del Medio Oriente e in particolare quelle che riguardano Israele.

Quella attuata a Foggia da Abdel Rahman, 59enne italiano di origine egiziana presidente della Associazione Islamica Al Dawa, è infatti una tecnica usata ampiamente in Medio Oriente (e in Africa) anche nelle scuole dell’ONU. Lo scopo è quello di allevare i bambini islamici nell’odio verso ogni cosa che non sia musulmana in modo da plasmare le nuove generazioni di musulmani secondo le norme del Profeta e soprattutto con l’idea che qualunque cosa non corrisponda a quelle norme vada eliminato fisicamente. L’odio verso l’infedele, il non musulmano.

Il fatto che l’attività di Abdel Rahman si celasse dietro a una Associazione Islamica apparentemente innocua non deve sorprendere più di tanto. Da diverso tempo noi denunciamo l’utilizzo di associazioni, banche e carità islamica non solo per fare proselitismo ma anche per finanziare l’estremismo islamico.

carità islamica zakat

Questa attività di sostegno al terrorismo islamico viene enormemente facilitata dal cosiddetto “Zakat”, la carità islamica molto diffusa tra i fedeli musulmani, un principio nobile che però viene stravolto dall’uso improprio che se ne fa grazie anche alla mancanza di regole e di controlli su questo enorme flusso di denaro che non di rado finisce per finanziare il terrorismo islamico come anche il Congresso degli Stati Uniti ha appurato già dal 2012 senza che però nel frattempo si sia corso ai ripari regolamentando tutto il settore, sia quello della carità islamica che quello dell’associazionismo musulmano.

Scriveva Maurizia De Groot Vos nel 2015

“Fino a una ventina di anni fa le banche islamiche erano un vero punto di riferimento per i musulmani di tutto il mondo quale mezzo per trasferire denaro in maniera veloce e sicura alle loro famiglie in patria o per fare beneficenza. Fu Osama Bin Laden il primo a capire le potenzialità di questo sistema e ad usarlo in maniera sistematica per trasferire miliardi di dollari alla Jihad globale”

Oggi, a tre anni di distanza, nulla è stato fatto per regolamentare il complesso sistema di banche, piccole finanziarie, associazioni islamiche e moschee clandestine che alimenta il ricco sottobosco dell’estremismo islamico. Il risultato è che piccole realtà locali, come appunto l’associazione Al Dawa di Foggia, finiscono per far parte di un vastissimo e complesso reticolato, gestito dall’estero, che mira sia al proselitismo che al finanziamento del Jihad.

E’ un sistema che la Fratellanza Musulmana porta avanti da molto tempo ed è un sistema molto funzionale perché si nasconde dietro alla nobile causa della carità e del sostegno alle famiglie.

Ora la domanda non è se ci sono altre associazioni islamiche come quella di Foggia, la domanda è quante ce ne sono.

Senza dover per forza generalizzare e magari affermare che tutte le associazioni islamiche sono “compromesse”, cosa certamente non vera, va detto però che la mancanza di una regolamentazione specifica, più per lo Zakat che per altro, agevole enormemente l’utilizzo improprio di tali associazioni. I primi a dover essere interessati alla regolamentazione delle pratiche che girano attorno alla carità islamica e all’associazionismo musulmano dovrebbero essere proprio i musulmani onesti e moderati.

Qualcuno dirà che “una rondine non fa primavera”, cioè che non basta una associazione islamica compromessa per mettere tutte le altre nel calderone dell’estremismo islamico. Ed è vero, ma è indubbio che il caso della associazione Al Dawa è un caso da manuale su come l’associazionismo islamico possa essere usato per alimentare il Jihad, un caso sicuramente non isolato e che proprio per questo merita un severo e puntuale approfondimento. Lo si deve a tutte quelle associazioni musulmane che con il terrorismo islamico non hanno nulla a che fare.

Ma soprattutto, è arrivato il momento di regolamentare tutto il sistema finanziario che ruota attorno all’associazionismo islamico, a partire dallo Zakat, attraverso il quale miliardi di dollari affluiscono al terrorismo islamico.

Non è una cosa che deve fare l’Italia da sola, è una cosa che va fatta a livello europeo abbandonando per un attimo la sudditanza dell’Europa all’islam e affrontando con decisione il problema sempre più importante dell’uso della carità e dell’associazionismo islamico per fini che con la carità non hanno nulla a che vedere.

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Consulente per i progetti di sviluppo per diverse organizzazioni internazionali. Vive negli Stati Uniti