Con una mossa che il Dipartimento di Stato ha definito “di routine” la nuova Amministrazione americana ha sospeso tutte le vendite di armi “su larga scala” a entità straniere bloccando anche la vendita di F-25 agli Emirati Arabi Uniti.
Secondo il Dipartimento di Stato è una decisione che viene presa ogniqualvolta cambia l’Amministrazione al potere negli Stati Uniti e quindi si tratterebbe di una mossa di Routine.
Tuttavia a precisa domanda se tale decisione, soprattutto in merito alla vendita di F-35 agli Emirati Arabi Uniti, fosse quindi solo temporanea, il Dipartimento di Stato non ha dato alcuna risposta.
«Il Dipartimento sta temporaneamente sospendendo l’implementazione di alcuni trasferimenti riguardanti armi destinate a nazioni straniere per dare il tempo all’Amministrazione entrante di riesaminare i contratti» ha detto un portavoce del Dipartimento di Stato.
«Questa è un’azione amministrativa di routine tipica di quasi tutte le transizioni e dimostra l’impegno dell’Amministrazione per la trasparenza e il buon governo, oltre a garantire che le vendite di armi statunitensi soddisfino i nostri obiettivi strategici» ha poi concluso.
La vendita di F-35 e di diversi sistemi d’arma avanzati agli Emirati Arabi Uniti aveva sollevato molte proteste in Israele, dove questa operazione era vista da molti come il “pagamento” per il riconoscimento da parte degli EAU dello Stato Ebraico, tanto che persino il Premier Benjamin Netanyahu era finito sotto accusa.
In molti sostengono che la vendita di questo tipo di armi agli arabi potrebbe minare la supremazia militare israeliana.
Negli ultimi mesi della sua Amministrazione l’ex Presidente Donald Trump aveva concluso diverse vendite di armi di una certa importanza destinate ai Paesi Arabi. Queste vendite, una in particolare all’Arabia Saudita, erano state contestate dal Partito Democratico.
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